Nel feudo dell’Ariosto

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Generalmente si ricorda il celebre drammaturgo come figlio del ferrarese Niccolò e della reggiana Daria Malaguzzi Valeri. Ben pochi però sanno che la famiglia Ariosto (altrimenti detta degli Ariosti) ha invece origini bolognesi

di Ines Curzio e Lamberto Monti
(pubblicato su Nelle Valli Bolognesi uscito nell’autunno 2010)

Le colline di Riosto, 350 metri sul livello del mare, che fiancheggiano la Val di Zena e si protendono verso gli Appennini Tosco-emiliani, sono una zona ricca di storia.
Qui si rintracciano le origini della famiglia del famoso drammaturgo e scrittore Ludovico Ariosto e nel 1870 venne rinvenuto un prezioso fossile di Felsinotherium forestii. Oggi queste colline, caratterizzate da terreni sabbiosi e calcarei, permettono la realizzazione di vini pregevoli grazie all’impegno, alla determinazione e all’amore per queste terre della Società Agricola Podere Riosto, visitabile anche online all’indirizzo www.podereriosto.it.

Ariosto e i Colli bolognesi
Generalmente si ricorda Ludovico Ariosto come figlio del ferrarese Niccolò e della reggiana Daria Malaguzzi Valeri. Ben pochi però sanno che la famiglia Ariosto (altrimenti detta degli Ariosti) ha invece origini bolognesi. La spiegazione è innanzitutto etimologica. Il cognome Ariosto fa parte di quella classe etnica derivante dal toponimo della località di origine della famiglia. Nel caso specifico parliamo di Riosto, centro nei pressi di Pianoro, una volta detto “La Comune di Riosto”. In latino “da Riosto”, cioè originario di, si traduce “a riosto” che nel tempo è divenuto Ariosto o Ariosti, a causa della fusione della particella con il toponimo della località. Tale fusione è avvenuta quando la famiglia migrò a Ferrara per vicende storiche che vedremo fra breve.
Purtroppo dell’antico edificio del XIII secolo e della chiesa ad esso annessa, situati un tempo nel territorio del Feudo, rimangono solo alcuni ruderi. Originari di Riosto dunque (località sul monte fra i torrenti Savena e Zena, a circa 28 chilometri da Bologna), furono prima detti da Riosto (Lat: a Riosto), poi chiamati Ariosto, oppure volgendo al plurale, Ariosti.
Appartenevano alla nobiltà bolognese ed il loro nome compare già in documenti della fine del secolo XI. Nel 1117 gli Ariosti risultavano Cattanei della castellania di San Martino di Soverzano. Nella gerarchia medievale i Cattanei erano una via di mezzo tra il Conte ed il Valvassore; il loro nome deriva dall’abbreviazione di capitaneus, che significa reggitore di presidio o di castello; loro primo dovere assoluto era la difesa del castello e delle sue terre.
Nel 1407, vendettero il castello a donna Chiara degli Arrighi, moglie del cavaliere Bartolomeo di Marchione Manzoli. Sia gli Arrighi che i Manzoli esercitavano, molto lucrosamente, l’Arte della Mercatura. I Manzoli, grazie all’intraprendente e volitivo Marchione, divennero non solo molto ricchi, ma anche politicamente importanti e potenti, arrivando ad occupare numerose cariche fortemente rappresentative nel Comune di Bologna (Capitano del Popolo, Ambasciatore al Papa, membro del Consiglio dei Sedici, Gonfaloniere di Giustizia, Gonfaloniere del Popolo, membro del Senato dei Quaranta, ecc.); alla Chiesa diedero anche un Cardinale, Luca. Nel 1414 donna Chiara muore lasciando in legato, al marito Bartolomeo, il castello con tutte le sue pertinenze: i Manzoli diventarono così proprietari a pieno titolo del Castello di San Martino in Soverzano.
Ariosto tra gli Estensi e i Bentivoglio
A Bologna, gli Ariosti erano sostenitori dei Bentivoglio (Lorenzo, nel 1511, contribuì al rientro dei Bentivoglio in Bologna). Anche gli Estensi, Signori di Ferrara, erano sostenitori dei Bentivoglio, se non altro perchè imparentatisi con gli Ariosti per via della bella Lippa da Bologna (Filippa da Riosto) la quale fu amante di Obizzo III Signore di Ferrara. Durante la loro lunga relazione gli dette ben tredici figli. Obizzo III la sposò sul letto di morte e legittimò tutti i figli da lei avuti (27 novembre 1347), tra i quali ben tre fratelli si succederanno alla Signoria di Ferrara: Aldobrandino; Nicolò II, che farà costruire il Castello di San Michele, e Alberto V che otterrà, da Papa Bonifacio IX, la bolla d’istituzione dello Studio (Università) a Ferrara (1391) con gli stessi statuti e gli stessi privilegi delle più antiche di Parigi e di Bologna. Con Filippa Ariosti quindi, sappiamo che i discendenti dei Riosto si erano trasferiti a Ferrara. Assieme a lei anche il cugino Niccolò, che fu il capostipite del ramo da cui discese Ludovico, ed un Princivalle.
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