BURATTINI a (e di) Bologna

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Fagiolino, Flemma e la vecchia pulidora: la tradizione dei burattini a Bologna. Figli della Commedia dell’Arte, i personaggi bolognesi fanno uso sapiente del vernacolo petroniano, divertono grandi e piccini fin dal Settecento

Di Ricardo Pazzaglia
burattiniabologna.it e burattinidiriccardo.it

Fin da bambino, quando mi recavo a vedere gli spettacoli di burattini nella mia città, ho sempre percepito, pur non capendolo fino in fondo, il grande patrimonio che questi rappresentavano.

Bologna custodisce una tra le più antiche tradizioni legate al teatro di figura. Già nel Settecento i burattini recitavano brevi farse a soggetto che andarono in seguito ampliandosi e perfezionandosi. Nel secolo successivo, grazie alla famiglia Cuccoli e ai loro allievi, il mestiere burattinaio, per antonomasia girovago, a Bologna diventò stanziale tanto che una stessa compagnia poteva istituire vere e proprie stagioni teatrali.

Figli della Commedia dell’Arte i burattini bolognesi fanno uso sapiente del vernacolo petroniano miscelato ad un ampio campionario di cadenze dialettali esibito dalle altre maschere, alternato alla lingua italiana dei personaggi generici. Dai burattini tipici, classici, nasce tutto. Anche quando non sono loro i diretti protagonisti occupano, incarnando colorite parti ‘di fianco’, un ruolo fondamentale per avvicinare il loro pubblico a questo o a quel dramma. Essi sono protagonisti indiscussi non solo di fatti di cronaca, di leggende popolari e di antiche favole, ma si sono fatti portavoce di un’alfabetizzazione teatrale senza precedenti. Il repertorio infatti ha da sempre spaziato dai miti greci a Shakespeare, dall’opera lirica a Carlo Goldoni sperimentando il linguaggio e cambiando via via gli allestimenti che si son arricchiti di effetti luminosi o colonne sonore dedicate, ma chi resiste su tutto è Fagiolino.

Se i personaggi tipici sono il cardine delle rappresentazioni non c’è da stupirsi; essi da tempo immemore sono entrati nella mente e nel cuore dei bolognesi. Con Fagiolino, anche Sganapino, Flemma, la vecchia Pulidora e l’antichissimo dottor Balanzone si riaffacciano alla memoria. Non dimentichiamo che questi eroi non solo vivevano negli spettacoli, ma ispirarono poeti, affabulatori, raccontatori di barzellette e in maniera molto più tenera divenivano protagonisti di racconti che alcuni nonni, appassionati dei teatrini delle piazze, raccontavano ai propri nipoti prima di addormentarsi.

È anche grazie a queste suggestioni che ho scelto di fare il burattinaio. Una vera e propria vocazione la mia che mi fa porre la medesima attenzione e ricerca sia nella composizione di nuovi spettacoli, sia nell’organizzazione di rassegne e di eventi, come anche nella costruzione dell’oggetto burattino, un fantoccio di cui solo la testa e le mani sono intagliate nel legno mentre il suo corpo altro non è che il braccio e la mano dell’animatore che, con almeno tre dita, gestisce i movimenti del personaggio.  È per l’esigenza di essere autonomo per quel che concerne personaggi e scenografie che ho iniziato molto presto anche a disegnare, intagliare e dipingere. Non a caso ho sempre scelto percorsi di studio artistici che mi hanno portato a divenire sulla carta scenografo, ma nella realtà sempre e comunque burattinaio. Oggi infatti Scolpisco il legno di pino cirmolo in un laboratorio sito a Bagnarola di Budrio e, compatibilmente agli impegni teatrali, realizzo opere uniche. Per lavorare utilizzo un ‘banco storico’ appartenuto al mio maestro, il burattinaio Demetrio Presini (1918-2002) di cui sono stato l’ultimo allievo. Per la lavorazione del legno uso raffetto, sega, scalpelli, sgorbie, raspe, carta vetrata e un trapano per forare il collo. Mi capita sempre più spesso di dover soddisfare anche svariate commissioni cioè realizzare burattini-caricature di maschere, persone e personaggi, per questo, di recente, ho trasformato il mio sito ‘Burattini di Riccardo’ in una bottega online.

BOLOGNA, ITALY – NOVEMBER 13: Italian puppetmaster, artist and author Riccardo Pazzaglia at work at is laboratory on November 13, 2020 in Bologna, Italy. (Photo by Roberto Serra – Iguana Press/Getty Images)

Oggi, grazie alla collaborazione con l’associazione ‘Burattini a Bologna’, riesco a riproporre e amplificare le innumerevoli sfaccettature di quella pietra preziosa che è l’arte dei burattini bolognesi attuando un percorso di evoluzione di questo fenomeno culturale. I burattini sono per tutti, perché continuano ad offrire repertori diversi con svariati filoni narrativi esibendosi in centro storico come in periferia. Per il Cortile d’Onore di Palazzo d’Accursio, ad esempio, mettiamo a disposizione una struttura teatrale pensata per quell’apposito luogo, composto da decorazioni che richiamano gli elementi architettonici di Piazza Maggiore e del Municipio. Fin dalla prima edizione abbiamo caratterizzato l’area spettacolo con una cartellonistica che spiega in breve l’origine del burattino bolognese e delle principali maschere sia in italiano sia in lingua inglese: questo ci permette di fare divulgazione culturale anche quando non siamo in scena. Quel teatro dei burattini è infatti tappa immancabile di tutte le guide turistiche che hanno così l’occasione di presentare ai visitatori l’arte antica dei burattini bolognesi partendo sempre dalla figura del dottor Balanzone che si collega poi all’università e all’enogastronomia. La vicinanza fisica con gli uffici turistici ci ha permesso ultimamente di rendere ancora più fruibile ed efficace la nostra programmazione pensata per il turismo italiano ed estero. Ringrazio il Comune di Bologna e tutte quelle realtà locali come Emil Banca che grazie al loro sostegno hanno reso possibile l’intero progetto estivo 2022 che ha visto tra i tanti ospiti anche l’attrice italiana Milena Vukotic, lo chef influencer Beniamino Baleotti, Jeff Domke del Center for Pupptry Art’s di Atlanta, Roberto Morgantini di Cucine Popolari e il regista John Landis il quale, giunto a Bologna per una collaborazione con Cineteca e International Filmmaking Academy, ha voluto assistere ad un nostro spettacolo ed è tronato a casa con un esemplare di Balanzone.

Riccardo Pazzaglia e John Landis

Se in questo primo incontro ci siamo addentrati nel mestiere, nei prossimi numeri approfondiremo i caratteri e l’origine dei personaggi più noti del ‘casotto’. Augurandomi che questo mio articolo vi sia piaciuto, vi invito a seguirmi sui social e sui siti di riferimento: burattiniabologna.it e burattinidiriccardo.it. 

Nel caso vogliate darmi riscontro di questa lettura scrivetemi a burattinidiriccardo@gmail.com

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