Si è scoperto che i rarissimi documenti custoditi al Museo Civico arrivano da una donazione del medico chirurgo Gaetano Giovanini. Due sono stati realizzati dal Conte Lorenzo di Marsciano
di Giuseppe Martelli
Il Museo civico di Medicina custodisce quattro rarissimi erbari “secchi” realizzati nel XVII° secolo. Beni unici che, per l’estrema fragilità delle piante essiccate contenute, non possono essere consultati. L’occasione della loro riproduzione fotografica ha permesso di stabilire come pervennero al Comune di Medicina e per due di essi di individuare chi li realizzò.
La prima scoperta, nata dalla ricerca negli atti dell’archivio comunale, ha permesso di stabilire che gli erbari, per lungo tempo considerati provenienti dal soppresso Convento dei Carmelitani, furono invece oggetto di donazione nel 1874 da parte del medico e chirurgo Gaetano Giovanini, allora operante a Medicina. Per quanto riguarda la loro realizzazione due erbari sono firmati: in quello con l’indicazione dell’anno 1642 sono riportati i nomi di Laurentius Martianus e Giovani Machioni; in quello con indicato il periodo 1643-1644 si legge Laurentius Marscianus. Di tali nomi, un’avvincente ricerca ha permesso di scoprirne l’identità e la storia grazie a due parole in latino Tempore belli aggiunte, oltre alla località Castro Flore, sul volume datato 1643-1644. Un’indicazione strana a indicare che mentre l’erbario veniva realizzato era in atto un conflitto bellico. Quelle due parole, riferite agli anni indicati, hanno permesso di risalire alla Prima guerra di Castro che dal 1641 al 1644 era in atto in Italia e che vedeva contrapposti lo Stato Pontificio e la Famiglia Farnese. Le cause di tale conflitto furono i tentativi di occupazione da parte del Papa Urbano VIII del piccolo Ducato di Castro, posto nel territorio viterbese, posseduto dai Farnese. Nei due erbari in cui l’autore inserisce il proprio nome, in uno scrive Martianus e nell’altro Marscianus e la ricerca ha subito fatto scoprire che in provincia di Perugia esiste il Comune di Marsciano, ubicato molto vicino a quello che nel ‘600 era il Ducato di Castro. Le notizie storiche di questo Comune hanno fatto emergere il casato dei Conti di Marsciano, importante famiglia di condottieri e uomini d’arme a cui appartenevano feudi e castelli dell’Umbria e del Lazio. Come guidati da un filo rosso si è risaliti alla storia di tale famiglia redatta nel 1667 dallo storico Ferdinando Ughelli su incarico di Lorenzo di Marsciano (1615-1688).
Prima sorpresa: oltre alla guerra che coinvolge quei territori c’è anche il nome che coincide con quello scritto in latino sugli erbari. Ritornando alla scritta lasciata sull’erbario, l’autore indica che l’opera venne realizzata in Castro Flore. Nell’attuale Comune di Montegabbione, in provincia di Terni, esiste la località di Castel di Fiori, toponimo che appare nella storia dei Marsciano in quanto compreso nei feudi di proprietà di quella famiglia. L’attenzione si è poi concentrata sulla storia dei Conti di Marsciano successiva al 1667 e fortunatamente si è appreso che sul finire del ‘600 il ramo principale della famiglia sposta la propria residenza a Modena dove Ludovico (1654-1703), figlio di Lorenzo di Marsciano passa al servizio del Duca di Modena.
Un ulteriore e importante elemento si aggiunge alla nostra storia: il nipote di Lorenzo, Alessandro (1691-1788), sposa in seconde nozze la Contessa Marianna Hercolani, appartenente alla nobiltà bolognese. Un documento manoscritto di Lorenzo, posteriore di circa un decennio rispetto all’epoca di realizzazione degli erbari, messo a confronto con le parti manoscritte degli erbari stessi relative agli indici e ai nomi delle piante, fa rilevare l’identica grafia. E anche la firma, apposta in italiano nel documento, conferma che si tratta della stessa persona.
Due ultimi e decisivi elementi relativi alla famiglia Di Marsciano dimostrano che la differenza tra i due cognomi latini, indicati dall’autore sugli erbari, venivano entrambi correntemente usati: nell’architrave di un camino presente nel castello di Carnaiola, a pochi chilometri da Castel di Fiori appartenuto a un parente coevo di Lorenzo, è inciso il cognome Martianus; nella cornice di una finestra del palazzo rinascimentale Spiriti-Marsciano a Viterbo, sede di Lorenzo in quella città, si legge Marscianus. La ricerca arriva fino ai giorni nostri e agli attuali discendenti del casato dei Di Marsciano che gentilmente hanno messo a disposizione gli ulteriori elementi per stabilire che il Conte Lorenzo di Marsciano è l’autore che realizzò due degli erbari custoditi nel Museo Civico: uno nel 1642 con erbe provenienti dall’orto botanico di Padova, l’altro negli anni 1643-1644 a Castel di Fiore, durante la Prima guerra di Castro. Di Lorenzo abbiamo anche il volto, nella bella incisione che compare agli inizi della genealogia di Ferdinando Ughelli del 1667. Rimaneva un altro interrogativo: perché nella prima pagina dell’erbario del 1642 compare anche il nome Giovani Machioni? Un prezioso contributo fornito dalla Biblioteca dell’Orto Botanico di Padova ha fatto rilevare che il nome esatto è Giovanni Macchion, giardiniere capo dell’Orto Botanico di Padova nel periodo 1631-1694. In una pubblicazione del British Museum Natural History del 1958 una lunga scheda è dedicata a Giovanni Macchion e di esso si indica che …preparava collezioni di piante secche che vendeva ai visitatori… e informa che quattro collezioni del Macchion fanno parte della vasta “Collezione Sloane” pervenuta al museo nel 1753. Con queste sintetiche ma precise informazioni appare ora chiara l’origine dei due erbari di Lorenzo di Marsciano presenti nel Museo Civico di Medicina. Lorenzo ha vissuto in un’epoca di grandi contraddizioni, da un lato l’Italia ancora divisa in tanti piccoli Stati, con grandi guerre, carestie, epidemie e un forte divario sociale, dall’altro l’avvio di un rinnovamento intellettuale, culturale e scientifico. È proprio quel rinnovamento scientifico in atto che coinvolge anche Lorenzo il quale, appartenente a una nobile famiglia di antiche origini, ha un grande interesse per la conoscenza. Ha interesse anche per la botanica e prende contatti, con quello che in quei tempi è uno dei più famosi orti botanici d’Europa, quello di Padova, dove trova il giardiniere capo Giovanni Macchion che, analogamente agli erbari del British Museum, gli fornisce le piante essiccate per l’erbario del 1642. Lorenzo, proprio per il suo interesse a conoscere la materia, acquista dal giardiniere le piante e collabora direttamente alla loro preparazione, ne corregge o integra i nomi e ne redige l’indice alfabetico. Infine entrambi lasciano sull’erbario i loro nomi.
Molto più semplice la storia del secondo erbario, quello del 1643-1644. Con l’esperienza di Padova, Lorenzo ha acquisito le nozioni necessarie per la preparazione delle piante essiccate e le ha messe in pratica realizzando interamente un nuovo erbario con piante che provengono dai possedimenti di famiglia tra Lazio e Umbria, in quel periodo ubicati in zona di guerra. Prima di concludere, va detto che attorno alla metà dell’800 tutti i beni appartenenti alla dinastia dei Di Marsciano vennero prima suddivisi tra tutti i discendenti e poi da questi ceduti. Con ogni probabilità è proprio da queste cessioni che gli erbari pervennero al medico Gaetano Giovanini che nel 1874 le donò al Comune di Medicina.