Un ipotetico percorso tra le aree golenali e riqualificazione ambientale lungo il Reno in attesa che diventi un vero e proprio parco. Su www.naturadipianura.it i consigli per iniziare a conoscerlo
Di Andrea Morisi
(pubblicato nel numero uscito nell’autunno del 2015)
Non a caso, chi studia l’ecosistema e il territorio, lo chiama “corridoio”. In natura il fiume connette, lungo di esso le specie “si muovono” e l’ambiente complessivo rimane più vitale. L’Uomo ne ha spesso fatto un confine, ma ne ha anche colto le capacità di unire territori distanti utilizzandone gli argini o le acque stesse per il trasporto. Oggi il territorio è molto cambiato, ma il fiume, in questo caso il Reno, rappresenta una nuova chiave di lettura del territorio, un trait d’union che lo connota, anche sotto il profilo della sua fruizione. L’idea non è nuova. Ricordiamo, tra le diverse figure che si sono adoperate per iniziare a parlare di valorizzazione del tratto planiziale del Reno e delle sue pertinenze, l’ingegner Walther Vignoli, ma sono varie le proposte e le analisi che hanno trattato questo tema, almeno negli ultimi 20 anni. Purtroppo ha probabilmente prevalso la visione del fiume come confine legata, piuttosto che la sua caratteristica unificante ed identificante che qui cerchiamo di riprendere. Ma forse i tempi sono maturati. è in vigore da alcuni anni una convenzione per la Gestione Integrata delle Aree Protette della Pianura (GIAPP) che ha raggruppato prima 17, poi 19 e, presto, 26 Comuni, nell’intento di mettere a sistema la gestione delle aree verdi di proprietà od uso pubblico, cercando al contempo di legare questi siti al resto del territorio, alla cultura, allo svago intelligente, all’ospitalità rurale, alla vendita diretta in azienda agricola, alla fruizione dolce e sostenibile.
Il risultato finale del lavoro del GIAPP potrebbe verosimilmente mirare alla nascita del “Parco del Medio Reno”, con l’ambizione di svolgere una moderna funzione di promozione sostenibile di un territorio e di offrire l’opportunità di avere un territorio più bello, più sano, più biodiverso, più resiliente, più ricco. Fermandoci alla componente naturalistico-paesaggistica, già oggi il Medio-Reno presenta una serie di caratteristiche di tutto rispetto. Alla periferia di Bologna esistono ampi tratti con aree golenali vaste e diversificate sul piano naturalistico (all’altezza del Quartiere Barca / Casteldebole; tra Via Togliatti e la Via Emilia; tra la Ferrovia BO-MI e la Tangenziale). All’altezza di Calderara di Reno e Castel Maggiore le Golene del Lippo e di San Vitale sono già oggi parte un sito della Rete Natura 2000.
Altre ampie aree possono potenzialmente andare ad arricchire la portata ambientale del corridoio fluviale, una volta esaurite le loro attuali destinazioni, come le aree di cava in Via Zanardi e Via Lame, così come, più a valle, l’ex-demanio militare a Passo Pioppe, i bacini in località Boschetto e le altre aree di cava a Bonconvento e Malacappa. Altre aree golenali più a valle sono già oggetto di riqualificazione ambientale (come in Via Longarola a Sala Bolognese o all’altezza di Via Beata Vergine ad Argelato / Castello d’Argile). Proseguendo verso valle si fanno frequenti lunghi tratti in cui il Reno corre rigidamente inalveato e con ridotto spazio in golena, ma dove gli habitat di sponda, come i “boschi igrofili a galleria”, tutelati dall’Unione Europea, non mancano. Sul confine con il ferrarese la golena si torna ad ampliare notevolmente e sono presenti altri importanti nodi ecologici come l’Area di Riequilibrio Ecologico “Bisana” a pieve di Cento / Galliera che fronteggia la Foresta della Panfilia sull’altra sponda. Ma a ben poca distanza dal Reno si rinvengono molte aree di pregio ambientale, rientranti nella citata Convenzione GIAPP, che a questo punto potrebbero davvero essere raccolte in un unico grande “contenitore”.
Già oggi sono in essere molte iniziative per la conoscenza e la fruizione di questi luoghi (www.naturadipianura.it), in attesa di una unica ed unitaria offerta del futuro. Del futuro “Parco del Medio Reno”.