La pietra serena, l’oro grigio dell’Appennino

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Firenzuola è la capitale mondiale della pietra serena. Nei sotterranei della Rocca del quattordicesimo secolo in cui ha sede il municipio un museo ne percorre la storia e ne celebra qualità e bellezza sottolineando, attraverso una sezione dedicata agli scalpellini, il forte legame con il territorio.

Di Roberta Gambaro

(pubblicato nel numero uscito nell’inverno del 2012)

Etruschi e romani se ne servivano per costruire tombe, mura e templi. Nel Rinascimento, artisti del calibro di Brunelleschi l’hanno utilizzata per realizzare capolavori senza tempo come l’Ospedale degli Innocenti, la Chiesa di San Lorenzo, la Basilica di Santo Spirito. Parliamo della pietra serena, un’arenaria di colore grigio, arricchita da micro minerali che riflettono la luce e le donano una brillantezza unica, che da secoli fa splendere le opere fiorentine conservate nei musei di tutto il mondo. La pietra serena viene estratta dalla dorsale appenninica settentrionale e vede in Firenzuola la sua vera e propria capitale. In questo piccolo paese sui monti che dividono l’Emilia dalla Toscana da secoli viene lavorata ad arte da maestri scultori. Dal 1999 è possibile ammirarla all’interno di un museo a lei interamente dedicato.

Il museo della pietra serena di Firenzuola, che fa parte del “Sistema museale territoriale Mugello Alto Mugello Val di Sieve”, è gestito dalla Comunità Montana del Mugello. È un “Museo diffuso”, ovvero una rete di sistemi naturalistici, storici, artistici, archeologici e demo-etno-atropologici che connettono tra loro i patrimoni culturali del territorio.

Il museo nasce nel dicembre del 1999 come tributo all’abilità dei maestri scalpellini di Firenzuola e per celebrare le qualità e la bellezza della pietra serena. I locali museali si trovano nei seminterrati della Rocca, l’odierna sede comunale, costruiti nel 1300 ad opera di Antonio da San Gallo e riportati alla luce in seguito ad un intervento di restauro della Piazza.

Il percorso di visita inizia con una sezione dedicata ai “paesaggi di pietra” e prosegue con il “lavoro in cava” nel quale si racconta l’estrazione della pietra, per passare poi alla sezione successiva dedicata ai “manufatti del quotidiano”. Si prosegue con uno spazio “virtuale” che presenta un’abitazione contadina, soffermandosi sugli elementi architettonici tipici di queste zone. Il Museo dedica un settore anche al lavoro di scavo e ripristino della struttura fortificata, che ha consentito il ritrovamento di importanti reperti ceramici.

Gli spazi espositivi sono inoltre fortemente caratterizzati in rapporto alla funzione di difesa ed attacco svolta dalla Rocca e di cui rimangono la “camera di volata” e i cunicoli delle cannoniere. All’entrata nel Museo, il visitatore può percepire quanto l’impiego della pietra serena abbia interessato l’insediamento e la vita quotidiana degli abitanti di Firenzuola. Proprio a rendere esplicito lo spessore storico e la ‘cultura’ legata alla utilizzazione del materiale lapideo viene richiamata la storia di Firenzuola fino dalla sua fondazione, sottolineando la qualità di “terra murata” dell’abitato situata nella sala d’ingresso.

Proseguendo la visita, si scoprono quattro sezioni museali che evidenziano il radicamento della attività di estrazione e lavorazione della pietra. Nella prima sala, mentre si illustrano le fasi di escavazione e lavorazione secondo i metodi tradizionali di un tempo e precedenti alla comparsa di attrezzature più moderne e facilitanti all’escavazione, compaiono così immagini di cavatori e scalpellini, di luoghi del lavoro e cantieri, di manufatti e oggetti d’uso abituale, che rivelano la qualità domestica della pietra e fanno rivivere in tal modo la quotidianità del passato.

Nella seconda sala, attraverso una documentazione originale, ci si rende conto del numero delle cave, della loro consistenza e di quella vita così dura ed estenuante, quale quella del cavatore il quale spesso e volentieri metteva a repentaglio la propria vita. Nella terza sala sono sempre i manufatti a parlare in prima persona dell’abilità tecnica dei ‘maestri scalpellini’. Ci si sofferma dai cosiddetti ‘labirinti della memoria’ in cui si riscopre la maestria dello scolpire e la sapienza nel carpire i suoi tesori per giungere al centro della sala, ove sono posti due oggetti in cui viene simboleggiata la sapienza dei fatturanti di Firenzuola: il bassorilievo della Madonna di San Pellegrino e il ciborio della chiesa dei SS. Domenico e Giustino di San Pellegrino. Infine, nella quarta sala, sono proprio i manufatti d’arte accompagnati da quelle annotazioni che consentono collegamenti e rimandi ad esperienze particolarmente significative per la cultura artistica non solo italiana. Alla pietra serena come “pietra d’arte” sono riservati così gli spazi conclusivi, mediante l’esposizione di manufatti frutto dell’abilità tecnica dei maestri scalpellini di Firenzuola che, con pochi ed efficaci attrezzi, per secoli hanno operato per decorare ed impreziosire monumenti ed edifici.

Il museo si trova in Piazza Don Stefano Casini, n. 4 a Firenzuola (FI). Dal 1 ottobre al 31 marzo è aperto il lunedì, giovedì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 16.30. Biglietto intero 3 euro, ridotto 1.50 euro. La visita è gratuita per i residenti nei comuni di Firenzuola. Info: 055 8199451 – museopietraserena@comune.firenzuola.fi.it

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