Incontri esotici sui canali di Bologna

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Tra Savena Abbandonato, Navile e Calcarata si possono incontrare anche gli ibis sacri, ormai estinti in Egitto ma diventati quasi comuni dalle nostre parti

di Francesco Nigro

(articolo pubblicato nel numero uscito nell’estate 2017)

Primi di maggio, decine di uccelli variopinti si richiamano nel fazzoletto di cielo sopra al Sostegno del Battiferro, cimentandosi in parate acrobatiche, per poi soffermarsi sui cavi elettrici e sulle gru, ad improbabile ornamento dell’area archeo-industriale segnata dalle acque del canale Navile. Nulla di straordinario, eccetto il viaggio che stagionalmente porta questi migratori dal nord Africa a soffermarsi nella nostra città, raggruppandosi sul Navile per poi nidificare sulle sponde erose, principalmente di Idice e Reno, scavando profondi cunicoli nella sabbia compatta, ad un’altezza tale da essere ormai al sicuro dalle piene stagionali.

Gruccione, Merops apiaster

Si tratta di gruccioni, Merops apiaster, “cacciatori d’api”, ma sarebbe meglio dire di insetti volanti in genere, animali dall’incredibile piumaggio e dal volo inconfondibile, ma a tutti gli effetti di casa nelle nostre terre. E se questa non può essere considerata a ragione una presenza “esotica”, nonostante l’aspetto, lo stesso non si può dire della bella ed irraggiungibile fioritura di tulipano occhio di sole che in primavera si protrae dalla massicciata della restara, il corridoio fra i canali,  poco più a valle del Battiferro.

Cyrtomium falcatum

Difficile dire come sia arrivata fino a lì e soprattutto quando. Più inosservate passano le piantule di ombelico di Venere, ben inserite fra i mattoni, un tempo assenti e tipiche dell’italia centrale e meridionale, in netta espansione nella nostra città, complici le variazioni climatiche. Ancora più discussa l’origine della felce dalle fronde coriacee e dalle pinnule acuminate, il Cyrtomium falcatum, che oltre a caratterizzare questo stesso sito, a pochi metri dal ponte sul ramo noto come “Canalazzo”, può  essere rinvenuta in pieno centro dedicando uno sguardo al fondo del bel pozzo centrale nel cortile di San Francesco e non solo. La stessa pianta di evidente importazione, probabilmente sfuggita a qualche collezione botanica, si ritrova con una maestosa popolazione, appena fuori Bologna, sotto ad un ponticello in mattoni sull’antico corso del Savena, l’attuale canale Savena Abbandonato. A quanto pare, non sarebbe l’unica presenza anomala sfuggita a collezioni che strizzano l’occhio alla biodiversità.

Ibis sacri, Threskiornis aethiopicus, lungo il Savena Abbandonato

Non di rado, infatti, ci si imbatte nelle curiose sagome degli ibis sacri, inconfondibili, col piumaggio bianco e nero ed il tipico becco ricurvo. Questi pelecaniformi ci riportano con la mente ai geroglifici e all’Egitto, Paese dove sono ad oggi considerati praticamente estinti, mentre continuano ad essere diffusi in Iraq e nell’Africa subsaharina. I nostri sarebbero l’esito della fuga da collezioni zoologiche francesi o forse italiane, resta di fatto la loro maggior frequenza. Per vederli basta muoversi appena fuori dalla città, fra Savena Abbandonato, Navile e Calcarata, dove  pattugliano valli, vasche svuotate, canali, fossi e campi fradici, in cerca di prede facili.

Spesso la preda è l’altrettanto esotico “gambero killer”, un modo troppo semplice, spesso impropriamente usato per raggruppare le diverse specie, americane e addirittura turche, introdotte per fini commerciali e per errore nelle acque interne, responsabili, fra i diversi squilibri, della predazione sulle ovature di specie sensibili e con tutta probabilità dell’evidente incremento degli aironi negli ultimi anni e non solo. Ma il gambero stupisce poco, come le testuggini palustri alloctone o la nutria, il castorino sud-americano, Myocastor coypus, così sensibile ai predatori nostrani da potersi permettere una corposa presenza di esemplari albinotici. Complici gli inverni miti, ormai si vedono ovunque, possono fare notizia qualche volta, ma hanno ormai da tempo perso il fascino dell’esotico. Ci stupiamo invece guardando, lungo il canale della Ghisiliera, in piena città, le belle fioriture di orchidee spontanee, Orchis purpurea, la più evidente fra le nostre orchidee, nascoste fra le robinie, gli ailanti e le tante altre specie aliene in una regione che conta in natura più di trecento specie esotiche vegetali fra naturalizzate e non. 

Poi rimaniamo, generalmente, perplessi, nell’imbatterci in un tritone crestato italiano, un tempo comune abitante dei nostri fossi e maceri. Quelli citati fino ad ora sono solo alcuni dei tanti possibili esempi, parlare di acque interne porterebbe poi inesorabilmente a citare anche le tante forme ittiche aliene che le popolano, ma che però difficilmente si notano nelle acque torbide del reticolo che si stacca da Bologna verso la pianura. Nuovi equilibri si creano e modificano in continuazione, in un sistema delle acque che ormai da centinaia di anni di completamente “naturale” ha solo la parvenza e forse anche per questo affascina.

Troverete tutte le iniziative dell’associazione su: www.vitruvio.emr.it

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