I luoghi, i panorami e gli scorci che più di altri hanno colpito i tanti camminatori che hanno anche quest’anno hanno completato il trekking tra Bologna e Prato
di Chiara Tallone
Non capita anche a voi, mentre camminate, di volervi fermare ad ogni passo per fotografare la bellezza che vi circonda? Lungo la Via della Lana e della Seta, così come in tanti altri cammini, ogni fotografia racconta un particolare, un’emozione e un ricordo che per ciascun camminatore è, semplicemente, speciale. Se avete già letto il nostro articolo sui 10 luoghi da fotografare lungo la Via degli Dei (nel numero invernale) allora dovete assolutamente continuare a scorrere queste righe perché oggi vi racconteremo i 10 soggetti che non possono mancare nel vostro album di ricordi se deciderete di incamminarvi alla volta di Prato.
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Se partite da Bologna (ma lo stesso vale se Bologna sarà per voi la meta) il primo scatto da non perdere è l’iconica finestra di via Piella sul canale delle Moline, in pieno centro storico. Chiaramente Bologna, così come ogni città e villaggio attraversato dalla Via, meriterebbe una foto ogni angolo quindi, se vi scappa il dito sulla macchina o sul telefono.. va bene lo stesso!
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La Chiusa di Casalecchio. Siamo davanti ad uno dei due simboli di questo cammino, la Chiusa di Casalecchio. È la più antica opera di ingegneria idraulica d’Europa e ha permesso che Bologna si sviluppasse, a partire dal XII secolo, sia socialmente che economicamente diventando uno dei maggiori centri tessili per la lavorazione della seta.
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Verso Sasso Marconi prendetevi un momento per fotografare Palazzo de’ Rossi e il Ponte di Vizzano. Il primo è un affascinante borgo castello rinascimentale, il secondo è soprannominato dagli abitanti del posto il loro “Ponte di Brooklyn”. Noi vi invitiamo ad andare a scoprire il perché!
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Marzabotto e i luoghi della memoria. Se le foto sono capaci di generare un’emozione, quelle che scatterete durante la traversata di Montes Sole saranno particolarmente toccanti. Qui una foto permetterà di custodire un po’ di quella memoria collettiva che nelle rovine e nei monumenti di queste montagne vive e ogni giorno ci ricorda ciò che accadde.
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I panorami di Giorgio Morandi. Il pittore bolognese ci ha donato dipinti che ritraggono un paesaggio naturale molto intimo e fedele dell’Appennino nella prima metà del ‘900. Oggi quei panorami sono mutati ma perché non fotografare i Fienili di Campiaro per cercarli, poi, nelle opere di Morandi?
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Prospettive di Monte Vigese. L’inconfondibile forma di questo massiccio lo rende un soggetto particolarmente fotogenico! Questa montagna “vanitosa” potrà essere immortalata sia con una curiosa prospettiva dal basso verso l’alto, se vi trovate sul sentiero 100, sia come protagonista di una bella panoramica dalla cima di Terre Rosse
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La Badia di Montepiano. Elegante e riservata, la Badia di Montepiano è un gioiello risalente al 1095 che ancora oggi testimonia l’illustre passato secolare grazie alle opere custodite all’interno dello scrigno romanico che vediamo dall’esterno. Ad appena due passi c’è anche il mulino della Badia quindi, anche qui, se vi scappa una foto in più non succede nulla!
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La Calvana e i suoi cavalli selvaggi. Non puoi dire di aver fatto la Via della Lana e della Seta se non hai almeno una foto dei panorami della Calvana, straordinario e anomalo massiccio carsico che in superficie è dimora di branchi di cavalli selvaggi. Se li fotografate… la foto dalla Calvana vale doppio!
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Le tracce di serpentino pratese a Vaiano. Un’interessante sequenza fotografica potrebbe ritrarre come muta l’architettura sacra da Bologna a Prato. A Vaiano cercate la Badia di San Salvatore ma senza usare la mappa. Col naso all’insù vi basterà cercare il campanile della chiesa con le inconfondibili tracce del serpentino pratese.
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Siamo a Prato, anche
lei da immortalare in ogni angolo!
Imperdibile la foto del Cavalciotto
di Santa Lucia, secondo simbolo
di questo cammino assieme alla
gemella Chiusa a Casalecchio.
Una volta arrivati in Piazza del
Duomo vi consigliamo lo scatto alla
facciata. Se avete ancora un po’ di
memoria libera nel telefono o nella
macchina fotografica, vi ricordate
del serpentino pratese? Continuate
a cercare e fotografare le sue tracce
nella città.