Nel 2016 il nipote del pilota americano assieme ai ricercatori dell’AIR CLUB & FUN scoprirono il punto in cui il 21 aprile 1945 a Bagnarola di Budrio cadde l’aereo statunitense impegnato nelle operazioni per la Liberazione di Bologna. Lo scorso novembre la cerimonia con la famiglia dell’aviatore scomparso
di I Piloti di AIR CLUB & FUN
(Piero, Tommaso, Stefano, Gaddo, Alessandro, Stefano)
Domani è un altro giorno. Sappiamo che non sono parole nostre, ma le abbiamo vissute come non mai nella nostra vita.
Sabato 16 novembre 2019 è stato il giorno in cui Lorenz Hintz è tornato a casa. Il pilota americano aveva lasciato la sua adorata e giovanissima moglie nell’Iowa per andare in una terra lontana (la nostra) a combattere per il suo Paese. Prima di partire aveva conosciuto la sua adorabile figlia Gretchen di soli due anni e forse sapeva di aspettare un altro figlio ma senza avere la consapevolezza che sarebbe stato maschio o femmina. Il suo nome sarà Martin. Un figlio e una figlia che avrebbero portato avanti il suo nome, il nome di una famiglia come mai ne abbiamo viste di così fraternamente unite, fiere, serene, determinate.
Il pilota, a fine 2019, ha trovato il suo secondo riposo, quello definitivo. Nella terra di Toscana c’è un ritaglio di terra americana: il Cimitero Militare Americano dell’Impruneta, vicino a Firenze: 4393 soldati vi giacciono nei prati sotto candide croci. E 1409 dispersi sono ricordati su grandi lapidi grigie. Tutti soldati (uomini e donne), molti gli aviatori. Tutti perduti e sacrificati per difendere una sola universale parola: libertà.
Loren è ritornato definitivamente a casa nella sua terra americana. È ritornato una seconda volta, fatto straordinario perché già nel 1945 – quando fu abbattuto e precipitò a Bagnarola il 21 aprile con il suo P47 Thunderboldt in una delle ultime azioni di guerra, la liberazione di Bologna – una parte del corpo fu ritrovato e successivamente seppellito con l’onore della croce di marmo candido a ricordarlo.
Nel 2016 il nipote Hans e il nostro team di piloti-ricercatori – oggi riuniti nell’associazione AIR CLUB & FUN – scoprirono il punto dell’impatto e organizzarono lo scavo per il recupero del relitto dell’aereo trovando ancora alcune parti del corpo del pilota e le piastrine di riconoscimento. Il fatto superò i confini del nostro Paese, i Consolati Italiano e Americano si parlarono e gli Stati Uniti d’America seguirono le spoglie fino a decidere di riaprire le porte di quel cimitero militare che furono chiuse nel lontano 1951 con l’ultimo rito funebre.
Loren è quindi ancora protagonista di un secondo fatto eccezionale mai avvenuto nella storia, seguito anche dalla DPAA, l’agenzia americana che si occupa della ricerca dei militari americani dispersi in guerra.
Alla presenza del Console Generale Americano di Firenze dott. Benjamin V. Wohlauer, oltre 40 familiari, tutti discendenti del pilota scomparso, sono stati protagonisti, insieme ad una moltitudine di invitati e ai rappresentanti delle Autorità Italiane e delle Agenzie Americane – il dott. Jason Dawsey del Department of Defense POW/MIA Accounting Agency (DPAA), la dott.ssa Alison Bettencourt Direttrice Affari Pubblici dell’American Battle Monuments Commission (ABMC) e il dott. Angel Matos Sovrintendente del Cimitero Americano dell’Impruneta – di una cerimonia civile e militare toccante, ufficiale ed intima, piena di sentimenti, vivida di commozione.
La cerimonia è stata guidata dal lento incedere della Guardia d’onore dell’Aeronautica degli Stati Uniti, che con le tre bandiere Italiana, Americana e dell’US Air Force, ha reso omaggio a Loren e a tutti i suoi commilitoni qui seppelliti. Le rappresentanze militari dell’Esercito e dell’Aeronautica Americana, i componenti dell’Associazione Italiana GREAT GENERATION – Airborne Reenactors Group schierati in uniforme di battaglia della seconda Guerra Mondiale, hanno reso gli onori militari.
Straordinaria la partecipazione di tre pronipoti, Gus, Cecil, e Kasper di soli 12 anni, che hanno portato la testimonianza del bisnonno leggendo brani dei suoi appunti scritti durante la sua permanenza sul suolo italiano. Al termine, le parole di Gretchen e Martin ci hanno ricordato l’importanza di non dimenticare il sacrificio di questi uomini e donne che hanno lasciato le loro storie personali e familiari per consegnarci in eredità la pace. Poi, nel suono del silenzio, la bandiera USA, quella a 49 stelle vigente nel 1945, è stata ammainata e simbolicamente consegnata alla famiglia.
Abbiamo assistito con commozione e profonda partecipazione al sacrificio non di un eroe, ma di un aviatore che ha vissuto qui nel nostro Paese con un impegno e una dedizione che hanno lasciato traccia nella sua discendenza, e abbiamo capito che questo è un profondo e incommensurabile vincolo che ci unisce tutti a quella famiglia. Loro si sono rivelati a noi che stiamo da questa parte dell’Oceano Atlantico, nel più intimo dei sentimenti, quello dell’amore verso l’unione della famiglia e degli amici veri. Abbiamo capito che domani è un altro giorno, Tenente Loren Hintz: quello di portare avanti, ogni domani, da oggi in poi, la tua grande lezione di civiltà.