La Partecipanza di VILLA FONTANA

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Le origini dell’Istituto risalgono all’anno Mille, quando gruppi di coloni disboscarono e bonificarono le terre tra il Quaderna e l’Idice. Lo scorso maggio l’acqua dei due torrenti ha allagato parte dei campi ad uso civico nelle campagne attorno a Medicina

di Elena Boni

Gonfalone della Partecipanza

Quando arriviamo a Villa Fontana, frazione del Comune bolognese di Medicina, è passata da pochi giorni l’alluvione che ha sconvolto la vita della Romagna. Il piccolo paese è apparentemente tranquillo e il Palazzo dell’Orologio, storica sede amministrativa dell’antico ente di proprietà collettiva, è stato risparmiato dall’acqua. Ma poche centinaia di metri più avanti, le acque hanno completamente invaso i campi della tenuta Vallona, possedimento collettivo millenario della Partecipanza nella frazione di Sant’Antonio della Quaderna. Ne parliamo con il Presidente Fabio Cavalli e il Segretario Cesare Lenzi. Arrivano all’appuntamento direttamente dai campi allagati e ci sconsigliano di visitarli data la scarsa praticabilità di argini e strade e le precarie condizioni ambientali.

Paludi, risaie, alluvione: una storia fra le acque

Le origini della Partecipanza si perdono intorno all’anno Mille, quando gruppi di coloni disboscarono e bonificarono le terre fra i torrenti Quaderna e Idice per renderle coltivabili, ricevendone in cambio il diritto di godimento perpetuo o uso civico. Da allora tale diritto si tramanda di padre in figlio. I terreni sono suddivisi in quote di uguale grandezza e assegnati ogni 18 anni ai discendenti in linea retta maschile delle antiche famiglie partecipanti, che abbiano residenza (“…casa aperta e camin fumante…”) in una delle quattro parrocchie della “cerchia”: Villa Fontana, S. Donino, Fiorentina e S. Antonio della Quaderna.

Fino agli anni ’20 del Novecento i terreni erano coltivati prevalentemente a risaie e ricoperti per molti mesi all’anno dall’acqua. Le bonifiche avviate in quel periodo permisero di ricavare 860 ettari di terreno asciutto, lasciando ancora alcune aree a risaia. A seguito del “piano verde” elaborato dalla Partecipanza nel 1996, attualmente i terreni sono destinati per 750 ettari a seminativo e per 110 ettari a valle con scopo faunistico-venatorio.

Pianta della tenuta Vallona nel 1931

Fino al 15 maggio scorso si coltivavano frumento, mais da biomassa, patate e cipolla, erba medica, barbabietola da zucchero, erbe officinali, piante da seme e anche, in una piccola porzione, riso. Da sempre la popolazione vive a stretto contatto con l’acqua. Già dopo il terremoto del 2012 si erano riaperti il vecchio pozzo e la condotta idrica verso il paese, chiusi da decenni. La Partecipanza aveva restaurato un ponte a marzo 2020 e di recente completato il progetto “acqua comoda”: predisposizione di condotte irrigue che portano l’acqua irrigua a una distanza massima di 500 mt in tutta la tenuta.

Questi progetti di buon governo del territorio rurale e dell’irrigazione non sono bastati, tuttavia, a salvare il centro aziendale Vallona e i campi della Partecipanza. Quando la rotta dei fiumi ha invaso la pianura, i canali non avevano portata sufficiente per smaltire l’acqua in eccesso e hanno cominciato a riversare l’acqua uno nell’altro. Per preservare il paese di S. Antonio e i centri abitati successivi, il Prefetto il 16 maggio ha chiesto di utilizzare i terreni della tenuta Vallona come cassa di espansione dei torrenti Quaderna e Idice. Nel momento in cui scriviamo il riversamento delle acque è ancora in corso. I campi sono completamente invasi dall’acqua e i raccolti, già seminati ed alcuni quasi pronti per essere mietuti, stanno marcendo sotto lo specchio d’acqua. Il rischio peggiore riguarda lo sviluppo di batteri e malattie, che possono nuocere alla popolazione e ai terreni. Non si può ancora valutare la durata di questi effetti nel tempo, né al momento quantificare i danni a medio e lungo termine.

Oltre l’alluvione: progetti e prospettive

Scopo statutario della Partecipanza è “l’amministrazione, il miglioramento e l’eventuale aumento del proprio patrimonio fondiario per il godimento diretto di esso da parte degli aventi diritto”. Per raggiungere tale scopo l’ente ha in corso alcuni importanti progetti che sono stati temporaneamente sospesi, ma dovrebbero proseguire dopo l’alluvione. Il primo riguarda l’educazione ambientale delle nuove generazioni, mediante un accordo con la scuola secondaria di primo grado di Medicina. Ogni anno le classi prime svolgono alcune lezioni teoriche e una visita all’archivio storico e alla valle, con l’aiuto dell’antropologo Lorenzo Mantovani.

Un altro importante progetto riguarda gli immobili di proprietà della Partecipanza: sono appena terminati i lavori di ristrutturazione del palazzo della Vallona, mentre è in programma la ristrutturazione di 25 alloggi tra Villa Fontana e S. Antonio. Inoltre l’ente ha vinto un bando regionale per lo sviluppo rurale allo scopo di ristrutturare l’ex-magazzino del riso, edificio sottoposto a vincolo storico-artistico, e ricavarne un’officina agricola e una sala polifunzionale con un piccolo museo.

La preoccupazione principale oggi riguarda il ripristino delle opere agricole e il futuro delle coltivazioni. I partecipanti di Villa Fontana, discendenti diretti dei coloni che per secoli hanno bonificato e coltivato queste terre, ancora una volta non hanno fatto mancare il loro aiuto all’intera comunità e alle istituzioni pubbliche. Ora aspettano che le istituzioni facciano la propria parte, erogando loro le risorse necessarie per risollevarsi.

INFO
Partecipanza agraria Villa Fontana
Via E. Dalla Valle 27
40059 Medicina (Bologna)
tel. 051 853807
partecipanzavillafontana@gmail.com
www.partecipanzavillafontana.it
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