Un assaggio dei percorsi di naturadipianura: a piedi, in bici o usando il treno ma sempre lentamente per assaporare tutte le meraviglie del territorio
di Andrea Morisi – Paola Balboni (Sustenia srl)
(articolo pubblicato nel numero uscito nella primavera 2017)
Slow-foot, trekking, cavdagning…? Tre termini non in Lingua italiana. Vogliate scusarci.
Ma c’è dietro qualcosa che vi vogliamo raccontare.
Il termine “slow-foot” lo abbiamo coniato noi, durante le numerose escursioni svolte negli ultimi anni nell’ambito del catalogo “Natura di Pianura!” (www.naturadipianura.it) facendo una banale (ma significativa) traslitterazione del noto termine utilizzato dal movimento cultural-gastronomico di Carlo Petrini. Il riferimento concettuale è al “Lento-Piede” di chi cammina: una lentezza che permette di cogliere un mondo immenso che, altrimenti, sfugge via indifferente, come certi paesaggi che rimangono anonimi e distaccati fuori dal finestrino dell’auto che corre.
Il termine “trekking”… be’, ormai, è entrato nel parlato comune, ma esprime bene il contenuto sportivo, ma anche del viaggio, insito nell’atto del camminare. Effettivamente potremmo forse usare il termine italiano “escursionismo” come sinonimo… Spesso però queste parole evocano itinerari di montagna o in terre straniere, senza,ovviamente, che qui nulla si voglia togliere a tutto ciò.
Il termine “cavdagning” è stato recentemente coniato da Roberto Serra, un giovane avvocato persicetano Profesåur ed Bulgneis, noto tra gli estimatori del dialetto e della cultura locale. La sintesi tra il richiamo dialettale e la stradella inerbita tra i campi raccoglie secondo noi tutta la forza della visione “dal basso”, vera e concreta, del muoversi a piedi in pianura.
Questi tre termini riassumono le esperienze di conoscenza vera e diretta della Pianura bolognese. Dove l’altro termine “valle” si rifà alle paludi originarie e non alla morfologia montana. Qui sei nella piatta Padania bolognese, con dislivelli talvolta negativi. Qui puoi anche camminare a passo sostenuto guardandoti intorno, senza che ripide salite ti tolgano il fiato e ti inchiodino lo sguardo sulle punte dei tuoi piedi. Il prezzo da pagare sono ovviamente i paesaggi non paragonabili con quelli di Appennini e Alpi, ma c’è tanto di bello anche in pianura, un po’ di natura rigenerata in piccole, ma sorprendenti aree protette e tanta cultura, storia, enogastronomia, vita. Opere idrauliche vecchie di secoli, boschi che nascondo zone umide ricche di fauna, un mare colmato dai detriti portati dai fiumi, poi di paludi e canneti sterminati con una Umanità che sopravviveva su montironi e palafitte e foreste di querce sacre ai Druidi e in cui si perdevano addirittura le Legioni Romane. E poi la Centuriazione, la prima sistematica colonizzazione del territorio, ancora ben evidente con le cavedagne, le strade ghiaiate e le vie asfaltate che si intersecano ad angolo retto. E i territori delle Partecipanze Agrarie, ampi ed aperti a perdita d’occhio, e di quelli della Civiltà Contadina, con le piantate e i maceri e le corti coloniche autosufficienti. Tutto questo (e altro ancora, se ti vuoi fermare a conoscere una offerta gastronomica apprezzata nel mondo oppure la vendita diretta nelle aziende agricole di prodotti tipici…) si può cogliere con gli itinerari che stiamo sperimentando.
Qualche esempio, per gradire.
“Dalla Cassa del Samoggia alla Cassa del Dosolo”: percorso di circa 24 km (andata e ritorno) in buona parte sulla sommità dell’argine del Torrente Samoggia (prima in sinistra e poi in destra idraulica) dalla località Le Budrie di San Giovanni in Persiceto all’Ecomuseo di Sala Bolognese. Circa 6 ore di cammino complessivo su terreno inerbito. Nessuna difficoltà.
“Le tre Aree di Riequilibrio Ecologico”: percorso di circa 28 km che inanella ben tre aree protette della pianura con un tracciato tutto su sede propria: la “Bora”, il “Collettore delle Acque Alte” e l’Ex-zuccherificio di Crevalcore”. Dalla località Poggio di San Giovanni in Persiceto ai Beni Comunali di Crevalcore. Circa 7 ore di cammino complessivo su pista pedonale e terreno inerbito nel quale si può ammirare l’allevamento ex situ di testuggine palustre e Insetti Saproxilici, il Giardino delle Acquatiche, il Centro Anfibi, querco-carpineto planiziale, Borgo Rotondo, la Centuriazione romana e tanto altro ancora.
“Da Osteria Nuova alla Bora”: percorso di circa 10 km che avviene utilizzando il vecchio rilevato ferroviario BO-VR, oggi dismesso e in corso di trasformazione in ciclovia in rapporto con il corridoio ciclabile europeo “EuroVelo 7”. Avendo inizio dal piazzale della Stazione ferroviaria di Osteria Nuova (Sala Bolognese) può essere abbinato facilmente alla partenza dalla Stazione Centrale di Bologna. Il tracciato si svolge sulla sommità del rilevato ferroviario consentendo di apprezzare scorci sulla campagna bolognese. Si attraversano i territori comunali di Sala Bolognese, Anzola dell’Emilia e San Giovanni in Persiceto.
Gli itinerari citati ed altri ancora verranno presto raccolti in un catalogo. Per informazioni: Sustenia srl – Settore Recupero e Gestione Ambientale naturadipianura@caa.it