BIANCO, ROSSO o SILVESTRE ma è pur sempre un Abete

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Le Conifere, molto più antiche degli alberi decidui, si adattano facilmente alle condizioni meteorologiche avverse ma soffrono l’inquinamento elettromagnetico che pare sia la causa della morte di milioni di esemplari in Europa Centrale

di Claudia Filipello

Il bosco si sta spogliando e fa rumore… . Se fino alla stagione precedente le foglie guardavano al cielo con le loro tonalità di verde, ora in questo tempo invernale cadono delicatamente accese di giallo e di rosso. Mentre gentilmente si dirigono verso Terra svolazzano accarezzando l’invisibile, per divenire poi nutrimento dell’albero stesso a cui sono appartenute. In questo processo ciclico, delicato ma determinato ed inesorabile, intravedo come visione un aspetto della vita umana: il taglio del cordone ombelicale del neonato che, dopo la gestazione nel ventre materno, si posa piangendo in questa Terra per Essere e Divenire.

Le foglie, che si aprono nella loro massima espansione della stagione calda e guardano verdi al cielo, per poi mutare in porpora autunnale e infuocarsi del giallo, del rosso, dell’arancio al giungere dell’inverno, mi conducono nel mondo del colore. Rifletto sul verde, unione di blu e di giallo; verde è la foglia che nella stagione calda è attratta dal blu del cielo mentre gialla diventa la foglia che nella fase decadente è attratta dalla Terra. Tutto ciò mi suggerisce la circolarità della vita e della morte: si passa dall’impeto vitale e verde della stagione calda verso la quiete gialla, letargica e rigenerante della stagione fredda, per poi ricominciare incontro alla vita.  

Rimangono invece salde al loro posto le foglie (aghi) delle Conifere, classe di piante sempreverdi, a cui appartiene l’Abete. Impavide, attendono l’arrivo delle intemperie invernali e della neve, alle quali sopravviveranno sfoggiando un verde cupo che solo in primavera si allenterà, alternato al verde tenue ma brillante delle nuove foglie in crescita. 

Nella storia della Terra le Conifere sono molto più antiche degli alberi decidui. Esse, infatti, sono molto forti e più adattabili in presenza di condizioni avverse: perdono meno acqua degli alberi a foglia larga e possono sopravvivere in regioni in cui la stagione calda è breve. Questo ha permesso loro di ricreare un tipo di fogliame che non va disperso ogni anno, nel tempo dell’autunno e dell’inverno. Negli aghi infatti, la fotosintesi clorofilliana inizia molto prima rispetto agli alberi decidui. I rami slanciati degli Abeti lasciano scivolare a terra il peso della neve e molte specie possiedono alcune sostanze biochimiche, vere e proprie forme di liquido “antigelo biologico”. 

Dopo l’ultima glaciazione solo alcune specie delle Conifere ripresero vigore in Europa: l’Abete Rosso, l’Abete Bianco ed il Pino Silvestre.

Pino Silvestre, Abete Rosso e Abete Bianco (wikicommons)

L’Abete è particolarmente sensibile all’inquinamento e negli ultimi decenni purtroppo ne sono morti milioni di esemplari, soprattutto nell’Europa centrale. Diversi indizi fanno pensare che la sensibilità di questa pianta riguardi principalmente l’inquinamento elettromagnetico e non quello atmosferico, come si pensa comunemente.

I sempreverdi hanno avuto sempre una posizione speciale agli occhi dell’umanità perché personificano il potere perenne della vita e della promessa del ritorno della luce e della primavera. Nasce in tempi lontani l’usanza di adornare a metà inverno, durante la notte più lunga dell’anno, un sempreverde con luci e sfere, rappresentanti le influenze celesti, con noci e mele, che simboleggiano la fertilità dell’anno che verrà ed infine con dolci, che richiamano la dolcezza della visione interiore. L’Abete (o Albero di Natale) giocò un ruolo molto importante nel ritorno di quest’immagine perfetta e senza tempo dell’Albero della Vita. Inoltre gli Abeti Bianchi e Rossi appartengono alle montagne, regioni in cui, in un certo senso, si è più vicini a certe forze celesti che alla Terra. Le Conifere sono infatti antenne nello scambio potente tra forze celesti e terrestri; questa loro funzione viene anche raccontata dalla  forma geometrica perfetta, quando osservate dall’alto, ricordano la struttura molecolare dei cristalli.   

Nella cultura celtica l’Abete Bianco era il simbolo di grandezza, bellezza, forza e saggezza e nella mitologia scandinava emblema di fedeltà e amore. Per il suo portamento eretto e le foglie sempreverdi era considerato l’albero della forza vitale, della crescita, dell’immortalità e della fiducia che donava energia, guarigione e creatività. Producendo tutti gli anni grandi quantità di pigne, fiori ancestrali di legno, non sorprende che fosse considerato un simbolo della fertilità. Invece, il suo aspetto socievole si mostra con la tendenza a crescere in gruppo.

Nelle varie culture antiche l’Abete era considerato l’albero che favorisce la cooperazione con altre forme di vita, facilita il rinnovamento fisico e spirituale, permette di essere collegati sia alla terra che al cielo, conferisce serenità e modestia, stimola l’intuizione e la realizzazione delle più profonde aspirazioni.

Dall’Abete e dal Pino vengono estratte quattro sostanze che sono state molto importanti per la civiltà umana: la pece, la resina, il catrame e la trementina; servivano per impermeabilizzare tutti i tipi di legno, sigillare le assi delle navi, come carburante per le lampade ad olio.

Da un punto di vista naturopatico l’Abete è usato per le sue proprietà terapeutiche contro malattie da raffreddamento, tosse, reumatismi, gotta, sostenendo la respirazione e attivando la circolazione. Oltre alla resina e all’olio essenziale sono state usate estrazioni dalle gemme in miele e sciroppo di grappa. La gemmoterapia ha messo in evidenza le proprietà mineralizzanti e ricostituenti delle gemme dell’Abete che rendono il gemmoderivato Abies Pectinata un meraviglioso rimedio in caso di difficoltà di calcificazione ossea, ritardi della crescita, dolori di crescita nei bambini, rachitismo, ipertrofia ghiandolare, carie dentarie, infezioni della bocca, paradontosi e anemia, nonché per migliorare l’assimilazione e il metabolismo minerale, in particolare quello fosforico-calcico.

Il fumo della resina e del legno hanno un effetto depurativo nella stanza, come anche l’olio essenziale vaporizzato.

L’Abete come tutte le conifere è collegato a Saturno, il pianeta dell’interiorità, dell’introspezione e di ogni inizio: che Saturno governi le conifere è dimostrato dal fatto che molte di esse raggiungono la maturità sessuale solamente dopo che il pianeta ha compiuto un giro completo (circa 30 anni). Spesso un singolo Abete, Rosso o Bianco, può raggiungere un’età ed una altezza straordinarie; sono state proprio queste caratteristiche a rendere famosi questi alberi. 

Da circa un secolo le conifere hanno subìto una grave violenza: la pretesa di farle crescere in grandi monocolture e in regioni completamente inadeguate a basse altitudini ed in inverni umidi e miti. Ancora di più a nessuna di esse è permesso di raggiungere almeno la maturità, figuriamoci la vecchiaia! 

Tutti gli alberi sono creature viventi in cammino impercettibile ma reale sulla Terra. Fungono da guida per la loro specie ma anche per l’uomo, essendo più antichi di esso; infatti rappresentano i custodi della memoria del passato della Terra e di coloro che vi abitano. La natura non muore e con lei anche gli alberi che, diversamente dagli uomini, non temono la morte perché sanno che non c’è morte ma solo rinnovamento. La Natura e con essa gli Alberi, sono in una continua trasformazione, di cui l’Abete rappresenta un profondo messaggio di speranza.

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