Nella valli del bolognese e del modenese si osservano frequentemente tre specie di questi minuscoli ma straordinari predatori
Guido Pedroni
Un flash. Un piccolo flash, forse più una scintilla verde che ti colpisce in un’assolata giornata di luglio. Cerchi di capire e di vedere da dove viene ma subito non si capisce. Poi ti accorgi di un rapido movimento sul terreno; una corsa per pochi metri, poi qualcosa si ferma. Ecco, un piccolo coleottero del gruppo dei Cicindelidi. Certo un nome un po’ strano come molti altri che si riferiscono agli insetti.
In questo caso i Cicindelidi sono coleotteri predatori che possono essere paragonati, nel piccolo mondo degli insetti, alle tigri, predatori straordinari di mezza foresta e savana (coleotteri definiti infatti tiger-beetles). Infatti i Cicindelidi, come le tigri, sono predatori efficaci, agili e, considerate le loro dimensioni, forti. Si trovano sui prati, sulle praterie e sulle brughiere di alta quota anche fino a 2000 m su Alpi e Appennini; possono però frequentare anche zone costiere aride e soleggiate, come le spiagge e gli ecosistemi dunali, comunque dove siano presenti suoli esposti a granulometria contenuta. Hanno mandibole pluridentate molto evidenti e forti, zampe lunghe e sottili adatte alla corsa, occhi molto grandi e prominenti, e normalmente il corpo, con una lunghezza intorno al centimetro, è di colore verde o marrone, con macchie giallo-biancastre o grigiastre. Hanno le ali ma non sono dei grandi volatori, infatti se si cerca di prenderli o fotografarli scappano veloci o spiccano solo brevi voli radenti il suolo, sufficienti, però, per sfuggire alla vista.
Tra le specie più frequenti nella valli del bolognese e del modenese ci sono: Cicindela campestris (Linnaeus, 1758) (presente al Corno alle Scale e sul Monte Cimone, tra le altre stazioni), Cicindela silvicola Latr. & Dej., 1922 (presente al Corno alle Scale), Cicindela majalis Mandl, 1935 (presente in zone pianeggianti della Pianura Padana, lungo le rive dei fiumi, in particolare a Sasso Marconi nella Valle del Reno). Quest’ultima specie ha l’Emilia Romagna (sud del Po) come limite settentrionale del suo areale di distribuzione; è l’unica specie di cicindela endemica dell’Italia. Le sue dimensioni sono medio-grandi (10-14 mm); la parte superiore del corpo è di colore marrone bronzeo, con riflessi verdi e rossi, leggermente dorati. La testa è molto sviluppata, più larga del torace, con occhi veramente molto grandi, con mandibole molto lunghe, a forma di falce e provviste di denti. Ha ali sviluppate. Per queste specie è prioritario individuare delle zone ripariali, in cui, cioè, poter trovare un tranquillo rifugio, in equilibrio naturale con il suolo e le sue caratteristiche fisico-chimiche. Sarebbe quindi necessario salvaguardare i suoli dove sono presenti queste specie non asportando e non aggiungendo materiali da diporto. Queste attenzioni nel mantenere integro l’equilibrio ecologico naturale di una zona è la prima e più importante forma di salvaguardia della biodiversità.
In altre occasioni, sempre su queste pagine, si è sottolineata l’importanza culturale di concepire il mondo degli animali (meglio l’intero mondo dei viventi) in forma globale; questo significa che non esistono solo animali “ben evidenti e di dimensioni macroscopiche ” ma esistono, e sono fondamentali, anche animali di piccole dimensioni. Negli ecosistemi di questi animali ritroviamo le medesime condizioni di vita e di relazione che hanno gli animali più grandi nei loro habitat; come esistono elefanti, leoni, antilopi e coccodrilli così esistono insetti e altri piccoli animali che sono il corrispondente dei grandi animali nei micro-ambienti, come può essere, un prato, un albero, la fessura di una roccia, la parte inferiore di un sasso al contatto con il suolo.
(Ricerche entomologiche effettuate con il permesso n. 111 del 04/06/2014 dell’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale) – Guido Pedroni: guidopedroni@libero ,it