Il Cammino di Borghesano

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Nel tratto tra Bologna e Malalbergo di quella che sarà la la via italiana della seta pensata dall’associazione il Milione

di Gianguido Flammini

(articolo pubblicato nel numero uscito nell’autunno 2018)

Nel 1272 il guelfo ser Borghesano fuggì da Lucca, passata nelle mani dei ghibellini, cercando un luogo dove fermarsi e, magari, ricominciare il proprio lavoro di tessitore di seta. Dopo un lungo cammino giunse nella papalina Bologna che gli fece ponti d’oro pur di carpire il “segreto” della filatura meccanica di cui a Lucca erano maestri. Iniziò così un’era d’oro per la città, che in poco tempo acquisì e perfezionò quello che divenne il “mulino alla bolognese”, un telaio meccanico spinto dalla forza dell’acqua e capace “…con molta prestezza, di filare, torcere et adopiare quattro mila fila di seta, operando in un istante quel che farebbero quattro mila filatrici”.

Ponte Nuovo o della Bionda

I “cammini” stanno oggi vivendo un entusiasmante momento di interesse ed espansione, con migliaia di persone che stanno scoprendo o ri-scoprendo questa modalità di “turismo lento” e sostenibile. Le premesse storiche della Via della Seta hanno stimolato l’idea di creare un nuovo “cammino”. Un itinerario che unisca tre città e tre territori storicamente e geograficamente lontani tra loro ma legati dal sottile filo della seta. L’idea è nata dall’associazione il Milione formata da un gruppo di amici uniti dalla grande passione per il viaggio e dal comune desiderio di valorizzare le tante sconosciute gemme nascoste nel nostro territorio.

Il progetto è quindi quello di creare un cammino che parta da Lucca e arrivi sino a Venezia scavalcando l’appennino Tosco-Emiliano (da non confondersi con la Via della Lana e della Seta che è già stata tracciata ed inaugurata nel tratto tra Bologna e Prato, ndr) e attraversando la pianura padana verso Ferrara e Chioggia, con la città di Bologna a fare da cardine centrale, fisicamente ma anche storicamente, di questo percorso. Il “primo passo” nella costruzione di questo itinerario si concentra per ora lungo il tratto di pianura che inizia da Bologna e porta sino a Malalbergo, ai confini della provincia bolognese, ormai alle porte di Ferrara; la direttrice obbligata di questo itinerario, per motivi storici e paesaggistici, non può che essere il canale Navile.

Sostegno Rastera sul Navile del Battiferro

Il canale Navile ha origini medioevali e rappresentava il necessario deflusso delle acque che, imbrigliate alla chiusa sul fiume Reno a Casalecchio, attraversavano la città diramandosi sotto varie forme, sino a giungere nei pressi di porta Lame per poi allontanarsi verso nord appunto lungo questo canale, reso navigabile dai sostegni (tutt’ora visibili) e quindi perfetto come via commerciale verso Venezia, il mercato economico di riferimento della seta, sia per l’abbondante utilizzo che se ne faceva in città, sia per il suo sbocco verso i mercati del resto del mondo. Dopo essere stato utilizzato sino al 1934, la via d’acqua cadde nel dimenticatoio, subendo i danni dell’incuria e dell’abbandono. Negli ultimi anni vari progetti di recupero (invero molto frammentari), hanno permesso di ritornare sui vecchi argini e sulle rastere, di passare accanto ai vecchi sostegni, di vedere le vecchie fornaci e tutta l’archeologia industriale sorta lungo il canale; una striscia di territorio che, se pensato e curato nei dovuti modi, potrebbe diventare un fiore all’occhiello della città e della regione. Considerando che la partenza del canale è praticamente in centro città, poco distante dalla stazione ferroviaria, si resterà stupiti di vedere come il percorso si dipani attraverso un paesaggio incredibilmente bucolico, tra parchi, vecchie case di manovra, antichi sostegni, ponticelli e campi coltivati.

Lungo questo affascinante itinerario si incontrano oggi il museo del Patrimonio Industriale, nato all’interno di un vecchia fornace Hoffmann per la cottura dei mattoni, splendido esempio di recupero, e al cui interno è un’ ampia sezione dedicata proprio alla storia dei canali di Bologna e all’avventura della seta, con un ricostruzione funzionante di un “mulino alla bolognese”. Dopo aver attraversato l’antico borgo di Castello si impone la breve deviazione al museo della civiltà contadina di San Marino di Bentivoglio, sorto all’interno di villa Smeraldi, immersa nel suo elegante parco. La tappa successiva sarà Bentivoglio, con il suo Castello e lo splendido liberty di Palazzo Rosso, per attraversare poi l’Oasi naturalistica de La Rizza e giungere infine a Malalbergo dove, dopo poco, le acque del Navile confluiranno nuovamente nel Reno. Da lì a Ferrara il passo è breve. “Passo” che si può definire il primo di questo nuovo itinerario di scoperta: Il Cammino di Borghesano.

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