Un trekking di 20 chilometri nella Valle del Limentra tra Medioevo, natura e Resistenza. Si parte dall’antica chiesa di San Martino a Camungnano
di Valentina Fioresi
“L’Anello delle fontane”: un suggestivo percorso ad anello che vi farà scoprire segreti storici e naturalistici della Valle del Limentra. Formata da due diversi rami dello stesso torrente (che nascono entrambi dal monte La Croce, nell’Appennino Pistoiese), attraversa le aree toscane e del bolognese. Il ramo superiore tocca Sambuca Pistoiese per raggiungere poi il bacino di Pavana, quello inferiore è stato sbarrato per formare il lago di Suviana (Castel di Casio), ma prosegue il suo corso fino a diventare affluente del Reno all’altezza di Riola.
“L’Anello delle fontane” è un trekking lungo 20 chilometri con circa 450 metri di dislivello totali. É nato da un’idea del signor Gianpaolo Verardi, presidente dell’associazione “Camminatori di Camugnano”, nata a ottobre 2019 in seguito al progetto di tracciare il percorso e attualmente iscritta tra le associazioni no-profit onlus. L’organizzazione ha poi partecipato, insieme al comune di Camugnano, a un bando per raccogliere i fondi necessari alla realizzazione del progetto.
L’”Anello delle fontane” è un percorso tabellato e segnalato da specifica segnaletica di colore giallo che si aggiunge ai segnali del CAI già presenti sul territorio; sono inoltre installati, alla partenza e in altri punti strategici, pannelli informativi che illustrano il percorso sia dal punto di vista del tracciato che da quello storico-naturalistico.
- INFO
- Per maggiori informazioni o approfondimenti sul percorso è possibile contattare l’Associazione Camminatori di Camugnano tramite la pagina Facebook: https://www.facebook.com/camminatoricamugnano o telefonicamente al +39 335 7183290.
L’anello ha come punto di partenza la chiesa di San Martino di Camugnano, della quale si hanno notizie fin dal 1378. Nel 1616 vennero effettuati importanti lavori di ricostruzione, completati alla fine del secolo, mentre la facciata è piuttosto recente dato che è stata realizzata nel 1889. Si prosegue verso Guzzano, dove si può ammirare la Pieve di San Pietro, edificio che fa parte dei Luoghi del Cuore del FAI (progetto volto a censire luoghi da non dimenticare su tutta l’area italiana, selezionati e resi noti grazie ai racconti orali di cittadini e personaggi noti). Le prime notizie relative alla Pieve risalgono al X secolo, ma tra il 1460 e il 1654 venne ricostruita più volte, perdendo così il suo aspetto originario. A metà del Settecento purtroppo l’edificio andò in rovina, ma venne riedificato in un sito leggermente più lontano da quello originale su progetto dell’architetto Scagliarini di Bologna.
Lasciato Guzzano si raggiungono i resti del castello di Mogone, di cui non sono rimaste ormai che poche pietre. Il castello sorgeva in una zona strategica nei pressi del Passo dello Zanchetto e si hanno notizie dell’edificio fin da prima del 1100, ma fu nel 1144 che passò sotto l’influenza dei conti Alberti di Prato, componendo un feudo insieme ai castelli di Castrola e Guzzano. Il loro dominio terminò nel 1382, a causa di una disputa territoriale e poi giudiziaria che portò la contessa Caterina Alberti a perdere la giurisdizione su tutto il feudo di Mogone. Nella prima metà del 1400 il castello venne distrutto e dal secolo successivo il sito divenne già scenario perfetto per miti e leggende: nel 1597 si ha notizia certa che quattro abitanti di Baigno vennero identificati dopo aver scavato illegalmente buche tra le rovine del castello, in cerca di un fantomatico tesoro.
La prossima tappa è il bosco del Poranceto, dove è possibile sostare per il pranzo. Qui ci si trova immersi in un maestoso castagneto secolare, che ospita il museo del bosco: il percorso espositivo è articolato in tre aree, una dedicata alle varie tipologie boschive, una al rapporto tra animali e bosco e l’ultima al rapporto uomo-bosco. Il museo è gestito dall’Ente Parchi Emilia Orientale e funge anche da centro visita: è visitabile i sabati e le domeniche da giugno a settembre, oltre che in caso di feste come quella della smielatura e della castagna.
A questo punto l’ “Anello delle fontane” prosegue lungo il sentiero CAI 0039 lungo il crinale fino al Passo dello Zanchetto, una parte del percorso che permette di ammirare un panorama spettacolare sui laghi di Suviana e di Brasimone. I due bacini sono artificiali, creati l’uno nel 1928 e l’altro nel 1910 al fine di produrre energia elettrica. Negli anni ‘70 i laghi vennero collegati per alimentare la centrale idroelettrica e il sistema ad esso collegato. Dal 1995 tutta l’area fa parte del Parco dei Laghi, area naturalistica protetta.
Superato il Passo dello Zanchetto il trekking arriva a Fontana Vìdola, proseguendo poi per un tratto lungo la Via della Lana e della Seta, il cammino che da Bologna conduce in Toscana passando anche per l’area del Parco dei Laghi e di Castiglione dei Pepoli, per arrivare poi a Montepiano, poi Vernio, Vaiano e infine Prato.
Si prosegue attraverso il bosco del Farneto, dove il 18 luglio 1944 i partigiani del gruppo “Bruno Buozzi” della brigata Garibaldi vennero uccisi da un reparto di soldati tedeschi, fino al Monte di Camugnano. Da qui si scende fino a tornare in paese, concludendo così l’anello al punto di partenza, la chiesa di San Martino. Non lontano si trova un ostello che dispone di 50 posti letto dove è possibile pernottare.
Lungo “Anello delle fontane” si incontrano effettivamente delle fonti, per l’esattezza cinque: una a Camugnano presso il Parco don Antonio, una a Guzzano al centro del paese, una presso la foresteria del Poranceto, la già citata Fontana Vìdola e l’ultima presso il Campo Sportivo di Camugnano, davanti alla baita degli Alpini.