VITA DA BRUCO

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Coma crescono, dove si trovano cosa diventeranno le giovani farfalle che in primavera strisciano tra i nostri prati 

Testo di Guido Pedroni
Fotografie di William Vivarelli

In primavera la natura si risveglia dal grigio, dal freddo, e richiama con forza anche le nostre emozioni a risvegliarsi. Con pazienza si scorgono nuovi e colorati organismi viventi, animali e piante, che fanno capolino con le prime forme, quelle giovanili.  Vediamo le farfalle iniziare a volare sui primi fiori, diventando, poi, sempre più presenti con le fioriture che diventano via-via più abbondanti.

Acherontia-atropos

Tra le erbe più basse e le foglie morte ancora presenti al suolo, si muove lento un bruco giallo. Un bruco è una “farfalla giovane”, è la larva dei Lepidotteri. La maggior parte delle specie di Insetti dopo la schiusa delle uova si presenta con una larva, comunemente intesa come “verme”, ma che verme non è. I vermi appartengono ad una altra categoria di invertebrati, molto diversa dagli insetti. I bruchi sono poco conosciuti dalla maggior parte delle persone, che normalmente sono attratte dalla forma adulta di questi animali. Le loro dimensioni vanno da pochi millimetri fino a diversi centimetri di lunghezza. Ci sono bruchi con forme, colori e abitudini di vita molto diversificate, spesso strane, comunque molto interessanti, quasi intriganti; hanno una struttura esterna particolare, infatti possiamo riconoscere una forma allungata, di tipo vermiforme, dove si riconosce una testa a cui segue il torace, suddiviso in tre segmenti, a questo fa seguito l’addome, costituito, a sua volta, da dieci segmenti addominali.  L’apparato boccale è masticatore. Questo suggerisce che la dieta dei bruchi è costituita dalle parti verdi delle piante erbacee o dalle foglie di alberi e arbusti. Nel capo sono presenti occhi semplici e antenne rudimentali. Nella parte inferiore dei segmenti toracici si articolano tre paia di zampe; nell’addome sono presenti cinque paia di “false zampe”. La parte esterna del bruco presenta peli più o meno lunghi e abbondanti, a volte anche urticanti, per favorire meccanismi di difesa contro i predatori. Possono ricoprire l’intero corpo come una “pelliccia” oppure essere riuniti in ciuffetti.

Agrius-convolvuli

Ogni bruco completa la sua crescita giungendo ad un processo biologico che prende il nome di metamorfosi; è una trasformazione radicale della forma giovane nella forma adulta; è la modificazione funzionale e strutturale di una forma giovane incompleta in una forma completa adulta, a sua volta in grado di deporre uova e, quindi, generare nuovi organismi della stessa specie. I bruchi si “impupano” formando una crisalide, da cui esce perfettamente formata, in tempi diversi a seconda del tipo di specie, la farfalla.

C’è una relazione essenziale tra ogni bruco e le piante nutrici, in quanto la loro presenza rende possibile la deposizione delle uova da cui nasceranno le nuove larve.
La deposizione delle uova avviene sempre con la stessa modalità per ogni specie, sempre in relazione con le piante nutrici: sulla parte superiore delle foglie, sulla loro parte inferiore, lungo lo stelo erbaceo, sui rami di piante legnose, nel terreno alla base delle piante nutrici.
Vero anche che le stesse condizioni climatiche, insieme alla tipologia della vegetazione, contribuiscono (o meno) alla presenza di determinate specie di farfalle e quindi dei loro bruchi.
Il mimetismo poi, è un loro carattere tipico e interessante. In particolare, i colori sul verde o sul marrone della loro livrea li rendono invisibili agli occhi dei predatori, confondendoli tra la vegetazione o tra le parti legnose di alberi e arbusti. 

Shargacucullia lychnitis

Esistono, inoltre, delle forme di simbiosi tra varie specie di formiche e i bruchi di specie di farfalle che appartengono alla famiglia dei licenidi (vedi anche il numero di VB di luglio 2121). Questa relazione particolarissima, definita simbiosi mutualistica, favorisce sia i bruchi che le formiche. I bruchi dei licenidi sono in grado di produrre sostanze zuccherine sulla parte dorsale del loro corpo, di cui di nutrono le formiche; queste trasportano i bruchi nei formicai per poter usufruire di queste sostanze, proteggendo, contemporaneamente i bruchi dai predatori e da condizioni climatiche sfavorevoli. 

Info ed immagini sono tratte da farfalle d’Italia, di Pedroni

Alcune specie di farfalle hanno bruchi che creano agglomerati particolari come nel caso della processionaria del pino o della quercia. Questi bruchi si muovono in fila indiana costituita da diversi individui.  La prima è la Thaumetopoea pityocampa (Denis & Schiffermüller, 1775). Gli adulti sfarfallano dal suolo nel mese di luglio; in questo caso le uova vengono deposte a spirale intorno ad una coppia di aghi di pino, che sono soprattutto il pino nero (Pinus nigra) e il pino silvestre (Pinus silvestris).

La seconda specie è Thaumetopoea processionea (Linnaeus, 1758). Le farfalle escono dalla crisalide in primavera; le uova vengono deposte sui rami e rametti delle querce in gruppi di non oltre 300 unità a grappolo. I bruchi di questa specie sono attivi al crepuscolo e alla notte. Entrambe le specie provocano gravi danni alle foglie delle conifere e della quercia, provocando anche la morte degli alberi. Entrambe le larve portano peli urticanti sul corpo che possono provocare gravi fastidi anche all’uomo.

I bruchi testimoniano di una grande fantasia della natura quando si tratta di organismi viventi, la loro biologia, il loro comportamento, le relazioni con altri organismi nello stesso ambiente, le relazioni con l’uomo. Sicuramente, e ancora una volta, queste forme richiamano fortemente la nostra attenzione quando ci troviamo in un ambiente naturale, un’attenzione che deve diventare capacità di osservare, ammirare, difendere le grandi cose della natura, come le piccole cose, perché le une non possono esistere senza le altre.

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