L’Aconitus napellus è tra le piante spontanee più velenose. Tipica dell’arco alpino, dove però non è facile incontrala, in Appennino è molto rara
Di Lucilla Pieralli
(pubblicato nel numero uscito nell’autunno del 2016)
L’aconito è una delle piante più tremende che ci siano. Nasce sulle pietre delle scoscese ripe alpine e sviluppa un fiore generalmente blu stupendo. è una Ranucolacea e in natura si trova anche di colore giallo e bianco. Ne parliamo in questa sede per amor di precisione e come al solito, per conoscere meglio tutto ciò che potrebbe rappresentare un pericolo per chi ama rovistare tra le piante officinali.
Gli alcaloidi di questa ennesima “erba del diavolo”, così come vengono chiamate molte delle piante velenose, sono potenti ed efficaci anche solo per contatto, sulla pelle, ma fortunatamente si trovano prevalentemente e in quantità significativa nella radice della pianta. Ragion per cui bisogna veramente agire attivamente per estrarre il veleno e l’utilizzo casuale è pressoché impossibile. Il veleno è nella radice. Ancora una volta madre natura è crudele e benigna contemporaneamente. Alcaloidi, dicevamo, che agiscono sul sistema nervoso determinando la morte per paralisi cardiaca e respiratoria di uomini e animali. Anticamente aveva due utilizzazioni prevalenti; la difesa degli ovili dai lupi, dalle volpi e dagli orsi che avveniva impastando la polvere di radice con pezzi di carne con i quali si circondavano i ricoveri; strozzalupi infatti è il nome dell’aconito in nordEuropa.
La seconda era l’usanza nell’antichità di ungere le punte di frecce, di spade e lance con questo veleno che uccideva rapidamente il nemico. Da questi brutali usi è stato facile in passato passare alla mitizzazione dell’aconito. L’uomo ha sempre bisogno di andare oltre la realtà e la fantasia umana non ha mai avuto limiti. Prima dell’Illuminismo poi, tutto ciò che era impattante, inusuale e inspiegabile per le conoscenze del tempo, diventava magico e stregonesco. Con l’aconito i Tempestari si spargevano il corpo e volavano in alto scatenando tempeste e grandinate sui nemici, le streghe e i maghi diventavano invisibili e volavano dove pareva a loro sulle scope eccetera ecc….
Simbolo di Vendetta e di Maleficio viene descritta da Ovidio, Dioscoride e da Plinio il Vecchio e veniva usata anche come farmaco. E chissà a che prezzo di vite umane… Comunque la sua azione era mirata a rallentare il battito cardiaco, diminuire il ritmo respiratorio e la pressione arteriosa. La riscoperta della bellezza della pianta avvenuta ultimamente dai giardinieri di tutto il mondo ne ha fatto un soggetto da selezione per i colori delle fioriture . Dagli originali blu e giallo si è passati al bianco, al rosa e comunque ad una gamma di sfumature che ha reso questa pianta all’origine spaventosa una presenza regolare e tranquilla nei giardini di mezzo mondo. L’aspetto sorprendente e sconosciuto ai più della posizione dei principi attivi nell’anatomia delle piante officinali fa della pratica erboristica un vero mestiere da riabilitare e sul quale puntare non tanto nell’uso terapeutico delle piante che come abbiamo visto è a volte pericoloso e sorpassato, quanto nella conoscenza e nel rispetto della cultura naturalistica e ambientale.
La cultura del benessere proprio e della collettività nulla ha a che fare con le malattie e le terapie che sono di esclusiva competenza medica. L’erborista coltiva, raccoglie e prepara le erbe che il medico fitoterapeuta, quindi con una preparazione specifica, prescrive. In questo modo non si corrono rischi e come stiamo dimostrando con questa serie di articoli sulle piante velenose, il fai da te in erboristeria è troppe volte rischioso. Oggi, fortunatamente, Aconitum è “solamente” un prodotto omeopatico che viene usato per le malattie da raffreddamento, per i disturbi cardiaci, per l’ansia e nevralgie varie. Solamente, sta a significare che il basso dosaggio di attivi nelle preparazioni omeopatiche non espone a nessun tipo di pericolo chi le assume.