NELLA VALLE DI TARANIS DOVE ETRUSCHI E CELTI CONVIVEVANO

0

Dal 27 giugno al 6 luglio la rievocazione storica a Monterenzio. Entro l’estate aprirà una originale struttura ricettiva realizzata come un villaggio celtico sui pendii di Monte Bibele

Di Claudio Evangelisti

Monte Bibele si trova nel cuore dell’Appennino bolognese, il massiccio montuoso ha un’estensione di circa 200 ettari ed è caratterizzato da fianchi ripidi che precipitano rispettivamente sui torrenti Idice e Zena. Le tre cime principali sono Monte Bibele (m.600), che dà il nome a tutto il massiccio, Monte Tamburino (m.575) e Monte Savino (m.550). Le ricerche archeologiche hanno permesso di stabilire l’insediamento di un gruppo di Etruschi a partire dal 400 a.C. che nelle zone più elevate della montagna, costruirono un villaggio con circatrenta abitazioni, tutte realizzate su terrapieni di pietra. La presenza di una tribù celtica nella stessa area viene scoperta nel 1978, quando nel vicino Monte Tamburino, una necropoli ha restituito preziose informazioni. Furono scoperte 170 tombe intatte, protette dal bosco per secoli. Le sepolture più antiche appartengono a popolazioni etrusche e umbre e, in origine, erano solo ad inumazione; tuttavia, tra il 380 e il 350 a.C., iniziarono ad apparire tombe in urne per la cremazione. Questo cambiamento coincide con l’arrivo dei Celti, come dimostrano i corredi funerari arricchiti di spade, elmi, lance e scudi. Probabilmente si trattava dei Galli Boi, migrati dalla regione transalpina tra il V e il IV secolo a.C., spinti da possibili mutamenti climatici e dal bisogno di espandere le loro attività commerciali. Queste migrazioni hanno portato a Monte Bibele una convivenza tra Etruschi e Celti, con una comunità pacifica che parlava due lingue e onorava differenti tradizioni e divinità. Alcune tombe rivelano guerrieri celti sepolti accanto a donne etrusche, confermando la tesi del Prof. Vitali sulla stretta integrazione tra le due culture.

I FUOCHI DI TARANIS
La rievocazione storica che si terrà a Monterenzio l’ultimo weekend di giugno e il primo di luglio, è ispirata al dio Taranis, che, secondo la mitologia celtica era il dio dei tuoni e dei fulmini. I celti che abitavano a Monte Bibele avevano eretto un altare votivo al fine di scongiurare la frequente caduta dei fulmini vicino all’abitato. Monte Bibele è forse uno dei pochi esempi di convivenza tra etruschi e celti (quest’ultimi sposarono donne etrusche) e quindi una terra di confine che durò per un centinaio d’anni. La zona venne abbandonata nel II secolo A.C. proprio a causa di un incendio forse causato dai fulmini.Durante la festa, oltre alla rievocazione di scene di vita quotidiana come accampamenti militari, realizzazione di manufatti in terracotta, e tessitura della lana, i vari gruppi di rievocazione, sia di estrazione celtica che etrusca, ma anche romana e greca, organizzano una serie di attività educative per trasmettere pratiche manuali e saperi storici, inoltre vengono organizzate visite guidate al Museo archeologico e al sito di Monte Bibele. Gli elementi fissi sono l’accensione del sacro fuoco della fraternità tra i popoli e della ruota di Taranis con la partecipazione di gruppi di druidi, che danno un approccio spirituale alla manifestazione, oltre che dimostrativo.
I due weekend si concludono con un combattimento tra romani e celti. Ogni edizione ha anche una tematica specifica. Per esempio, un’edizione è stata fatta sul miele facendo leva sia sulla presenza di un’azienda locale di miele per la produzione dell’idromele da parte dei celti.
Per info: www.monterenzioceltica.it

La Valle di Taranis un sogno che si avvera

La montagna era ricca di sorgenti d’acqua dolce e solforosa e tale ricchezza è celata nel nome “Bibele” documentato in età medievale sotto la forma di “Bibulo” (montagna potabile). La presenza di sorgenti d’acqua ha avuto un ruolo centrale nella religiosità degli abitanti di Monte Bibele. Oltre a una cisterna nel villaggio, una depressione naturale su Monte Tamburino, oggi nascosta dalla vegetazione, ha restituito 195 statuette votive in bronzo e numerosi vasetti miniaturistici in terracotta, indicativi di un culto legato all’acqua. Questa pozza sacra, o “stipe”, era utilizzata per offerte devozionali alla divinità e rimase attiva fino alla fine del IV secolo a.C., quando l’occupazione celtica pose fine a tale pratica. La sacralità della montagna è evidenziata anche dalla creazione di un luogo di culto sulla cima, delimitato da un recinto e un fossato, simile ai santuari all’aperto tipici delle tradizioni celtiche nordiche.

In questo contesto naturale e storico a contatto con le energie ancestrali sorgerà la Valle di Taranis, struttura ricettiva che comprenderà il primo e unico Villaggio Celtico in Italia, dall’Hostaria Dea dei Boschi, al Velarium e a tutti i luoghi magici che si prevede vengano terminati nell’estate del 2025. Il villaggio progettato e gestito da Runica srl di Sonia Poli e Riccardo Cavara, comprenderà sia il ristorante che alcune abitazioni costruite con criteri ecosostenibili e in stile celtico (es. tetti in canna e struttura in legno) arredati con mobili creati a mano da maestri artigiani. Nella piazza si svolgeranno i principali eventi, è presente un palco fisso per i musicisti che si susseguiranno durante i vari eventi. Questo grazie alla mente vulcanica di Andrea Poli, già organizzatore del festival “Monterenzio Celtica”, che registra la presenza di oltre 25.000 persone provenienti da diverse località italiane; da qui l’idea di mantenere i “fuochi di Taranis” sempre accesi in un vero villaggio con ristorazione, eventi, rievocazioni storiche, matrimoni nel bosco, concerti, convegni culturali, campo solare, archeologia sperimentale, teatro e area per campeggio, il tutto immerso nella sacralità di quei luoghi una volta abitati dai nostri avi.
Nel 2017 il Comitato Tecnico Scientifico ha definito le linee guida per un piano di gestione congiunto del museo Fantini e dell’Area di Monte Bibele. È nata così Arc.a Monte Bibele, l’associazione degli archeologi il cui scopo è gestire e promuovere il Parco Archeologico in rete dell’Appennino bolognese, un innovativo modello di conoscenza, gestione e fruizione della storia del paesaggio culturale appenninico. Un’area particolarmente affascinante di Monte Bibele è quella nota per la frequenza dei fulmini, dove è stato trovato un disco di terracotta di circa 8 cm di diametro. Il Prof. Gottarelli presidente dell’associazione ARC.a , direttore del Museo Civico Archeologico di Monterenzio e dell’Area Archeologico Naturalistica di Monte Bibele ritiene che si tratti di uno strumento astronomico usato per stabilire la direzione Nord-Sud, l’“asse del mondo” per gli Etruschi, essenziale nei riti di fondazione di nuovi villaggi o templi. Un disco simile, anche se più grande (14,5 cm), è stato trovato a Qumran, in Giordania, ma quello di Monte Bibele risulta più raffinato e antico. “Gli abitanti del villaggio svolgevano attività che per millenni erano state il sostentamento dei loro avi, ma già erano capaci di realizzazioni quali il quadrante solare, antica “bussola” per l’orientamento astronomico e geografico, strumento modernissimo per chi si preparava a conquistare il mondo. Un bosco che ha ospitato uomini liberi, che anche nella morte vollero continuare quell’oscuro viaggio nell’Aldilà che oggi trova luce. Viaggio – oggi lo sappiamo – non in un luogo, ma in un tempo: il tempo della loro riscoperta, della loro conoscenza e della nostra consapevolezza.” Curiosamente, nel 2004, i rover su Marte utilizzavano un disco molto simile per l’orientamento. La Valle è attraversata dai percorsi CAI “Mater Dei”, Bologna Montana Art Trail , “Via del Fantini” e ogni anno è attraversata dalla gara “Celtic Trail”, nonché da un percorso di mountain bike.

 

Condividi con

About Author

Comments are closed.