Nella stalla di fine Ottocento un percorso espositivo lungo “la casa rurale”, “le attività artigianali” e “i lavori agricoli”. Il Museo di Pianoro dedicato a Pietro Lazzarini studia e raccoglie le testimonianze materiali della passata civiltà contadina e artigianale del territorio delle vallate del Savena, dell’Idice e del Setta
di Michelangelo Abatantuono
(pubblicato sul numero dell’inverno 2009)
Nella stalla/fienile Gualando di fine ‘800 appositamente restaurata dal Comune di Pianoro, sono conservati ed esposti documenti materiali della passata civiltà contadina ed artigianale oltre 1800 di questi donati dal collezionista pianorese Pietro Lazzarini. L’accurato restauro dell’edificio ha restituito al suo stato originale il corpo centrale, la stalla con 10 poste dal soffitto a volta e pavimento in mattoni e adattato a spazi espositivi le superfici accessorie e il sovrastante fienile. L’allestimento, organizzato per ricostruzione storica di ambienti e per tipologia di oggetti, propone una lettura volta a trasmettere le tradizioni, i modi di vita e la lingua della comunità, rendendo immediatamente comprensibile l’antica realtà socio-economica locale. Il percorso espositivo, strutturato secondo tre filoni tematici, “la casa rurale”, “le attività artigianali” e “i lavori agricoli”, è incentrato sulle attività lavorative della donna e dell’uomo.
Negli spazi della casa contadina, gli strumenti, le suppellettili e gli arredi rimandano alla molteplicità del lavoro femminile e al ruolo della donna all’interno della famiglia patriarcale. La donna si affaccenda al furnasèli, fa la treccia di paglia, attività tipica della vallata del Savena, tesse il filo di canapa, fila la lana, ricama il corredo, lavora il latte per ricavarne formaggi e ricotta e aiuta l’uomo in cantina, nella stalla, nei campi.
Nelle poste rivivono le botteghe artigiane (calzolaio, barbiere, sarto, cappellaio, materassaio, magliaia, fabbro, falegname) e la miriade di attività stagionali quali il norcino, il seggiolaio, il cestaio, l’arrotino, il cordaio. Il settore dedicato ai pesi e alle misure è particolarmente interessante per la presenza delle antiche misure per cereali in uso prima dell’adozione del sistema metrico decimale, come la quartaróla e al stèr. Sotto una grande tettoia a vetrate sono esposti gli attrezzi e le macchine per il lavoro nei campi (coltivazione del grano, del mais, della vite, della patata e del fieno) e per il lavoro nei boschi di tagliatori, segantini, mulai.
Qua e là i segni della devozione e delle antiche credenze rimandano a un mondo dai confini tra il sacro e il profano ancora non ben definiti. Nel giardino che circonda il Museo si trovano i mezzi di trasporto agricolo e le macchine per la lavorazione del terreno, la semina e il raccolto. La trazione animale o meccanica, testimoniano i progressi e le innovazioni compiuti dall’uomo, anche se la zappa e la falce restano indispensabili.
Gigantografie, pannelli informativi, postazioni multimediali, per consultare l’inventario fotografico con la nomenclatura in dialetto e italiano, completano l’esposizione museale. Al piano superiore, l’aula didattica, con biblioteca e computer, è a disposizione delle scolaresche in visita e l’ampia sala per proiezioni, conferenze, seminari, ospita mostre di arti visive.
LE SEZIONI
- Lavori agricoli
- In questa sezione sono esposti gli attrezzi per la coltivazione dei prodotti locali, le macchine e i mezzi di trasporto agricolo. Lungo la valle del Savena quasi tutti lavoravano la terra. Piccoli proprietari di minuscoli poderi, contadini a mezzadria, braccianti per lavori stagionali. Ai contadini s’affiancavano pastori, tagliatori, carbonai, mulai e mugnai. Ma era il bosco la vera ricchezza. Se ne ricavava legna da ardere, da costruzione, da carbone, cibo per uomini e animali: castagne, ghiande, frutti selvatici, funghi, tartufi e pascolo.
- La Casa Rurale
- Al piano terra del Museo sono state ricostruite: la tipica cucina locale con il camino dalla cui cappa pende una catena munita di gancio per il paiolo di rame per la cottura della polenta, principale alimento quotidiano; la stanza del telaio che era usato per la produzione domestica di tela di canapa per farne indumenti, lenzuola o biancheria per gli usi propri e per il corredo dotale, tela fitta per sacchi da farina o teloni per coprire il pianale del carro; la camera da letto del fabbro del borgo; la cantina, il posto del vino e per la conservazione al fresco di prosciutti, salami, formaggi, marmellate.
- Le Attività Artigianali
- Le antiche botteghe artigiane rivivono all’interno del museo accanto alle attività lavorative della casa rurale e agli attrezzi dei mestieri ambulanti. Alcuni angoli accolgono gli strumenti del calzolaio, del barbiere, del sarto, materassaio, cappellaio, magliaia. È stata ricreata l’atmosfera fuligginosa della bottega del fabbro. Nella sua fucina si ferravano gli animali da lavoro e si fabbricavano gli attrezzi agricoli e quelli occorrenti agli altri artigiani. Nella sezione dedicata ai pesi e alle misure è esposta la serie delle antiche misure per cereali in uso prima dell’introduzione del sistema metrico decimale, nonché quelle per liquidi. Si trovano anche bilance, stadere, basculle