La terra dei cachi

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Originari della Cina, sono arrivati in Italia alla fine del Settecento come pianta ornamentale, è considerato albero da frutto solo da metà Ottocento

di Katia Brentani

Percorrendo le strade del nostro Appennino è facile vedere, nei giardini o ai bordi degli orti, alberi di cachi con il loro colore arancione vivace che tinge allegramente prati e boschi di pianura e collina nei mesi di ottobre e novembre. Questa pianta può raggiungere un’altezza di 15 metri.

Nel mese di novembre è consuetudine raccogliere i cachi, dopo che sono cadute tutte le foglie. I cachi non si mangiano subito, ma si mettono dentro cassette di legno insieme a mele mature per accelerare la maturazione.

Questo frutto viene consumato anche nei mesi di gennaio, febbraio e marzo.

La pianta del caco è originaria delle regioni montane della Cina, si è diffusa in Giappone ed è arrivata in Italia alla fine del Settecento e solo dalla metà dell’Ottocento da pianta ornamentale è diventata albero da frutto.

Il suo nome scientifico è Diospoyros kaki che in greco vuol dire “cibo degli dei”. Questo frutto appartiene alla famiglia delle Ebenaceae e viene chiamato anche Loto del Giappone, Mela d’Oriente e Albero delle sette virtù.

Nel 1945, il caco divenne l’emblema di pace dato che, a seguito dei bombardamenti della Guerra, riuscirono a resistere anche su terreni devastati.

La varietà più comune di caco in Italia è il “Loto di Romagna”.

Il caco è ricco di vitamina A e C contiene potassio e betacarotene.

Una varietà del caco è il cacomela che si può consumare subito dopo la raccolta perché la sua polpa non è allappante (quel gusto astringente che lega la lingua). La varietà di caco più pregiata viene dal Giappone. La sua polpa è scura, e in Giappone è conosciuto come “caco cioccolato” o “caco cannella”, per via del suo sapore speziato.

ECCO ALCUNE RICETTE DI PIANURA E APPENNINO

Ingredienti: 1 Kg di cachi maturi (attenzione che siano maturi altrimenti la confettura rischia di risultare allappante) – 700 gr. di zucchero – 1 mela la buccia grattugiata di un limone – 1 bicchierino di rum – estratto di vaniglia –
Procedimento: lavare bene i cachi, pulirli e passarli nel passaverdure (dischetto con i fori più grandi). Pesare la passata ottenuta e versarla in una casseruola, portando ad ebollizione. Unire lo zucchero, la mela tagliata a fettine sottili, la buccia di limone grattugiata e l’estratto di vaniglia. Cuocere 40 minuti e verificare se la confettura ha raggiunto la giusta consistenza.
Versare un cucchiaino di confettura su un piattino e metterlo in frigorifero per qualche secondo. Se inclinando il piatto la marmellata “resta ferma” la consistenza è giusta. Unire il bicchierino di rum, far cuocere ancora qualche minuto e spegnere il fuoco. Mettere la confettura nei vasi sterilizzati e conservarla in un luogo fresco e buio per alcuni mesi.
Ingredienti: 4 cachi maturi – 4 cucchiai di rum – 4 cucchiai di zucchero – estratto di vaniglia –
Procedimento: spellare e togliere i semini ai cachi. Frullare la polpa con lo zucchero, il rum e l’estratto di vaniglia.
Questa salsa è perfetta da utilizzare per accompagnare la panna cotta, per decorare semifreddi o accompagnare formaggi tipo la robiola.
Ingredienti: 245 gr. di polpa di cachi – 190 gr. di farina 00 – 150 gr. di zucchero – 1 uovo – 1 tazza da caffè di olio di semi – 1 tazza da caffè di uvetta ammollata in acqua – 1 tazza da caffè di noci – 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio – 1 cucchiaino di sale – 1 cucchiaino di cannella –
Procedimento: mescolare le uova con lo zucchero, aggiungere l’olio e la polpa di cachi. Setacciare la farina con il bicarbonato e unirli al composto di uova e polpa di cachi. Aggiungere il sale, la cannella, l’uvetta e le noci tritate grossolanamente.
Versare il composto in uno stampo imburrato e cuocere in forno preriscaldato a 160°per 45-50 minuti.

Curiosità e ricette sono tratte da “Tu cucinale se vuoi….Emozioni – I piatti giusti per l’umore giusto” di Katia Brentani edito da Damster Edizioni nella collana i Quaderni del Loggione

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