EREMO DI RONZANO

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Da sempre punto di riferimento culturale e religioso, in occasione del centenario della presenza dei frati Servi di Maria la struttura è stata finemente restaurata e restituita alla città

di Giuliano Musi – Foto Lamberto Bertozzi

L’eremo di Ronzano è uno dei colli più affascinanti di Bologna perché essendo a Sud del centro storico regala una visuale inedita di San Luca, San Michele in Bosco, del colle dell’Osservanza con Villa Aldini e della città con lo sguardo che può spaziare dal Corno alle Scale, al Cimone, alle Prealpi, venete fin quasi all’Adriatico.

A 300 metri sul livello del mare, Ronzano è posizione ideale per meditazioni non solo religiose e per trascorrere una giornata in piena libertà immersi nel verde  di uno splendido bosco e sotto un sole che scalda i cuori e la mente. Per questo motivo fin da metà del 1140 è stato scelto dalla nobildonna bolognese Cremonina Piatesi che ha iniziato la costruzione dell’eremo che ha poi raggiunto il suo massimo splendore con la proprietà della nobile famiglia bolognese dei Guinizzelli, che ampliarono le infrastrutture iniziali degli Andalò.

Il più famoso degli Andalò è ovviamente Loderingo (citato da Dante nella Divina Commedia nel XXIII canto dell’Inferno) che nacque a Bologna nel 1210 e fondò la Milizia della Beata Vergine Maria, detta anche dei Gaudiosi, che aveva lo scopo di combattere le eresie e portare pace nella perenne guerra tra Guelfi e Ghibellini. Dopo una vita molto difficile come “pacificatore” spesso apertamente osteggiato e addirittura combattuto, Loderingo si ritirò a Ronzano dove morì nel 1293. A Ronzano creò già allora un centro culturale di riferimento per laici e religiosi che richiamava personaggi famosi come il frate musicista Guittone d’Arezzo.

Ronzano è stato sempre punto di riferimento culturale e religioso di Bologna fino ad oggi, anche se la cura delle infrastrutture ha vissuto momenti difficili che hanno portato al loro deterioramento. Era necessario quindi un intervento che restituisse un complesso vivibile e visitabile, a norma con le attuali regole  di sicurezza. L’intervento è stato portato a termine grazie al permesso e partecipazione dei Servi di Maria guidati dal Padre Provinciale Pietro Andriotto che volevano restituire questo “gioiello” alla città ed agli appassionati che vorranno visitarlo.

Tutto l’eremo è stato di fatto restaurato con grande attenzione per la sua integrità artistica ridonandogli lo splendido aspetto che ha avuto in passato, arricchito da un moderno sistema di sicurezza con telecamere. I settori su cui si è intervenuti in maniera radicale sono stati quelli elettrico di base e dell’illuminazione interna ed esterna con nuove lampade e lampioni a basso consumo energetico. E’ stato poi riprogettato e rifatto in pratica il riscaldamento di sale e camere con una nuova centrale termica di ultima generazione a gas.

All’esterno è stato completato un restauro accurato di finestre e portoni ed all’interno sono state ridipinte numerose stanze portandole a nuovo splendore anche grazie ad arredi ottenuti da donazioni e in parte provenienti da altri monasteri dei Servi di Maria come quello di Superga di Torino. Basilare per l’arredamento il lascito di moltissimi mobili appartenuti alla nota pianista bolognese Maria Curreri (scomparsa anni fa) che Mariuccia, suocera di Paola Marinello, ha voluto ricordare in maniera così tangibile. Le camere, tutte dotate di propri servizi, ricavate dalle ex celle dei monaci sono state ridipinte ed arredate con gusto e consentono l’ospitalità di una o due persone.

La maggior parte delle novità riguarda la parte superiore dell’edificio in cui si trovano le sale di studio e rappresentanza. Nell’alta soffitta, completamente ripulita e ridipinta anche con oli rigeneranti per lo splendido coperto in travi a vista, è ospitata la biblioteca ricca di oltre 3000 volumi di varia tipologia che spaziano dalla religione, alla storia, alle scienze naturali, alla letteratura e all’arte. La biblioteca prevede una sua espansione in tempi brevi grazie alla grande quantità di volumi che attendono ancora negli scantinati e che meritano di essere portati alla luce ed alla consultazione di studenti e ricercatori.

La seconda sala, un tempo usata come magazzino, è diventata museo di arredi sacri di grande pregio con candelabri, pezzi numismatici, sculture di santi e madonne, testimonianze artistiche di visite di personaggi famosi.

La terza sala, che è ancora in divenire, ospita una immensa tela dipinta in cui è riportato l’albero genealogico della famiglia Gozzadini, oltre ad un numero rilevante di foto storiche che ritraggono gli ex allievi e frati che hanno vissuto nell’eremo. Alle pareti  si possono ammirare numerose icone di stile tradizionale realizzate da frate Wilson M. Bruno dei Servi di Maria ed altre più personalizzate di Bruno Quercetti.

La quarta sala che è stata presa in considerazione per ultima nel programma lavori è stata appena restaurata e sarà utilizzata per mostre di arte figurativa e concerti.

Al piano terra si trova la grande sala dei Priori, ideale per conferenze, che ha sulle pareti e sul soffitto gli stemmi delle famiglie bolognesi e regala una splendida vista su San Luca, oltre a numerosi posti a sedere, tanto che ci è stato sistemato un pianoforte per concerti. Sempre a piano terra, all’esterno della sala dei Priori, il noto scultore bolognese Eugenio Lenzi ha sistemato la scalinata di accesso dandole nuova validità cromatica (che era stata danneggiata dagli agenti atmosferici) con l’utilizzo di antiche pietre identiche a quella originali. Davanti alla scalinata Lenzi ha creato poi un’area calpestabile che riporta lo stemma dei Servi di Maria che figura anche sopra il portone di accesso. Di grande valore anche una madonna con bambino di rilevanti dimensioni, realizzata sempre da Lenzi, ospitata in una nicchia che in precedenza era vuota.

Un intervento di tale rilevanza che ha ridato nuova vita e splendore all’intero complesso non poteva essere realizzato solo da maestranze, era indispensabile il lavoro e la passione di volontari esperti e di artisti, particolarmente sensibili agli interventi religiosi e sociali in genere. Lenzi ha partecipato non solo al restauro della scalinata con relativa Madonna ma è stato basilare anche nei restauri di molti interni, nella scelta e posizionamento dell’arredamento e nella riscoperta e valorizzazione della “Via Matris” che da splendore alla parete di una sala.

Annalù Martignago e Paola Marinello hanno curato direzione e coordinamento del progetto oltre all’arredamento ed alla trasformazione delle soffitte in luoghi d’incontro ed esposizione.

Lavori più tecnici ma altrettanto sostanziali come la ristrutturazione totale dell’impianto elettrico, li ha svolti al meglio Graziano Andriotto che era particolarmente motivato come fratello del padre provinciale dei Servi di Maria Pietro Andriotto.

Lo scopo che ha spinto i Servi di Maria ad intervenire in maniera così radicale sull’Eremo di Ronzano è stato quello di restituirlo ad un’intensa attività culturale e sociale. Sono previsti incontri, conferenze, concerti, visite guidate (in precedenza non possibili per ragioni di sicurezza) che riportino l’attenzione della città e dei turisti su una delle gemme della città in cui si potrà anche soggiornare, ospitati nelle confortevoli stanze, godendo una vista eccezionale su gran parte della Regione. Non ultima la volontà di ridare vita anche al convento che ha ospitato in passato centinaia di sacerdoti.

Sono già numerosi gli appuntamenti che prevedono incontri biblici, presentazione di libri come “Joy per sempre” di Salvatore Blasco, incontri e concerti. Le prenotazioni per incontri e avvenimenti stanno già arrivando anche sul sito dell’Eremo e la ripartenza è già lanciata. La speranza è che si registrino presto altri “tutto esaurito” come è avvenuto alla festa del centenario dei Servi di Maria a cui ha partecipato anche il cardinale di Bologna MatteoZuppi.

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