Bologna Fotografata

0

Una splendida mostra nel sottopasso di piazza Re Enzo, fino al 28 gennaio 2024 – Guarda la Gallery delle foto della Cineteca di Bologna

di Elena Boni  – Foto su concessione Cineteca di Bologna

Visitare la mostra Bologna fotografata è, per un bolognese, come sfogliare l’album di famiglia. Luoghi, persone, eventi e soprattutto lo “spirito della città” emergono come realtà vicine, conosciute e quasi vive dalle tantissime immagini esposte nel rinnovato sottopasso di piazza Re Enzo.

Si comincia con un video che affianca le immagini storiche di luoghi cittadini alle fotografie degli stessi luoghi scattate in tempi recenti. Così il visitatore entra subito nel gioco del noto/non noto che lo prenderà per tutta la – lunga – durata della visita. La sensazione prevalente, infatti, è quella di ondeggiare fra ricordi e scoperte, cose ben note e famigliari e cose nuove e inattese: la curiosità si accompagna alla memoria e agli inevitabili paragoni con immagini già viste, magari nelle scatole di fotografie a casa dei nonni o su qualche rivista di storia locale. Sì, perché l’altro “gioco” in cui la mostra conduce piacevolmente è proprio quello tra la memoria pubblica, collettiva e la memoria privata: individuale, personale o famigliare. Andiamo con ordine.

INFO
Bologna, Sottopasso di Piazza Enzo
Dal 12 maggio 2023 al 28 gennaio 2024

Orari:
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, ore 14-20
Sabato, domenica e festivi, ore 10-20
Martedì chiuso
Visite guidate: domenica mattina ore 11 (in collaborazione con Bologna Welcome)

I biglietti sono acquistabili al bookshop della Cineteca di Bologna (sotto il voltone di Palazzo Re Enzo) e on line

IL PROGETTO

Nel 2017 – sembra una vita fa, con l’intermezzo della pandemia, ma sono passati solo sei anni – viene allestita nello stesso sottopasso una prima mostra di lancio del progetto “Bologna fotografata” a cura della Cineteca di Bologna (v. box di approfondimento). L’iniziativa piace ai Bolognesi e alle istituzioni e viene implementata con l’ingresso di nuovi archivi e collezioni; la nuova mole di fotografie raccolte consente nel 2022 di riproporre una seconda edizione della mostra molto ricca, completa e caratterizzata da nuove chiavi di lettura. L’esposizione è curata da Giuseppe Savini, è promossa da Cineteca, Comune, Regione e Ministero della Cultura e vede la collaborazione di moltissimi archivi, studi, collezioni e dell’Università.

FOTO PER LA STORIA, STORIA DELLE FOTO 

L’ordinamento principale resta quello cronologico: le fotografie esposte infatti partono dalla seconda metà dell’800 e proseguono fino agli anni ’90 del ‘900, subito prima che si diffonda la fotografia digitale. Si può così seguire un secolo di storia dalla Bologna dell’età unitaria, con le sue mura e i suoi canali, verso la Grande guerra con il sindaco Zanardi e la creazione dell’Istituto Rizzoli per la riabilitazione dei feriti; poi l’epoca fascista e il tragico biennio di occupazione nazista dal 1943 fino alla Liberazione; gli anni del boom economico con Dozza e Dossetti e quelli della contestazione; la bomba del 2 agosto; infine i cambiamenti sociali, culturali e di costume dal 1980 al 1994. Una vera “linea del tempo” fotografica che consente di leggere la storia della nostra città e del suo “fuori porta”, con alcune interessanti incursioni nelle vicende di provincia.

Se le foto aiutano a leggere e comprendere la storia della città, la mostra ha il pregio di illustrare anche la storia delle foto e della fotografia bolognese in particolare. Grade attenzione è riservata ai fotografi, dal “dilettante” Olindo Guerrini – che fu in realtà importantissimo testimone dell’epoca, anche attraverso i suoi scatti – ai numerosi studi fotografici che, a partire dal ritratto, si affermarono in città a fine Ottocento. Una su tutte, la coraggiosa impresa al femminile delle mesdemoiselles Angiolini: tre sorelle che aprirono un atelier in via Castiglione e ritrassero persino la regina Margherita. I primi pittori-fotografi e i reporter delle due guerre mondiali, i fotografi di posa e di giornalismo, i fotografi “impegnati” e professionisti, gli appassionati creatori di album famigliari ma anche gli amatori con il gusto di documentare la realtà: con una preziosa logica d’archivio, la mostra consente di sapere anche chi sta dietro la macchina fotografica e in alcuni casi, perché abbia effettuato quel particolare scatto.

Segnaliamo anche una lodevole, seppure marginale, attenzione alla storia della tecnica fotografica. Sono esposti alcuni reperti come lastre, obiettivi, la simulazione di uno studio di posa, che permettono senza stancare troppo di gettare uno sguardo a come furono realizzati gli scatti in mostra. Per la gioia dei nonni, che possono finalmente spiegare ai bambini come si stampava una fotografia analogica; salvo poi scattarsi con il loro ultimo modello di cellulare un modernissimo selfie di famiglia dentro un antico studio fotografico.

 

Condividi con

About Author

Comments are closed.