Sulle orme di Marconi

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Un trekking attorno a Pontecchio per scoprire i luoghi dove lo scienziato bolognese compì i suoi primi esperimenti

Di Francesca Biagi

A Villa Griffone, nelle colline di Pontecchio, residenza estiva paterna, Guglielmo Marconi è cresciuto: trascorreva il tempo osservando la natura, guardando dalle finestre di casa l’orizzonte lontano, camminando nei sentieri, tra vigneti e campi di grano. Il Museo Marconi, il mausoleo a lui dedicato, la famosa Collina dei Celestini, sono tutti luoghi che si possono scoprire e conoscere attraverso una breve passeggiata a piedi (circa 6 km) tra filari e campi con San Luca che ci guarda da lontano. 

Villa Grifone

La storia che ci raccontano questi luoghi è quella del giovane Guglielmo, nato a Bologna il 25 aprile 1874, appassionato da subito di esperimenti elettrici che portava avanti attraverso lezioni private e attività sperimentali che svolgeva prevalentemente nel laboratorio allestito nella soffitta della casa paterna (Villa Griffone, appunto). Emerse ben presto l’ambizione di diventare inventore e l’intuizione fondamentale arrivò nel 1894 quando Marconi iniziò a compiere esperimenti con le onde elettromagnetiche con l’intento di utilizzarle come mezzo per inviare segnali a distanza senza ricorrere ai fili della telegrafia ordinaria. In seguito a numerosi tentativi, riuscì ad inviare segnali a due km di distanza, al di là di una collina interposta tra l’apparato di trasmissione e quello di ricezione (la nostra Collina dei Celestini). 

Dopo i primi successi, Marconi si pose il problema di assicurarsi un riconoscimento ufficiale per la sua promettente invenzione e decise di trasferirsi in Inghilterra, paese economicamente e industrialmente avanzato, dove nel luglio 1897 fondò la Wireless Telegraph & Signal Company, la prima società al mondo per lo sviluppo delle radiocomunicazioni, in seguito nota a livello mondiale come Marconi’s Wireless Company. Grazie agli investimenti e all’intenso lavoro (svolto con un’ottima squadra di collaboratori), i successi si susseguirono con il miglioramento degli apparati e l’incremento della portata delle trasmissioni che culminò con l’impresa transatlantica: nel dicembre 1901 infatti Marconi ricevette a San Giovanni di Terranova il primo segnale radio che aveva superato l’oceano in quanto inviato dalla potente stazione costruita a Poldhu (Cornovaglia). Di enorme importanza fu l’applicazione marittima dell’invenzione marconiana, che permise salvataggi di tante vite umane: il radiosoccorso fu determinante nell’assegnazione del premio Nobel per la Fisica a Marconi (1909). Al termine della prima guerra mondiale (durante la quale svolse un’intensa attività diplomatica per l’Italia), Marconi acquistò il panfilo Elettra e lo trasformò in laboratorio radio mobile su cui eseguì prima campagne sperimentali sulle onde corte e poi, nei primi anni ’30, ricerche ed esperimenti sulle microonde. All’inizio degli anni Venti partecipò come imprenditore alla nascita del broadcasting: nel 1922 fu fondata la BBC e nel 1924 avviò la sua attività l’Unione Radiofonica Italiana (che poi divenne RAI).

Dentro al museo Marconi

La lunga carriera di Marconi, durante la quale fu inventore, imprenditore, eccellente sperimentatore e visionario, si interruppe con la morte che avvenne a Roma il 20 luglio 1937.  Il mondo lo commemorò con un atto eccezionale: tutte le stazioni radio rimasero in silenzio per due minuti nei quali l’etere tornò ad essere silenzioso come era stato prima delle sue invenzioni.

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