Alcuni sono tutelati anche se in aumento, altri rischiano l’estinzione, tutti hanno trovato casa nell’area protetta dell’alta valle del Reno. Ecco quali animali potrete vedere facendo un giro tra Suviana e Brasimone
Di Annalisa Paltrinieri
(Pubblicato sul numero uscito nella primavera del 2012)
Il Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone si estende per più di 3 mila ettari nei comuni di Camugnano, Castel di Casio e Castiglione dei Pepoli ed è posto nella fascia montana e sub-montana del settore centrale dell’Appennino bolognese a ridosso del confine con la Toscana. Comprende le sorgenti del Rio Torto e del Torrente Brasimone e la parte del contrafforte che da Monte Calvi (1.283 m.) si estende verso nord fino ai Balzi del Cigno. La vegetazione è prevalentemente costituita da boschi di latifoglie, da aree a vegetazione arbustiva di ricolonizzazione di ex coltivi e da alcune praterie. Non mancano, infine, le pareti rocciose ed una grande varietà di zone umide. Un habitat particolare, quindi, a cui si lega la distanza da grandi centri urbani e che rende il Parco dei Laghi ideale per tutte le specie di animali. Dai rettili agli uccelli, dagli anfibi ai piccoli e grandi mammiferi. Vediamoli da vicino:
ULULONE APPENNINICO (Bombina pachypus)
È una specie tutelata ed è inserita nella Lista Rossa Regionale e quindi a rischio estinzione. Frequenta ambienti umidi assolati, come corsi d’acqua, pozze, anse morte o stagnanti di fiumi, vasche ed abbeveratoi. Sverna nel terreno o sotto i sassi. Quando si sente in pericolo inarca il dorso e solleva le zampe in modo da rendere visibile la colorazione ventrale e avvisare i potenziali predatori della secrezione cutanea molto irritante che rilascia quando viene catturato. La sua stagione riproduttiva va da marzo a settembre. La femmina depone dalle 40 alle 100 uova raggruppate in piccoli ammassi e ancorati al fondo delle pozze o a rametti sommersi. È minacciato dalla scomparsa o dal degrado dei siti riproduttivi, dalla verticalità delle sponde artificiali di raccolta dell’acqua, dal prelievo illegale e dal rischio di infezioni.
AQUILA REALE (Aquila chrysaetos)
Raggiunge una lunghezza che può variare tra i 75 e gli 88 centimetri, può toccare i 6,7 chilogrammi di peso e l’apertura alare può raggiungere i 2,30 metri. Le dimensioni maggiori, come in quasi tutti i rapaci, si raggiungono nelle femmine. Il becco è robusto e ricurvo, le zampe sono robuste e ricoperte di piume, gli artigli sono lunghi e affilati ed il quarto dito, opposto agli altri, è munito di un’unghia più lunga che trafigge le prede. È dotata di una vista straordinaria, sei volte più acuta dell’uomo e un campo visivo di 300 gradi. Esemplari di Aquila reale sorvolano il Parco ma non vi nidificano. L’aquila è un uccello molto attaccato al suo territorio, che può andare dai 50 ai 500 chilometri quadrati, a seconda della disponibilità di cibo. Predilige in genere gli spazi aperti con grandi pareti rocciose, sulle quali costruisce i suoi nidi. Le coppie che si formano durano per tutta la vita e risiedono nello stesso territorio per anni. Durante questa permanenza ogni coppia costruisce nel proprio territorio fino a dodici nidi e, all’inizio della primavera, ne sceglie uno e lo rinnova. La femmina depone due uova e la schiusa avviene generalmente a metà maggio. Dei due aquilotti in genere sopravvive solo uno ed il battesimo del volo avviene nella seconda metà di luglio. Costruisce di solito il nido ad una quota più bassa rispetto ai territori di caccia, per non essere costretta a faticose risalite quando è appesantita dalla preda. La sua tecnica di caccia è inconfondibile, scivola silenziosamente a bassissima quota lungo i crinali e piomba di sorpresa sulla preda che uccide quasi sempre con gli artigli. Gli uccelli, invece, possono essere afferrati anche in volo. È una specie protetta su tutto il territorio nazionale.
IL CERVO NOBILE o cervo rosso (Cervus elaphus)
Appartiene alla famiglia dei Cervidi e il suo habitat originario è costituito dalle zone boschive con presenza di radure o aree di boscaglia poco fitta. I maschi adulti possono essere lunghi sino a 2,50 m e alti, al garrese, sino a 1.2 m, con un peso che va da 200 a più di 250 kg nei casi eccezionali. La femmina è notevolmente più piccola. La colorazione del mantello subisce variazioni a seconda delle stagioni, del sesso e dell’età degli individui e va dal rossiccio al grigio-bruno. I palchi rappresentano la principale caratteristica dei maschi che compaiono alla fine del primo inverno per raggiungere il massimo sviluppo in luglio. Si staccano e ricrescono ogni anno. Anno per anno, il volume, il peso e parzialmente il numero dello punte va aumentando. Il cervo nobile deve il suo nome al portamento “altezzoso”: con il collo eretto e la camminata elegante, si muove leggero e maestoso. In piena corsa può raggiungere e superare i 60 km/h, agile e abile nel salto che, talvolta, può raggiungere in altezza anche i 2 m e più del doppio in lunghezza. All’inizio dell’autunno, precisamente da metà settembre a metà ottobre, inizia la stagione degli amori. In questo periodo, i maschi, iniziano a sfidarsi tramite bramiti per rivendicare il possesso delle femmine su altri pretendenti. Avrà la meglio chi riesce ad intimorire, con il suo verso, gli altri cervi. Il cervo, quindi, raduna intorno a sé da 5 a 15 femmine, che custodisce gelosamente, a prezzo di lotte tanto furiose quanto rare contro tutti i rivali: prima di passare alle armi i contendenti si sfidano “a voce”. La gravidanza dura 260 giorni, e di norma, a ogni parto nasce un solo cerbiatto, raramente due: il cucciolo ha il dorso pomellato per meglio mimetizzarsi fra i cespugli, dove rimane perfettamente immobile e non può essere avvistato da eventuali predatori poiché non emana odore.
FALCO PELLEGRINO (Falco peregrinus)
È noto per l’elevata velocità che può raggiungere in picchiata durante la caccia, ritenuta superiore ai 320 km/h, il che lo rende attualmente il più veloce tra tutti gli animali. ha una lunghezza compresa tra 34 e 58 cm, e un’apertura alare di 80-120 cm. Maschi e femmine hanno piumaggio simile ma, come in molti altri rapaci, le femmine sono circa il 30% più grandi dei maschi. Il dorso e le ali appuntite degli adulti sono solitamente di un colore che va dal nero bluastro al grigio ardesia, la punta delle ali è nera. Si distingue facilmente dalla poiana comune per il suo corpo compatto e la sua silhouette più agile, le ali sono strette e a punta e non larghe e frangiate all’estremità, come quelle della Poiana. Notevoli sono anche i suoi colpi d’ala veloci e vigorosi, mentre i battiti della poiana tendono ad essere più lenti. Più difficile è distinguerlo dal gheppio, più piccolo e meno massiccio e con la coda più lunga, ma per il resto simile. Il pellegrino, a differenza del gheppio, non fa mai lo “spirito santo”, un atteggiamento di caccia, utile per la cattura di insetti e roditori, che consiste nel librarsi fermo nell’aria, grazie a piccoli movimenti delle ali. Caccia prevalentemente in spazi aperti ma in alcune città – anche a Bologna – si è pure urbanizzato.Una coppia di falchi pellegrini resta insieme per tutta la vita.
LUPO
Appartiene alla famiglia dei Canidi e tra questi è il più grande come dimensioni: lunghezza tra i 145 e i 160 cm, altezza tra i 90 e i 110 cm. Il pelo ha sempre una colorazione varia che comprende colori dal marrone antracite al marrone chiaro; ma anche nero, beige o fulvo. Molto vorace, appartiene all’ordine dei carnivori ed è classificato nel genere dei superpredatori.
I lupi vivono in branco, con una struttura sociale fortemente gerarchica. Il branco è guidato da due individui che stanno alla punta della piramide sociale, il maschio e la femmina alfa. Il resto del branco, che possiede un forte senso della collettività, solitamente li segue. Solo la coppia alfa è in grado di crescere una cucciolata ma tutti i lupi del branco la assistono. I piccoli, quando diventano adulti, possono scegliere se rimanere all’interno del branco e aiutare ad allevare i nuovi nati, opzione di solito scelta da alcune femmine, oppure disperdersi, scelta presa in considerazione più che altro dai maschi. L’ordine gerarchico all’interno del branco è stabilito e mantenuto attraverso una serie di posizioni e di incontri rituali. I lupi preferiscono opporre un’ostilità psicologica anziché fisica, ciò significa che uno stato molto alto nella scala sociale è basato molto più sulla personalità o sull’atteggiamento, che sulla taglia dell’individuo o sulla sua forza fisica.