Dal parco della Chiusa a Sasso Marconi risalendo il Reno
foto e testo di Salvatore di Stefano
(articolo pubblicato nel numero uscito nella primavera 2016)
Se vi dicessi di camminare a fianco dell’opera idraulica in muratura più antica d’Europa tutt’ora funzionante, osservare il falco pellegrino nidificare su rocce antiche di cinque milioni di anni e passare sotto la volta di un arco facente parte dell’antichissimo Acquedotto Romano che riforniva Bologna, mi prendereste sul serio? Be’, tutto ciò è possibile, solo due passi fuori porta.
Non tutti sanno che da Bologna si può raggiungere a piedi la vicina Sasso Marconi risalendo le rive del Reno. Spesso, questo tragitto, lo percorriamo in auto più volte al giorno solcando la Porrettana o addirittura la comoda autostrada, semplicemente ignorando luoghi che nascondono veri e propri tesori. Superando la passerella pedonale al Parco della Chiusa (ex Parco Talon), si procede seguendo il segnavia CAI 122, lo stesso che contrassegna l’ormai celebrata Via degli Dei. Il rumore d’acqua che frange la già lontana opera idraulica in muratura più antica d’Europa, vi traghetta in un altra dimensione. Man mano che avanzate vi dimenticherete del caos urbano. I primi benefici non tarderanno ad arrivare.
A già, di cosa parlo? Ma della chiusa di Casalecchio, ovviamente. Da ottocento anni regima l’afflusso delle acque del fiume Reno alla Città di Bologna. Per secoli è stato il “motore” dell’industria cittadina ed in particolare dei famosi mulini da seta alla bolognese. Ricercata in tutte le corti europee, consentirono alla città di divenire una delle capitali della seta. Costeggiando le acque, all’ombra di una parete di arenarie plioceniche vecchie di 5 milioni d’anni, troverete l’Oasi Naturale di San Gherardo. Se guardate bene, lassù, tra le stratificazioni rocciose del Balzo dei Rossi potreste scorgere il più veloce animale vivente al mondo. Qui, siete nella patria del Falco Pellegrino. Nata dalla dismissione di una vecchia cava, l’Oasi è una vera chicca; possiede un indubbio valore naturalistico. Finito qui? No. Dovete sapere che nei pressi dell’oasi si trova anche uno degli ingressi di un acquedotto romano interamente scavato nella roccia; lungo 19 km, tutt’ora porta l’acqua del fiume Setta alle case dei bolognesi per circa un quinto del loro fabbisogno.
Qui le strade di molti potrebbero dividersi. Lasciandoci alle spalle l’anfiteatro calanchivo di San Gherardo, si può scegliere se proseguire lungo il segnavia CAI di via Vizzano, oppure, attraversare il Reno sul suggestivo ponte di inizio ‘900, fino alla vicina stazione ferroviaria di Pontecchio per rientrare comodamente a Casalecchio. Invece, proseguendo per Sasso Marconi, non bisogna far altro che seguire l’asfaltata via Vizzano fino all’incrocio con via Ganzole, tenere la destra ed appena un centinaio di metri dopo, alla vista dell’ormai familiare segnavia CAI BO-FI, infilarvi nel boschetto sulla sinistra. Una dolce salitella vi accompagnerà ai Prati di Mugnano. Comodamente seduti sull’erba, quassù, potrete ristorarvi a dovere; questo, è il luogo ideale dove fermarsi per un pic-nic.
La vista di dolci colline, abitate solo da qualche vecchio cipresso, accompagna ogni viandante fin sotto Monte Mario. Da Prati di Mugnano, seguendo le indicazioni della Via degli Dei, si arriva fino al bivio che indica il Monte; l’ultima tappa prima di scendere a Sasso Marconi. Lasciando il segnavia 122 ed imboccando il 118, In poco tempo si raggiunge la sella di Monte Mario. Faticosetto, ma ne vale la pena. Da quassù si domina buona parte della valle del Reno; inutile dirvi che il panorama è spettacolare. Dalla sella, sempre seguendo il 118, si scende rapidamente di quota. Dietro una curva, nel bel mezzo del nulla boschivo, farete un’incontro a dir poco sensazionale. Ad ornamento della vegetazione, se ne sta là da un paio di migliaia di anni; uno splendido arco d’acquedotto romano. Di certo, non brilla dello splendore dei giorni migliori, ma, non si può far altro che rimanere sbalorditi dall’incredibile opera. Avanzando, poco dopo, vi troverete in località “La Quiete”; il sentiero è ben segnato, decisamente battuto e facilmente riconoscibile. Sempre il segnavia 118, in breve, vi porterà a Sasso Marconi sulla via Ganzole, proprio a due passi dalla Stazione ferroviaria.