FELCE: eterna e bellissima

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Tra le più antiche piante del pianeta, è priva di fiori, frutti e semi ed è inclusa nelle famiglie botaniche delle Briofite e Gimnospermae

di Claudia Filipello

Quella dettata dal Coronavirus è stata una pausa lunga, probabilmente la più lunga di tutta la nostra vita ma. A mio parere la più vera, perché ci ha obbligati a dare forma ad un ritmo più lento, di ascolto, di attesa e di rivelazione.

Ogni mattina mi svegliavo e mi rendevo conto che, nonostante tutto, Madre Terra, attraverso i suoi Figli, canta comunque il suo Inno alla Vita: i fiori crescono e continuano a sbocciare, gli alberi portano le loro fronde verso il Cielo, gli uccellini cantano. Ogni mattina si realizza un miracolo di Vita, ed è una certezza, una costante, a prescindere da tutto. Il miracolo avviene con gentilezza e sempre con gentilezza ci permette di respirare ogni mattina. Questo miracolo mi ricollega ad una pianta che mi piace definire “eterna”: la Felce, pianta ancestrale fra le più antiche del Pianeta Terra. Il rinvenimento di fossili in ogni parte del mondo e la loro datazione ha confermato che ai tempi dei dinosauri crescevano Equiseti grandi come alberi e molte altre specie di Felci rendevano lussureggiante la terra.

La botanica ci racconta di un fossile di Felce risalente a 200 milioni di anni fa, conosciuta con il nome di Osmunda Interrupta o Osmunda Caytoniana. La stessa pianta vivente si riproduce tale e quale anche ai giorni nostri; per tale motivo le Felci sono da considerare veri e propri fossili viventi.

Le Felci sono piante prive di fiori, frutti e semi e sono incluse nelle famiglie botaniche delle Briofite e Gimnospermae. Sono piante perenni, rustiche ed antiche: regnano nel sottobosco umido e ombroso. Oggi sono anche coltivate a scopo ornamentale come piante da interni per la bellezza del loro fogliame sempreverde che può variare per forma e dimensioni a seconda della specie. Non essendo dotate di semi si riproducono come i funghi ovvero tramite le spore e tutte le varietà di felce presenti in natura, si distinguono in base al tipo di spora prodotta. La maggior parte delle felci hanno un fusto sotterraneo, che non si sviluppa all’esterno, anche se ce ne sono alcuni tipi, le felci arboree tropicali, che hanno un fusto esterno la cui dimensione può raggiungere quella delle palme.


La Felce comune cresce spontanea nei sottoboschi, poiché predilige i luoghi freschi, umidi ed è spesso possibile ritrovarla nei pressi di zone acquitrinose. Il periodo in cui si sviluppano i germogli è la primavera mentre in generale la pianta raggiunge il suo massimo splendore durante la stagione estiva.
Data la sua ancestrale presenza sul suolo terrestre nel corso dei millenni, sulla Felce sono state create moltissime leggende. Secondo la mitologia la Felce era la pianta consacrata al dio Pan, il dio pastore, della campagna, dei pascoli e delle selve.

In tutti i testi popolari, però, la Felce è nota per la sua associazione alla notte di San Giovanni, fra il 23 e il 24 giugno. La leggenda narra che la Felce abbia la capacità di generare un fiore magico di colore bianco candido, chiamato il fiore di San Giovanni, che nasce, sboccia e raggiunge il suo massimo splendore proprio nella notte tra il 23 ed il 24 giugno. Questo magico fiore ha il potere di rendere invisibile, di donare poteri occulti e infinite conoscenze a chi lo possiede. Secondo un’altra leggenda, invece, allo scoccare della mezzanotte tra il 23 ed il 24 giugno, all’interno delle propria casa a contatto con gli oggetti preziosi dovrebbero essere poste alcune foglie di felce appena raccolte, affinché all’interno della propria abitazione prosperi l’abbondanza.

La tipologia che possiamo prendere in considerazione da un punto di vista naturopatico e terapeutico è nel cosiddetto Felce Maschio.
Noto fin dai tempi più remoti, il Felce maschio è ricordato da Teofrasto e da Plinio, da Dioscoride e da Galeno ma, come molte altre droghe che godettero di larga fama nell’antichità, subì prima di giungere sino a noi un lungo periodo di abbandono. Il principio attivo venne poi riesumato come rimedio antielmintico in epoca alla nostra più vicina e cioè nel XVIII secolo e da allora è rimasto nell’uso come uno dei più efficaci principi contro le infezioni da cestodi (parassiti intestinali). Oggi è comunque abbandonato poiché può dare gravi intossicazioni, anche mortali, già alle dosi terapeutiche. Tuttavia ne è ancora in uso l’impiego esterno per i dolori reumatici e le sciatalgie.

Il rizoma di un’altra Felce, il Polipodio o Felce Dolce, (Polipodium Vulgare L.), viene ancora utilizzato nella medicina popolare come lassativo ed entra a far parte anche di tisane indicate nella cura delle emorroidi. Non esistono sufficienti dati scientifici sulla sicurezza di questa pianta.

La Felce è dunque una pianta eterna, di profonda memoria cellulare e animica. Ha percorso un lungo cammino nel ventre di Madre Terra, ospitata in Lei, come lo siamo noi esseri umani, fino ai giorni nostri. Attraverso il suo esempio miracoloso di determinazione e rigenerazione continua possiamo imparare il rispetto per la Vita e per Madre Terra, oltre che percepire il senso del Soffio di Vita perpetuo che dura in eterno come forza in continuo divenire.

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