Nata a Molinella nel 1902, è stata una delle più famose cantanti liriche bolognesi. Negli anni 30 la sua voce ha incantato i melomani di tutto il paese
di Giuliano Musi
Sono passati 45 anni dalla scomparsa di Tina Billi, famosa cantante bolognese che gli appassionati ricordano anche oggi con grande emozione perché interprete magistrale di alcune delle maggiori opere liriche che sono rappresentate ogni anno nei maggiori teatri del mondo.
Il suo periodo di attività ha coinciso con quello delle artiste più celebrate della storia del teatro lirico, come Toti Dal Monte e Claudia Muzio, la vera e unica Divina della lirica. Tina Billi ha comunque compiuto una bella carriera cantando con ottimi colleghi, ottenendo chiari e notevoli successi personali anche in teatri di prima fascia. Soprattutto per gli appassionati bolognesi è stata un vero mito e non c’è nessun amante della lirica che abbia vissuto quegli anni (dal 1930 al 1951), che non la ricordi con sincera ammirazione come il soprano del cuore. Non è stata solo un fenomeno locale: in tutta Italia è amata, stimata e ammirata da chi vive veramente e con passione la lirica e molti collezionisti cercano tuttora con assiduità i suoi preziosi dischi.
Tina Billi, donna bellissima quanto sfortunata, aveva raggiunto una grande notorietà perché poteva vantare voce ed aspetto fisico che focalizzavano immediatamente su di lei l’attenzione del pubblico. Dotata di sguardo magnetico, era bravissima nell’avvincere con il canto l’ascoltatore che non poteva ridurre la vivissima attenzione nei suoi confronti anche solo per un breve momento. La sua voce, tipica del soprano lirico, aveva l’invidiabile pregio di commuovere immediatamente lo spettatore senza ricorrere a false esagerazioni vocali. La tonalità rivelava inoltre un impasto morbido e vellutato, ed un’apprezzabile estensione, tanto da farla primeggiare come Violetta ne La Traviata.
I critici erano concordi nell’affermare che aveva la lacrima incastonata nella voce che sapeva usare con grande sapienza, mai troppo verista ma neppure mai fredda. Nonostante queste doti uniche che pochi artisti possono vantare Tina Billi non ha mai voluto fare a gara con le colleghe soprano, anche meno dotate, per imporsi nei grandi teatri o per primeggiare. Si è ugualmente costruita però una bella carriera cantando con i cantanti lirici più affermati, ottenendo indiscutibili e notevoli successi personali.
Tina Billi nasce a Molinella (Bo) il 15 luglio 1902, quando il secolo più disastroso della storia recente (2 guerre mondiali) è da poco iniziato. Il suo vero nome era Cecilia, Rina, Argentina (indubbiamente il nome d’arte Tina è il diminutivo di Argentina), figlia di Enrico e di Ponti Sgargi Estella.
Dopo aver studiato pianoforte al Conservatorio di Bologna, privatamente si perfeziona in canto studiando con Giuseppe Borgatti, il famoso tenore centese (1871-1950) allievo prediletto di Alessandro Busi, l’insuperato maestro di canto del Conservatorio G.B. Martini di Bologna. Giuseppe Borgatti è considerato, assieme al più giovane Aureliano Pertile (1885-1952), il più grande interprete wagneriano italiano e, molto probabilmente, del mondo. Sotto la sapiente guida del grande tenore, Tina debutta nell’opera completa il 13 giugno1930 all’Arena Italia di Bologna in Bohème al fianco del popolarissimo tenore bolognese Ettore Bergamaschi. L’arena Italia era stata inaugurata l’anno prima nel 1929 e si trovava nei pressi di porta Saffi. L’anno dopo, nel 1931, è scritturata all’Apollo di Ferrara, debutta così in Carmen di Bizet. Tina è una splendida Micaela e l’ottimo esito le apre le porte del Politeama di Piacenza dove debutta in Traviata, accanto a lei il tenore modenese Wladimiro Badiali con cui canta in molti teatri emiliani. A Cremona è scritturata per Traviata, Tosca e Rigoletto fino ad approdare, nel 1932, al Teatro Duse di Bologna, ancora ne La Traviata, al fianco di Guido Volpi e del baritono Enrico De Franceschi.
A Bologna riscuote un grande successo, viene confermata per Tosca, e l’anno seguente canta nell’importante Teatro del Corso di Bologna, nel periodo d’oro dell’impianto, in cui il Corso rivaleggiava addirittura con il Comunale. Il Teatro del Corso che era nella centralissima Via Santo Stefano oggi non esiste più perché è stato purtroppo distrutto da un bombardamento alleato. Al Corso Tina canta ancora Traviata e Tosca col tenore Nino Ederle. Le stesse opere le interpreta anche al Lirico di Milano prima di debuttare, nel 1933, al Sociale di Mantova ne I Pagliacci. La critica elogia la sua interpretazione di Nedda e la descrive come una magnifica ammaliatrice di notevole qualità vocale.
Prosegue la carriera al teatro Duse di Bologna con sorprendente frequenza fino al 1934 quando debutta in Thaïs, opera che la vedrà impegnata anche al Petruzzelli di Bari due anni dopo.
Nel 1934 Tina debutta in un altro classico come Manon Lescaut di Giacomo Puccini. Anche il personaggio di Manon è stato un suo cavallo di battaglia ed è forse quello che ha interpretato con maggiori soddisfazioni personali. Negli anni seguenti ottiene successi in altre opere: L’amico Fritz di Pietro Mascagni, La Bohème e Madama Butterfly di Giacomo Puccini, Arlesiana di Francesco Cilea. Nel 1936 debutta nel Barbiere di Siviglia di G. Rossini.
Il repertorio di Tina Billi non è stato purtroppo molto vasto, forse a causa di una sua innaturale paura nell’avventurarsi nello studio del vasto repertorio lirico, non solo italiano. Non era abbastanza stimolata per tentare nuove avventure che sicuramente le avrebbero riservato piacevoli sorprese e preferiva esibirsi in ruoli in cui aveva già ottenuto successi e grande considerazione del pubblico.
Negli anni ’30 è nel ristretto lotto dei soprano affermati e gode di una solida e meritata popolarità tra pubblico e critica. Il successo ed il poter vantare un nutrito numero di ammiratori le frutta anche la chance di realizzare una produzione discografica che le assicura ulteriore popolarità.
In commercio si trovano anche oggi parecchi dischi incisi per l’etichetta Italfon di Milano che al momento della commercializzazione erano venduti esclusivamente nei Grandi Magazzini della Rinascente.
La sua carriera dura 21 anni e ancora in media età decide di lasciare le scene: saluta Bologna con La Traviata di Verdi cantata, con incredibile successo all’Arena del Sole di Bologna il 24 marzo e il 14 aprile 1945. L’addio ufficiale alle scene avviene a Bagnacavallo, al Politeama Verdi, nel 1951 con Tosca di Puccini.
Tra il 1945 e il ’51 Tina Billi ha però cantato ancora, sicuramente con minore frequenza e in teatri minori.
Nella vita privata stava da tempo con un uomo che disponeva di notevoli possibilità economiche e che voleva regolarizzare col matrimonio la loro vita in comune. Contrariamente ad ogni aspettativa Tina Billi però non accettò di sposarlo, le loro esistenze non hanno avuto così riconoscimento ufficiale e da una possibile posizione economica privilegiata Tina è piombata all’improvviso in uno stato di terribile indigenza quando il suo convivente è morto dopo qualche anno. Non potendo beneficiare in alcun modo del patrimonio del suo ex, dopo la guerra e con la galoppante svalutazione della lira si è ritrovata a dover lottare per sopravvivere degnamente.
Fortunatamente un appassionato della lirica e suo ammiratore, da tutti conosciuto come Cirano, nonostante facesse un lavoro non molto remunerato riuscì a procacciarsi il pane per sé e per Tina. Le ristrettezze economiche e il passare degli anni non impedirono comunque alla Billi qualche esibizione in cui ha cantato sempre in modo straordinario.
Durante la carriera, ma soprattutto una volta lasciato il teatro (anni ‘50), si esibiva volentieri al ritrovo principale dei melomani bolognesi, la famosissima Tampa Lirica, all’angolo di via Marescalchi, una stradina stretta e laterale della centralissima via D’Azeglio. Questo locale, che in effetti si chiamava “Antica Trattoria Buca Genasi”, era famoso per il canto e per le tagliatelle al ragù ritenute le migliori di Bologna e non era neppure facile trovarvi posto perché disponeva di pochi tavoli.
Tina duettava spesso con Romano Emili (allora giovanissimo era conosciuto col nome d’arte Romano Doria), Eduardo Martone, Gianfranco Marchioni, Romano Musi, Mario Cangemi e altri che abitualmente frequentavano il locale spinti dalla passione per il canto.
Ha svolto anche una notevole attività concertistica, in cui spicca il prestigioso concerto effettuato nello stabilimento della Edoardo Bianchi, il marchio di biciclette più antico al mondo, in viale Abruzzi a Milano. Va sottolineato che ottenne notevolissimi successi anche in alcuni paesi europei interpretando l’Opera di Lehar La Vedova allegra.
Il 7 ottobre 1975 al Circolo Culturale Lirico di Bologna, accompagnata dal pianoforte, ha eseguito l’intera partitura di Manon Lescaut.
I numerosi appassionati accorsi all’evento rimasero senza parole e, anche dopo molti anni, quel ricordo resta vivissimo e indelebile. Nonostante in scena fosse seduta su una sedia, posizione che non favorisce l’emissione della voce ed il respiro, apparentemente senza alcuno sforzo, Tina regalò un’interpretazione di classe assoluta eseguendo il finale con un pathos irripetibile.
Tina Billi, rimasta sola, negli ultimi anni di vita era stata sopraffatta dalla desolazione e dalla solitudine, anche se molti cantanti giovani andavano da lei per ripassare le romanze e godere dei suoi preziosi consigli. Dopo pochi anni si è ritirata in una casa di riposo di Bologna dove si è spenta il 15 agosto 1980, due settimane dopo la tragica strage della Stazione di Bologna.