Ecco alcuni anelli per mountain bike attorno all’Alpe di Monghidoro resi percorribili grazie al lavoro di amministrazioni e privati
Di Giovanni Ferretti – Futabike
(pubblicato nel numero uscito nell’autunno del 2015)
Negli ultimi anni il territorio dell’Alpe di Monghidoro ha accolto una grande quantità di escursionisti impegnati nella scoperta delle sue bellezze, ovvero i suoi magnifici sentieri. Su questa rivista abbiamo parlato in più di un’occasione della possibilità di vivere memorabili esperienze solcando i percorsi proposti, torniamo in argomento esplorandone di vecchi e di nuovi.
Con la collaborazione dell’amministrazione comunale si è creato un gruppo di volontari “variegato” (ciclo e motoescursionisti ) che di recente ha ultimato alcuni lavori di pulizia e sistemazione di diverse porzioni di sentieri che permettono di raggiungere il versante Toscano, garantendo la percorribilità di corridoi ed anelli che possono accendere sorrisi ed emozioni agli amici escursionisti. Un plauso per un intervento che segna un passo importantissimo nella condivisione delle responsabilità di tutti gli utenti dei nostri pregiati sentieri.
Ma veniamo alla proposta del nostro itinerario: possiamo pensare di partire da Ca’ dei Costa di Monghidoro lungo la SP 65 per salire quindi verso la vetta dell’Alpe; potremmo scegliere di percorrere la solita via San Pietro, aperta al traffico veicolare, ma se il terreno lo consente potremmo girare a destra verso Piamaggio; giunti nel borgo girare nuovamente a destra in direzione Ca’ di Giovannone sul sentiero 909, proseguendo per Fontanabona dove la strada asfaltata si interrompe in prossimità delle case e si prosegue su cavedagna verso Ca’ di Brescandoli; di qui si sale nuovamente in asfalto attraversando i Panigali, quindi avanti per Ca’ di Guglielmo e proseguendo su sterrato per le Tre Fontane; giunti alle sorgenti possiamo salire per il vecchio sentiero verso il crinale recentemente pulito e sistemato, sarà una faticaccia, ma la soddisfazione per la conquista della “solita Alpe” passando per il sentiero 909 sarà enorme.
Giunti in quota incrociamo il sentiero 917, lo imbocchiamo girando sulla destra, dove avremo la gradita sorpresa di trovarlo sistemato e pulito; tramite questo collegamento evitiamo un tratto consistente della vecchia via per Montefreddi, proseguendo quindi sulla stessa il sentiero giunge all’incrocio con la località “I Ronchi” dove si immette nuovamente nel bosco; di qui in poi è stato svolto un lavoro davvero considerevole che ha letteralmente resuscitato un sentiero ormai chiuso dalla vegetazione livellando il terreno dilaniato dalle precipitazioni e da un uso improprio da parte dei mezzi a motore.
Quest’opera di recupero permette un agevole transito in direzione “Poggio Turchino-Montefreddi-Passeggere”, così da by-passare il blocco sorto a seguito del movimento franoso che, ahimè, ha straziato questo versante a monte di Castel dell’Alpi. Ma torniamo al sentiero 917. Per “noi” bikers si accende nuovamente la voglia di “sconfinare” potendo scegliere di rientrare su due diverse tracce, oppure proseguire anche in direzione Monte Beni – Sasso di Castro.
Grazie al raduno non competitivo organizzato dai volontari di Pietramala-Firenzuola è stata pulita una variante che collega abbastanza agevolmente il sentiero 917 Passeggere con la zona adiacente la centrale di Monte Beni; attualmente non è segnalata in modo efficace, ma si tratta di una diramazione che in direzione “FUTA” prende a sinistra. Una volta giunti sulla sterrata di Monte Beni si può scendere e decidere fra due alternative che si presentano lungo la strada. La prima soluzione prevede di svoltare a destra direzione Sasso di Castro (lungo la strada è posta una freccia BLU con la scritta MTB che indica questo cambio di direzione), dove un bellissimo trail si collega con la rinnovata strada sterrata dell’Oasi di Covigliaio. Qui risaliamo verso destra in direzione Sasso di Castro fino alla rinnovata capanna dei cacciatori dove ovviamente si può nuovamente scegliere se salire sul Poggiaccio (direzione Futa – Via degli Dei sulla sinistra) oppure rientrare per le “Tre Savenelle-Ca’ di Borelli (direzione Pian di Balestra sulla destra). Di qui si scende a Castel dell’Alpi, poi Piamaggio ed infine ritorno alla partenza.
La seconda soluzione è più breve e permette il rientro sul versante Emiliano scendendo ancora poche centinaia di metri per incrociare la strada sulla SX che abbraccia in costa il Monte Beni giungendo sino alla vecchia ed inattiva Cava; di qui si scende lungo la SP 65 in asfalto verso l’abitato di Pietramala, ma se vogliamo possiamo condire di altro fuoristrada e “fatica” la salita al Passo della Raticosa scegliendo la vecchia strada che termina nei pressi del principio del sentiero che sale verso il Monte Canda. Di qui non avrei dubbi: breve tratto di asfalto verso la valle Idice e nuova svolta a sinistra verso Cavrenno, I Borghi, Filigare e nuovamente al punto di partenza.
Morale: la Toscana è lì e non si è mai mossa. Scusate per la battuta ma tale enfasi è dovuta al fatto che da Monghidoro possiamo attraversare il vasto territorio dell’Alpe per poi immergerci nei trail dell’Oasi Covigliaio-Monte Beni-Sasso di Castro godendo delle bellezze dei cugini confinanti; si tratta in ogni caso di un giro impegnativo per la quantità di dislivello proposta su trail apparentemente brevi (queste proposte possono variare fra i 20 e 30 km), ma che con l’incedere dell’autunno saranno resi ancora più invitanti dalle mille sfumature che il bosco regalerà ai nostri occhi.