Aristotele lo chiamava “sudore del cielo”, Plinio “saliva delle stelle”. Da novemila anni a questa parte il miele ha un posto speciale in tutte le culture del mondo
di Katia Brentani
Il miele da sempre affascina l’uomo e spesso al “nettare degli Dei” (uno dei tanti appellativi con cui viene chiamato) vengono attribuiti poteri sovrannaturali. Aristotele chiamava il miele “il sudore del cielo” e Plinio “saliva delle stelle”.
Nell’antico Egitto l’ape rappresentava la regalità del Faraone. Ramsete III (1200 a.C..) è rappresentato in un graffito mentre rende omaggio al dio Nilo con una decina di giare di miele. Nella cultura buddista il miele ha il potere di fare raggiungere forme superiori alle anime che trasmigrano. Per gli indiani Visnù, è rappresentato da un’ape posata su un fiore di loto.
Ape che esisteva già venti milioni di anni fa, come testimonia un fossile risalente al periodo terziario trovato nei pressi di Aix en Provence (Francia). La più antica raffigurazione risulta la pittura rupestre della “Grotta del Ragno” in Spagna che risale a circa 9000 anni fa.
Api che, oltre a produrre miele, sono importanti per l’opera di impollinazione, per la loro azione equilibratrice dell’ambiente, per la sopravvivenza stessa degli esseri viventi.
Se i poteri sovrannaturali del miele non sono ancora stati provati, su quelli terapeutici non ci sono dubbi. Molteplici sono i benefici che si possono ottenere con l’utilizzo del miele, sia per uso esterno che interno. Il miele può essere usato come rimedio contro il mal di gola, per il raffreddore, contro il mal di testa o come emolliente nella dentizione dei bambini. Con il miele si possono preparare maschere per il viso e bagni rilassanti.
La formulazione legale per definire il miele può risultare fredda, ma definisce in modo univoco il prodotto: “per miele si intende il prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che esse bottinano, trasformano, combinano con sostanze proprie, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare”.
La parola miele sembra che derivi dall’ittita melit. Il colore del miele varia dalle tonalità del giallo più chiaro a quello più scuro, all’ambra fino ad arrivare al nero. Esistono mieli con riflessi rossi o verdi. Il colore del miele è legato all’origine botanica.
Questo prezioso nettare che le api ci regalano viene poi lavorato dall’uomo e utilizzato in vari campi in svariati modi. I mieli millefiori o multiflora sono quei mieli che per la presenza di diverse fioriture non permettono di effettuare smielature separate. Non esiste una sola tipologia di millefiori, ma una grande varietà di combinazioni che dipendono da zona a zona e che sono diverse da un anno all’altro.
Si parla di miele unifloreale o monofloreale quando proviene principalmente da un’unica origine botanica. I mieli di melata si differenziano dagli altri mieli per l’aspetto più appiccicoso e per il loro alto contenuto proteico. Questo dipende dal fatto che le api bottinano anche i piccoli afidi che producono melata e li trasformano in esse.
Naturalmente un nettare così prezioso viene utilizzato nella preparazione di piatti, dagli antipasti ai dolci. Accostato alla carne, al pesce, nelle salse, nelle bevande, liquori e confetture. Regalando colore, dolcezza e un tocco speciale.
- Mezzelune di grano saraceno al miele di castagno
- Ingredienti (per 4 persone): per la sfoglia: 120 gr. di farina di grano saraceno – 80 gr. di farina di semola – 2 uova – per il ripieno: 100 gr. di ricotta di pecora – sale – pepe – per il condimento: 20 gr. di burro – 1 cucchiaio di miele di castagno – granella di mandorle tostate –
Procedimento: setacciare le due farine su un tagliere, fare un incavo e romperci dentro le uova. Sbattere leggermente con una forchetta e iniziare a impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Far riposare l’impasto per mezz’ora coperto da uno strofinaccio.
Nel frattempo lavorare la ricotta di pecora, salare e pepare.
Tirare una sfoglia sottile, con un coppapasta fare dei tondi su cui mettere un po’ di ripieno. Richiudere a mezzaluna, facendo attenzione a sigillare bene con una forchetta.
Cuocere le mezzelune in acqua salata. Nel frattempo in una padella antiaderente sciogliere il burro insieme al miele di castagno. Unire le mezzelune e mantecare bene, spolverizzando con mandorle tritate tostate. Servire caldo.
- Salsa di cipolle rosse al miele
- Ingredienti (per 6 persone): 150 gr. di cipolle rosse – 100 gr. di miele di tiglio – 100 ml di aceto di mele – 1 cucchiaio di succo di limone – 1 spicchio di aglio – 1 foglia di alloro – un pezzettino di peperoncino rosso- qualche grano di senape – un pizzico di sale – qualche grano di pepe nero – olio EVO –
Procedimento: pelare e affettare finemente le cipolle. Mettere in una larga padella 3 cucchiai di olio EVO, aggiungere le cipolle e farle cuocere dolcemente per 10 minuti. Unire il miele di tiglio e far dorare. Bagnare con il limone, l’aglio tritato, l’alloro, i grani di pepe, un pizzico di sale e bagnare con l’aceto di mele. Far cuocere per 15 minuti, mescolando con un cucchiaio di legno fino a quando le cipolle non diventano tenerissime.