Tra i tipici portici bolognesi del piccolo borgo al confine col ferrarese, Bandiera Arancione del Touring club italiano, si possono visitare ben cinque musei, la Collegiata coi suoi inestimabili tesori e ed altri edifici medievali di nuovo fruibili dopo il sisma del 2012
di Stefano Gottardi, UNIONE RENO GALLIERA
Al confine con la provincia di Ferrara, il borgo di Pieve di Cento, è una delle più belle località della pianura bolognese capace di suscitare incanto grazie alla sua ricca offerta culturale. A Pieve, racchiusi tra le storiche porte di accesso e raccordati dai tipici portici bolognesi, ci sono ben 5 musei, 5 chiese e altri luoghi di bellezza. A suggello di tanta ricchezza, da un paio di anni Pieve di Cento è anche Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, un riconoscimento che viene dato ai piccoli comuni più belli d’Italia (e nella provincia di Bologna concesso solo a Dozza e a Pieve). E allora perché non prendersi un po’ di tempo, magari in una bella giornata di sole, e sbirciare all’interno di questo piccolo scrigno adagiato sulle terre al confine tra due province?
La storia di questo borgo è intrecciata con la vicina cittadina di Cento, separata dal fiume Reno che segna anche il confine tra Bologna e Ferrara, due città che custodiscono capolavori e saperi riconosciuti come Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco; questo costante confronto dualistico, che nel corso della storia in maniera altalenante ha portato ad acerrime rivalità e a preziose collaborazioni, oggi è oggetto di un nuovo rinascimento, o meglio di una ricostruzione, che mette al centro dell’attenzione il patrimonio artistico. Il restauro dei più importanti edifici danneggiati dal sisma del 2012, ormai completato al 100%, li ha riportati all’originale splendore ed ha accresciuto l’attrattività di questo paese che offre oggi ai suoi visitatori molteplici temi di interesse e di visita.
Al Centro del borgo, laddove si incrociano le due principali strade di accesso, troviamo la piazza con il Municipio e la Collegiata di Santa Maria Maggiore. In qualsiasi momento arriviate, il chiacchiericcio tipico di una comunità vivace come quella di Pieve farà da sottofondo e vi strapperà un sorriso prima di entrare nei luoghi che hanno segnato la storia della cittadina. La Collegiata risale infatti al tredicesimo secolo (le prime fonti risalgono al 1207) ed è frutto di diversi interventi nel corso del tempo: l’edificio attuale è una ricostruzione del 1702-1710 mentre l’abside risale alla seconda metà del XIV secolo. L’interno, in stile barocco, è a navata unica, con altari laterali e ospita, a conferma della ricchezza del proprio patrimonio artistico, numerose opere di importanti artisti italiani: Guido Reni, Lavinia Fontana, lo Scarsellino e, soprattutto, il centese Giovanni Francesco Barbieri, meglio conosciuto come il Guercino, sono i principali protagonisti a cui si affiancano altre pregevoli opere di artisti locali.
A fianco della collegiata si erge il municipio, al cui interno si trovano un paio di ‘chicche’: la prima è il teatro Alice Zeppilli, esempio raro di luogo per spettacoli all’interno di un palazzo pubblico e la seconda è l’archivio storico notarile, anch’esso raro esempio in Italia di archivio notarile conservato nel luogo di origine. Come in una matrioska, all’interno del teatro Alice Zeppilli si trovano ancora il Museo della musica, allestito nel foyer del teatro, con una originalissima raccolta di strumenti musicali che raccontano la tradizione della liuteria pievese, da Mozzani fino ai giorni nostri, e, all’ultimo piano, il “camerino” che raccoglie i cimeli belle époque della cantante stessa che ha dato il nome al teatro. L’archivio notarile è invece la testimonianza della storia locale. In uno spazio suggestivo, costituito da una unica stanza dal soffitto a volta decorato, mobili di epoca appositamente creati conservano storie di successioni e pratiche notarili che testimoniano la storia locale tra contenziosi, dettagliate pratiche burocratiche ma anche simpatiche e anonime dichiarazioni.
Spostandoci verso sud, incontriamo la Rocca, la fortificazione costruita nel 1380 e progettata da Antonio di Vincenzo (lo stesso architetto di San Petronio) che ospita il Museo delle storie; le otto sale del Museo ospitano il racconto di mille anni di storia di Pieve di Cento, dalla sua fondazione ai cambiamenti del territorio, fino a quelli dell’urbanistica e della società in tutti i suoi aspetti: il lavoro (agricoltura, artigianato, industria) e il tempo libero (tradizioni, cultura, attività associative).
A completamento di questo itinerario nel quartiere delle arti, accanto alla Rocca, non si possono non citare altri preziosi gioielli che custodiscono l’immenso patrimonio locale. Con più di 3000 mq espositivi, il Museo Magi ‘900 è una ricca collezione privata dell’arte del Novecento; il museo, ricavato all’interno di un vecchio silos restaurato a cui sono stati aggiunti nuovi ‘blocchi’ espositivi, è dedicato ad alcuni dei protagonisti e dei movimenti dell’arte e della cultura visiva tra XX e XXI secolo.
Non molto distante si trova invece il recentissimo recupero delle vecchie scuole elementari di Pieve di Cento: un amplissimo spazio su tre livelli recuperato dopo il terremoto e trasformato in biblioteca e pinacoteca che ospita il patrimonio artistico dell’Amministrazione Comunale, frutto di importanti donazioni e raccolte nel corso degli anni: dal 1300 fino all’arte contemporanea, passando dal Guercino e da tutta la sua scuola, l’arte bolognese dell’800 fino agli artisti e scultori locali e una ricca e variegata collezione di arte contemporanea.
Questa rapida carrellata non esaurisce i tesori del paese ma lasceremo alla vostra curiosità la scoperta delle piccole gemme incastonate tra le vie del centro, magari sfruttando le proposte che le guide turistiche professioniste offrono a piè di queste pagine. Sono percorsi diversi tra loro ma che coinvolgono sempre anche il Guercino, un grande artista che non ha mai perso il contatto con la quotidianità della sua terra, e vi condurranno a riconoscere la sua presenza famigliare in tutta Pieve, “un bel paese simpatico e cortese” come dice la canzone!