Con le bacche e le foglie si curavano anche i morsi delle vipere, il suo legno è durissimo e anche i tarli non riescono a rovinarlo, la cenere della sua corteccia era usata anche dagli antichi per realizzare unguenti contro le malattie. Le ricette per la grappa e il liquore.
Di Lucilla Pieralli
(Pubblicato sul numero uscito nell’inverno del 2012) )
Coccole, le sue bacche si chiamano così, con questo curioso nome piuttosto evocativo di caldi momenti intorno ad un focolare. L’arbusto è diffusissimo nei nostri boschi e nel periodo autunnale del secondo anno maturano sulle piante femmine le bacche scure che noi raccogliamo. Ma del ginepro è utile tutto : il legno è durissimo, inattaccabile dai tarli e dura centinaia e centinaia di anni, come riportano Virgilio e Plinio; la corteccia, bruciata e ridotta in cenere, entrava nella composizione di unguenti destinati a curare malattie antiche ; le foglie e le bacche fresche ridotte a succo guarivano dai morsi delle vipere.
Il ginepro ha avuto una forte valenza magica in tutte le culture conosciute: pianta dioica (letteralmente con due piedi) cioè maschio e femmina, sempreverde, ubiquitaria, profumata e dalle mille proprietà curative, entra a pieno titolo nelle tradizioni e nelle superstizioni di molti paesi europei. Nelle campagne emiliane per esempio, gli storici riportano l’uso di bruciare la sera di Natale un rametto di ginepro e, insieme alle ceneri del Ceppo, di conservare durante l’anno queste ceneri per rimediare a malefici e malattie degli uomini e degli animali.
Oggi si usa molto l’olio essenziale che è contenuto sia nelle coccole che nei giovani rami dalle foglie trasformate in aghi disposti in verticilli di tre. Si estrae per distillazione in corrente di vapore ed è molto usato. Quest’olio, molto potente, è ricco in sostanze che agiscono su vari piani: nell’ uso esterno , mescolato ad altri elementi è un potente antiinfiammatorio attivo anche sulla cellulite, usato in prodotti che si utilizzano per sfregamento come unguenti e lozioni è utilissimo come antireumatico e antidolorifico. Per uso interno invece l’estratto di ginepro, anche sottoforma di decotto delle coccole essiccate e delle foglie, è utilissimo come disinfettante delle vie urinarie. Molti sono gi altri usi ma credo che questi siano sufficienti ad invogliarci ad avere un barattolino di coccole mature correttamente essiccate in casa. Attenzione però alla raccolta e all’essiccazione corretta. La bacca matura è solo quella decisamente blu/violacea, raccogliete solo quella. Per essiccarle correttamente occorre passarle in forno a 40° per almeno un paio d’ore per evitare la facile formazione di muffe. Naturalmente e mi pare scontato, l’uso come spezia negli arrosti e nella cacciagione in particolare è comune in tutte le cucine delle nostre zone e corrisponde ad una proprietà che il ginepro condivide con gli altri aromi per arrosti come rosmarino e salvia, la funzione di stimolo alla digestione. Per questo dopo i lauti pasti con carni rosse e buon vino , un liquore o una grappa aromatizzata al ginepro non può mai mancare, meglio se fatti in casa.
- Per la grappa
- Un litro di buona grappa morbida, 20 grammi di bacche fresche in infusione fino a quando non diventa troppo forte, 15/20 giorni circa, dopodiché è bene spremere le bacche e buttarle, quindi filtrare con una tela.
- Per il liquore
- Mezzo litro di alcool buongusto, 50 grammi di coccole fresche, due cm di scorza di cannella, mezzo litro d’acqua e 200 grammi di zucchero. Schiacciate le bacche e mettetele in infusione nell’alcool per 15 giorni con la cannella. Preparate lo sciroppo di zucchero con l’acqua lasciando sobbolire per 5 minuti e lasciate raffreddare. Unite lo sciroppo all’alcool e filtrate. Consumate dopo un mese.
- Una curiosità
- Nella stanza del sindaco, a Castiglione dei Pepoli, c’è appeso al muro un avviso della fine dell’ottocento che pone condizioni e regole alla raccolta delle bacche di ginepro, probabilmente fonte di reddito agricolo di queste magre valli montane.