CICORIA SELVATICA

0

Nel suo fiore ritroviamo significati alti e di grande insegnamento per l’Animo umano. Secondo Bach, il fiore Chicory è legato al potenziale spirituale dell’amore altruistico e della maternità

Di Claudia Filipello

(pubblicato nel numero uscito nell’estate del 2015)

“Indaco dagli occhi del cielo”, canta così Zucchero nel suo brano omonimo del 2004. Narra del dolore di chi, perdendo per sempre il calore dell’amore, come accade nell’abbandono o nella separazione, non è più in grado di amare. Il cuore si chiude, si cristallizza come ghiaccio, non racconta emozioni, non parla, non sente e non ascolta. Il fiore color indaco della Cicoria, tipicamente estivo, è consacrato al sole: si apre al suo sorgere mostrando toni azzurro cielo e si richiude, rivelando sfumature indaco fino al viola, mentre i raggi solari si allontanano. Per questo suo essere sottilmente attratto dal sole, il botanico tedesco Conrad di Megenberg, vissuto nel XIV secolo, chiamò la Cicoria Sponsa Solis, sposa del sole o Erba del sole o del Solstizio d’Estate.

La Cicoria, forse più nota per le sue qualità alimentari che per i suoi tanti pregi  fitoterapici, comprende numerose varietà tutte appartenenti alla stessa specie, la Cichorium Intibus, ma con diversa morfologia. Possiede radici a fittone, foglie basali dentate e frastagliate. Il fusto ramoso può raggiungere il metro di altezza. Altre varietà sono le cicorie a foglie colorate, di cui fanno parte il radicchio di Treviso, le cicorie a radice grossa, il grumolo verde, il pan di zucchero, la bianca di Chioggia e le catalogne. Fra queste le più diffuse sono a foglie larghe, a foglie frastagliate ed infine le “puntarelle di Galatina”, oramai coltivate in tutta Italia centromeridionale. Così chiamate poiché in inverno fanno germogli a punta, che ricordano i turioni dell’asparago. Quando ancora sono teneri si tagliano alla base ed arricciati con un apposito coltello, possono essere conditi diventando un’insalata saporita e croccante. Altrettanto le tenere foglie della cicoria possono essere utilizzate fresche per insalate rustiche insieme ai germogli di rosolaccio, valerianella, cicerbite e tarassaco.

Oltre alle qualità gastronomiche, le foglie contengono numerosi principi attivi dal caratteristico sapore amaro (lattoni sesquiterpeni) e derivati dell’acido caffeico. Per questo motivo, la fitoterapia non utilizza questa parte della pianta a scopo terapeutico. La tradizione popolare concede a questa pianta un’azione coleretica, cioè stimola la produzione e l’escrezione biliare della colecisti; inoltre, è un lieve stimolante della secrezione cloridro-peptica dello stomaco ed in passato veniva utilizzata come aperitivo e digestivo oltre che epatoprotettore. Oggi l’uso in questi termini è stato abbandonato sia come estratto idroalcolico (tintura, estratto fluido ed infuso) sia come succedaneo del caffè (radici tostate). La moderna fitoterapia utilizza invece la radice della cicoria per la sua alta concentrazione di Inulina, importante polisaccaride costituito da numerose unità di fruttosio (polifruttosano) presente anche nella radice del Tarassaco, Enula, Bardana, Topinambur, e in tanti altri vegetali.

L’Inulina, quando viene assunta, si concentra nei vacuoli delle cellule come riserva. Infatti viene sfruttata la sua proprietà importante di non idrolizzarsi, cioè non si degrada né si assorbe e, raggiungendo intatta l’intestino (Colon) si comporta come una fibra solubile. L’azione terapeutica è come quella di una fibra vegetale che, unendola all’acqua, aumenta la massa fecale necessaria per stimolare la peristalsi fisiologica. Per tale motivo è indicata nella prevenzione e cura della stitichezza cronica, nel colon irritabile, nel meteorismo, nella flatulenza e nella diverticolosi. L’inulina viene altresì utilizzata nei regimi dietetici ipocalorici come integratore per favorire il senso di sazietà.

Studi recenti sull’Inulina inoltre, hanno ampiamente dimostrato che è l’unica fibra alimentare in grado di ripristinare l’equilibrio della flora batterica intestinale, spesso alterata da patologie come stipsi, colon irritabile, diarrea aspecifica da intolleranze alimentari, diarrea infettiva, trattamento con chemioterapici, e altre patologie intestinali. La sua azione terapeutica è infatti rivolta all’incremento dei bifidobatteri, riducendo contemporaneamente la percentuale dei batteri patogeni come per esempio, salmonella e clostridi.

In conclusione mi piace tornare al colore indaco per ricordare quanto il fiore della cicoria selvatica sia stato amato e osservato dagli occhi di Edward Bach, padre della floriterapia. Nel fiore della cicoria ritroviamo significati alti e di grande insegnamento per l’Animo umano; secondo Bach, infatti, il fiore Chicory  è legato al potenziale spirituale dell’amore altruistico e della maternità. Non penso sia un caso che il colore indaco del suo fiore possieda mutevoli intensità celesti, come il celestiale velo della Madonna, sposa di Dio, simbolo universale di amore materno.

Condividi con

About Author

Comments are closed.