Accanto alla conferma sul ripopolamento dei corsi d’acqua con lo Scazzone e il Gambero di fiume, le indagini faunistiche all’interno dell’area protetta nell’alta valle del Reno hanno accertato la presenza di 11 specie di anfibi, 96 di uccelli, sette di rettili, 12 di mammiferi di piccole dimensioni e otto di chirotteri.
Di Annalisa Paltrinieri
(Pubblicato sul numero uscito nell’inverno del 2011)
Dal falco pellegrino alla trota fario, dalla salamandra pezzata al tritone punteggiato: anche i risultati di accurate indagini faunistiche confermano la ricca biodiversità dell’area protetta dell’alta valle del Reno.
Nel corso del 2011 a ricercatori esperti è stato conferito l’incarico di approfondire le conoscenze sulla fauna presente nel territorio del Parco. Giuliano Gandolfi si è occupato delle indagini sulla fauna ittica effettuate, mediante l’utilizzo dell’elettropesca, nel tratto di torrente Limentra di Treppio posto a monte del lago di Suviana e dal torrente Brasimone nel tratto a monte del lago Brasimone. I risultati ottenuti hanno evidenziato, nel torrente Brasimone, la presenza di trota fario, scazzone e gambero di fiume, rinvenuto in pochissimi esemplari. Nel torrente Limentra di Treppio: trota fario, vairone, scazzone e barbo canino, rinvenuto occasionalmente ed in pochi esemplari.
Anche nel Limentra si conferma la presenza rara del gambero di fiume. Per quanto riguarda lo scozzone si evidenzia una tendenza al miglioramento dei popolamenti osservati. Il vairone, invece, è stato rinvenuto solamente nel Limentra di Treppio con popolazioni poco articolate e numericamente scarse. Le trote fario, infine, appartengono a diverse forme di ibridi di allevamento immessi per scopi di ripopolamento.
Giovanni Rossi e Alessandro Dall’Alpi, della cooperativa Hydrosynergy, hanno svolto indagini sugli anfibi e sui rettili. Si tratta di specie appartenenti alla cosiddetta “Fauna minore”, e quindi tutelate per legge, alcune anche a livello internazionale e nazionale tramite la Convenzione di Berna e la Direttiva Habitat. I risultati ottenuti hanno dimostrato quanto il Parco presenti una particolare importanza per la conservazione a livello regionale e provinciale di queste specie. Sono state infatti individuate ben 11 specie di anfibi: salamandra pezzata, salamandrina dagli occhiali, tritone alpestre, tritone crestato, tritone punteggiato, geotritone italiano, ululone appenninico, rospo comune, rana esculenta, rana agile e rana appenninica. Il risultato è stato particolarmente positivo soprattutto considerando che in tutta la Regione Emilia-Romagna le specie presenti sono 14. Sono state individuate anche 7 specie di rettili: orbettino, ramarro occidentale, lucertola muraiola, biacco, natrice dal collare, saettone e vipera comune. Particolarmente importanti sono stati i ritrovamenti di: salamandra pezzata, molto rara in Provincia di Bologna; salamandrina dagli occhiali, presente in Provincia di Bologna con poche altre popolazioni e che da almeno 10 anni era considerata estinta nel Parco; geotritone italiano del quale è stata trovata una popolazione particolarmente ricca di individui; ululone appenninico, quasi estinto in Provincia di Bologna e la cui presenza prima d’ora non era mai stata confermata all’interno del Parco.
Le ricerche sull’avifauna svolte da Dino Scaravelli del gruppo ST.E.R.N.A. hanno evidenziato la presenza di 96 specie di cui 54 nidificanti.
Una diversità elevata con alcune specie di notevole interesse: tra i rapaci troviamo nidificante la poiana, il gheppio, lo sparviere e il falco pecchiaiolo.
Di passo, durante la migrazione, si possono ammirare l’albanella reale, il falco di palude, il biancone, l’astore e il lodolaio. Non è raro intravedere le tracce del falco pellegrino e ogni tanto vi sono passaggi di aquila reale. Nella notte si possono sentire i richiami dell’allocco un po’ in tutti i boschi, mentre la civetta frequenta le campagne dei fondovalle. L’assiolo (in bolognese conosciuto come Chiù), lancia il suo particolare richiama in pochi punti riparati, mentre il barbagianni è in rarefazione in queste montagne. Il particolare frinire del succiacapre si sente, solo nelle notti estive, sui pascoli aridi e le piccole garighe.
I picchi – rosso maggiore, rosso minore, verde e torcicollo – abitano i boschi e le macchie intorno ai paesi. Non mancano le specie più colorate: l’upupa che cattura insetti nei boschetti e nei frutteti, il gruccione presente durante la migrazione in piccoli gruppi, e il martin pescatore presente in pochi esemplari. Legato all’acqua anche il raro merlo acquaiolo che si tuffa nei torrenti di acque pulite per cacciarvi insetti.
Nella ricca compagine dei passeriformi, si segnalano due specie di importanza comunitaria quali la tottavilla, ancora diffusa e numerosa nei prati del Parco e l’averla piccola, presente in pochi esemplari a fronte della drastica riduzione in buona parte della provincia.
Per i mammiferi sono segnalate 12 specie di piccole dimensioni tra cui spiccano: la talpa cieca legata alle alte quote e forse residuo glaciale, che qui convive a breve distanza dalla talpa comune dei fondovalle. Il moscardino, gliride aranciato che costruisce i suoi nidi di erbe intrecciate all’aperto o negli alberi, mentre il Ghiro è abbondante ovunque. Il toporagno acquatico di Miller è un piccolo mammifero nuotatore che cerca le sue prede nei torrenti, ma solo nelle acque di buona qualità, senza inquinanti.
Tra i chirotteri 8 sono le specie per ora ritrovate. Se il pipistrello di Savi è la specie maggiormente presente, sono diffusi anche il pipistrello albolimbato e il pipistrello nano, una delle specie più piccole e che pesa solo 5-8 g. Più robusto e che spesso trova rifugio negli abitati è il Serotino, mentre solo nei boschi si ritrova la Nottola di Leisler.
Due sono le specie di Rinolofidi, la famiglia di chirotteri caratterizzati da foglie nasali complesse e sonar particolarmente raffinato, il Rinolofo maggior e minore, rari e qui presenti con pochi individui. Da ultimo citiamo i piccoli gruppi di Vespertilio di Daubenton, abili cacciatori di insetti emergenti dalle acque e di zanzare in particolare, che sono stati registrato in caccia sia sul Lago di Brasimone e sia sul Suviana.
La tutela di queste specie rientra quindi negli obiettivi gestionali prioritari delle aree protette, perseguibile solo mediante la conoscenza delle specie presenti, della loro distribuzione e mediante l’elaborazione di Misure Specifiche di Conservazione che contengano non solo azioni di tutela delle specie e degli habitat ma anche approfondite ricerche sul campo ed azioni di creazione e ripristino di habitat e biotopi.
https://www.nellevalli.it/aquila-cervo-falco-lupo-e-ululone-i-magnifici-cinque-del-parco-dei-laghi/