La leggenda delle formiche con le ali

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La storia del Santuario del Monte delle Formiche da Matilde di Canossa ai giorni nostri. Ogni settembre lo spettacolo degli sciami già segnalato nei documenti del XV secolo. Carlo Emery, professore di zoologia dell’Università di Bologna, nel 1882 individuò la specie: myrmica scabrinodis

di Lamberto Monti
(pubblicato sul numero uscito nel’estate 2010)

Una delle più antiche memorie che si ha del meraviglioso monte, chiamato comunemente Monte delle Formiche, risale al 1078. In quell’anno la Contessa Matilde di Canossa donava alcuni possedimenti al Vescovo della Chiesa Pisana Landolfo, tra cui la chiesa di Santa Maria Barbarese antico nome dell’odierna Santa Maria di Zena.

La chiesa domina un’ampia zona di poggi e vallate, il luogo è quanto mai interessante per la sua austera bellezza. Questa vetta fu sicuramente, in tempi anteriori all’era cristiana, sacra a divinità pagane come altre vette vicine: Monte Adone, Monte Cerere, Monzuno. Per la sua posizione dovette ben presto avere molta importanza, infatti nel 1400 la Chiesa era già plebana e comprendeva diverse chiese del territorio.

L’edificio primitivo in stile romanico ebbe un vero rifacimento verso il 1300 in forma gotica a cura del comune cittadino in seguito alla distruzione che subì durante la guerra fra Bologna e Ferrara. Un nuovo rifacimento fu fatto nel 1888 quando l’arciprete Romano Borelli ebbe l’idea di una nuova chiesa che rispondesse di più alla gloriosa tradizione del posto e alla grande devozione per l’immagine della Vergine. Diede l’incarico all’architetto Vincenzo Brighenti e il nuovo edificio fu presto una cosa compiuta. Una chiesa semplice a una sola navata ma solenne specialmente nella massiccia struttura dell’esterno che perfettamente si intonava con la scoscesa configurazione del luogo.

L’ultimo rifacimento della chiesa avvenne nel 1957 quando, dopo la distruzione avvenuta a causa di un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, venne affidato il progetto all’architetto Gaetano Marchetti, l’attuale chiesa mantiene una certa solennità per dimensioni e posizione. Di antico resta il campanile risalente al 1723 quando venne edificato durante dei lavori di restauro della chiesa. Il luogo resta incantevole anche per il panorama che permette in certe mattine di giungere con lo sguardo fino al litorale adriatico e a settentrione fino alle Prealpi Veronesi.

 

IL FENOMENO DELLE FORMICHE ALATE

L’antico nome della chiesa era Santa Maria Barbarese, non è noto il tempo in cui cominciò a chiamarsi Santa Maria di Zena, ne abbiamo solo prove dalla metà del secolo XII. Neppure sappiamo che relazioni vi siano con il torrente (Zena), se è stato il torrente a prendere il nome dal luogo o viceversa. La cosa è più sicura relativamente al fatto che diede a Santa Maria di Zena l’appellativo di Monte delle Formiche. Quest’appellativo ha avuto principio quando cominciò ad essere presa in considerazione la venuta delle Formiche alate. Il primo documento sicuro in proposito è del principio del secolo XV. Da quell’epoca in poi la denominazione di Santa Maria di Zena rimase solo nei documenti ufficiali, nei quali comunque viene sempre aggiunto : Sancta Maria de Monte Formicarum. Il fatto degli sciami di Formiche che arrivano in settembre su questo Monte non si può mettere in dubbio. Diversi zoologi che non credevano al fatto si sono recati al meraviglioso Monte per verificare e studiare il fenomeno curioso e scientificamente interessante. Non tardarono a persuadersi della verità perchè i loro capelli si coprivano di formiche cadenti. Tra essi il dottor Carlo Emery, professore di zoologia dell’Università di Bologna, ne 1882 ha riconosciuto la specie : myrmica scabrinodis. Il popolo che da sempre riveste di leggenda fatti naturali, sopratutto se imperfettamente conosciuti, ha sempre creduto che queste formiche con la loro morte rendessero omaggio alla Beate Vergine, come lasciava intendere l’antico distico latino riprodotto sotto la santa immagine: Ansiose volano le formiche all’altare della Vergine, pur sapendo che ai suoi piedi moriranno. In realtà questo misterioso fenomeno ha più ragioni scientifiche che miracolose ma vi invito comunque a provare l’esperienza.

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