Favagello, la piccola rana che fiorisce d’inverno

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Il Ranunculus Ficaria è una pianta erbacea perenne presente dal mare fino ai 1300 metri d’altitudine

di Claudia Filipello – www.naturopatiabologna.it

Rane, ranocchie e rospetti sono ormai già in letargo ma “qualcuno”, anche durante l’inverno, si preoccupa delicatamente di ricordarcene la presenza: il “Ranunculus”. Infatti, il nome della pianta di cui oggi vi racconto, e il cui fiorire ha inizio nel pieno inverno, ha origini latine e significa “piccola rana”.

Ciò probabilmente è dovuto alla forma e al colore verde lucente variegato delle foglie che ricordano la sagoma e il colore della pelle della rana. Similmente ad esse inoltre, molte specie di Ranuncoli vivono e tracciano le loro radici in ambienti umidi, condividendo lo stesso habitat. Il nome botanico di “Ficaria”, giunge anch’esso dal latino e significa “ficus” cioè “fico”, per il riferimento alla forma delle radici rigonfie e a piccoli bulbi lunghi qualche centimetro, che ricorda anche la fava; da qui il nome popolare di “Favagello”.
Il Ranuncolo Ficaria è una pianta erbacea perenne, originaria delle regioni temperate Europee e dell’Asia occidentale; lo troviamo diffuso anche in Africa settentrionale e in zone dell’emisfero boreale. In Italia è presente in tutto il territorio, dal mare al piano montano fino a 1300 metri di altitudine.

Il suo habitat ideale è rappresentato dal bosco di latifoglie, nei prati, negli incolti erbosi, sotto le siepi, presso acquitrini, nelle praterie e ai bordi di strade campestri. Predilige terreni umidi, sciolto e ben areato, povero di scheletro, ma ricco di sostanze nutritive e ricco di humus. Lo troviamo in aree a mezz’ombra e raramente in piena luminosità: davanti al calore in progressivo aumento, si ritirano nei boschi, nelle radure e solo a volte ricercano la luce.

La pianta si esprime al mondo attraverso la fioritura nel pieno inverno aprendosi però alla primavera: la Terra che esce dalle tenebre invernali con la sua umidità liberata, il Cosmo che cerca di unirsi ad essa, le forze lunari e solari; tutto tenta di unirsi armonicamente nelle caratteristiche che vediamo espresse nelle Ranuncolacee. Alcune di esse si avventurano nell’acqua, altre salgono verso le cime rincorrendo lievi tepori di luce. Vediamo alcuni aspetti che riguardano questa simbologia.

Il fiore del Favagello, che non profuma molto, ha un colore giallo solare intenso e luminoso ma con un riflesso umido del sole che guarda nell’acqua: non è il giallo arido e saturo dell’estate ma possiede le delicate tonalità acquerello della primavera. Il fiore del Favagello infatti, è un’anteprima di luce dopo il glaciale cantico d’inverno di ninfee semi addormentate.

Data l’eccessiva animosità espressa dalla sua alta tensione energetica, capace altresì di provocare inaspettate metamorfosi sul piano fisico-astrale, la pianta è utilizzata soltanto per via esterna ed anche in questo caso non senza le dovute precauzioni.

Le radici tuberizzate e le foglie vengono usate esclusivamente allo stato fresco, poiché con l’essiccazione o la cottura perdono ogni loro instabile potere.

Il Favagello ha caratteristiche terapeutiche al limite della tollerabilità anche per quanto riguarda l’uso topico. Da un punto di vista farmacologico, il fitocomplesso presenta elementi come l’acido ficarico, l’olio eterico, il tannino, un glucoside saponinico-simile, ecc., che nell’insieme manifestano qualità revulsive, irritative fino a divenire vescicatorie. Queste proprietà riscaldanti sono però, controbilanciate da un’intensa attività tonico-astringente e decongestionante; ne deriva un quadro applicativo terapeutico per situazioni di infiammazione localizzata accompagnata da stasi circolatoria e atonia dei piccoli vasi. Il fitocomplesso quindi, interviene contemporaneamente modulando il processo infiammatorio ma stimolando una risposta da parte dei tessuti lesi. La Medicina Popolare infatti, usa da sempre la pianta fresca sotto forma di cataplasmi o fomenti umidi per curare elettivamente varici, disturbi emorroidali, nonché per accelerare i processi di riparazione del tessuto stesso in caso di ragadi anali, del capezzolo e parti intime femminili.

È interessante notare che le escrescenze emorroidali che spesso manifestano forti dolori e perdite di sangue, sono fedelmente imitate per analogia simpatetica (Legge della Segnatura) dalle morfologiche forme dell’apparato radicale tuberizzate del Favagello. È importante però, mantenere il cataplasma per brevissimo tempo. Per questo motivo sconsiglio in modo categorico l’uso domestico della pianta. Esistono infatti, altre piante per questo problema di indubbia efficacia e di facile reperimento.

Concludendo, ogni Anima floreale e vegetale che Madre Terra offre ha una sua funzione, un suo motivo in relazione al Tutto; ciò accade anche se distante dagli aspetti terapeutici classici per la nostra salute. Colgo l’occasione per ricordare l’importanza di scegliere i fitocomplessi seguendo il parere di un esperto del settore: nella cura infatti ciò che fa la differenza è portare soprattutto lo sguardo alla persona, mettendola in relazione di conseguenza alla scelta della pianta ai fini terapeutici. Solo così si può avviare il processo di guarigione o di miglioramento del sintomo che fanno parte della storia unica della persona.

 

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