Nel piccolo gioiello di via Zamboni (BUB) sono custoditi più di un milione di libri tra i quali 12mila esemplari manoscritti, più di mille incunaboli e 15mila cinquecentine, oltre ad alcuni papiri Egizi e un Lattanzio del VI Secolo. A gennaio il Rotolo 24 del Fondo Marsili è ritornato a casa dopo l’esposizione al Metropolitan Museum di New York
di Roberto Slaviero
(articolo pubblicato nel numero di primavera di Nelle valli Bolognesi)
Via Zamboni 35 è la sede della Biblioteca Universitaria di Bologna (BUB): un luogo prestigioso in cui, le preziosità di quanto vi è custodito, si intersecano con lo splendore della location e l’eccelsa professionalità di chi vi lavora. Dal 1°Gennaio 2017, questo gioiello, è passato dalle dipendenze del Ministero dei Beni Culturali a quelle dell’Università di Bologna: conseguenza di un lungo processo avviato nel 2000.
Passaggio di responsabilità tutt’altro che irrilevante, che ha portato al cambiamento della metà del personale, traducibile in una comprensibile perdita di esperienze ma con la contemporanea acquisizione di nuove figure professionali adeguate al profondo mutamento.
Oggi la BUB è presieduta dal Prorettore Vicario Professor Mirko Degli Esposti, cui fanno riferimento il Coordinatore Scientifico Dottor Giacomo Nerozzi (già all’Archiginnasio) e quello Gestionale Dottor Michele Catarinella (in BUB dal 1982) oltre al Responsabile Amministrativo Dottor Samuele Villa ed un Comitato Scientifico di 12 Membri. All’interno della BUB lavorano complessivamente sei giorni alla settimana, 60 persone, sorrette da grande passione e disponibilità verso l’utenza, rappresentata da 60.000 affluenze annue.
Mission assegnata alla nuova Dirigenza, quella di aprire nuovi canali verso l’esterno, di favorire la realizzazione di mostre e visite guidate, di procedere ad un puntuale rilievo delle preziose legature e di affrontare il tema della digitalizzazione di testi antichi come le 450 Opere in lingua Araba del “Fondo Marsili” (in atto grazie ad una cooperazione Saudita); sono altresì in corso accordi per analoghi lavori riguardanti il mondo Ebraico. Con il 2017 è divenuto di pertinenza della BUB anche l’Archivio Storico dell’Università, come, ignorata dai più, è l’essere “deposito legale” di tutto ciò che viene edito a Bologna e Provincia. Ed ancora, la BUB ospita l’archivio fotografico di Rodrigo Pais: 380.000 scatti della Roma del ‘900 di proprietà del Professor Gambetta.
Si stimano custoditi nella BUB 1.350.000 libri tra cui 12.000 esemplari manoscritti, 1.021 incunaboli e 15.238 cinquecentine, oltre ad alcuni papiri Egizi e un Lattanzio del VI Secolo. Vi è poi il “Rotolo 24” del Fondo Marsili, che dal 21 settembre 2018 e sino al 13 gennaio 2019 è stato in esposizione al Metropolitan Museum di New York, nella sua veste di splendida testimonianza della cultura armena.
Alcune note, infine, circa l’affascinante struttura: l’Aula IV è l’originario nucleo Rinascimentale del ‘500 al quale, nel tempo, si sono aggiunti la splendida Aula Magna settecentesca e, nel 1900, l’ala che si affaccia su Piazza Puntoni mentre nel ’90 è stata edificata la parte nuova con la Torre Libraria, un magazzino automatizzato adibito alla distribuzione ed al prestito di oltre 450.00 volumi.
I servizi della BUB sono fruibili al mattino dal lunedì al sabato: orari e quadro complessivo delle Sue attività sul sito specifico all’indirizzo www.bub.unibo.it; altre notizie sono presenti su Facebook, (Biblioteca Universitaria di Bologna) e su Tripadvisor, con la stessa modalità.
- Chi è Marsili
- Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730), nobile bolognese e generale dell’Impero, creò nel 1712 l’Istituto delle Scienze e lo dotò delle proprie collezioni scientifiche, dei suoi libri, di 900 manoscritti orientali e di 120 manoscritti relativi alle sue opere.
Nel 1742 questo primo nucleo della Biblioteca si arricchì di manoscritti e opere a stampa, nonché della raccolta delle tavolette xilografiche e degli acquerelli del grande naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi.
Nel settembre del 1755, Papa Benedetto XIV (Prospero Lambertini, 1675-1758) fece dono alla Biblioteca dell’Istituto di circa 25.000 volumi a stampa e di 450 manoscritti. Nello stesso anno, impose ai tipografi di Bologna la consegna obbligatoria di ogni opera stampata e, nell’anno successivo, decretò l’apertura al pubblico della Biblioteca, che avvenne nel 1756. (tratto da unibo.it)