Respira con la pelle e ha parenti in California il geotritone della Val di Zena

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Durante una battuta alla ricerca di rifugi della Seconda Guerra Mondiale alcuni soci del Gruppo Speleologico Bolognese e dell’Unione Speleologica hanno accertato la presenza di un raro anfibio mai avvistato a queste altitudini.

di Giuseppe Rivalta (GSB-USB)

(articolo pubblicato nel numero uscito nell’inverno 2014)

Durante una battuta alla ricerca di rifugi della Seconda Guerra Mondiale, nell’alta Val di Zena, alcuni soci del Gruppo Speleologico Bolognese e dell’Unione Speleologica Bolognese, hanno trovato, in un bosco, una cavità impostata su una frattura formatesi nei banchi arenacei della Formazione di Pantano (Miocene). Da una prima esplorazione la grotta è risultata caratterizzata da tre ingressi, da una lunghezza pari a 42 metri e con un dislivello di appena cinque metri. Una singolarità di questa lunga frattura è la presenza di almeno nove esemplari di Geotritoni (con forme anche giovanili) distribuiti sulle pareti a vari livelli di profondità. L’umidità all’interno è elevata, ed è anche favorita dal fatto che le aperture sono state protette da fitti rami, appoggiati da qualcuno del posto, per evitare che vi si potesse cadere dentro.

Due sono gli elementi che rendono  la cavità importante: la presenza di questi particolari Anfibi Urodeli, simili alle salamandre e la quota (426 metri sul livello del mare) che risulta essere la più bassa in cui siano stati rilevati questi straordinari piccoli animali. Nelle aree montane appenniniche della nostra Regione, a partire dal Piacentino e dal Parmense sono stati individuati vari individui di Geotritoni classificati come Speleomantes strinatii – Aellen – 1958, a quote comprese tra i 550 ed i 1460 metri s.l.m.

Anche nel bolognese sono note, da tempo, alcune stazioni in cui tali anfibi vivono in habitat diversi: o all’interno di cavità o in tronchi marcescenti. Sono particolarmente presenti nell’Alta Valle del Reno (Madonna del Faggio, Madognana, Molino del Pallone ecc.) e classificati come Hydromantes italicus. Tutte queste località superano i 500 metri di quota sul livello del mare. La stazione della Val di Zena (m 426 s.l.m.), quindi assume una notevole importanza biogeografica e permettendo, pertanto, di migliorare la conoscenza di questo interessantissimo gruppo di Anfibi.

Ma chi sono e da dove provengono tali animali che non hanno polmoni e che respirano attraverso la pelle ? La loro origine biologica (filogenesi) è molto lontana nel tempo. Occorre, infatti, arrivare al Periodo Cretaceo (Era Mesozoica) per trovare i primi esemplari fossilizzati. Attualmente la loro diffusione (anche se a macchia di leopardo) è in prevalenza nel continente Americano (Canada, Stati Uniti, Centro America, Colombia), ma non mancano specie europee ed asiatiche. L’arrivo in Europa e, successivamente, in Italia, sembra sia avvenuto quando ancora il Nord America orientale (zona della catena degli Appalachi ) era collegato all’Eurasia (Mesozoico – Cretaceo). Altri studi ritengono invece che la discendenza provenga da un passaggio attraverso il Nord Ovest americano  con relativa entrata in Asia. Il problema è, quindi, ancora dibattuto dagli specialisti di Biogeografia e la loro classificazione non è stata definita compiutamente.Questi Anfibi Urodeli appartengono alla Famiglia dei Pletodontidi ( nome che indica l’alto numero di denti presenti). Una curiosità: gli individui più vicini ai Pletodontidi Europei, vivono in California. Quanta strada hanno percorso e quanto tempo prima di arrivare nellaValle dello Zena…

La loro biologia è veramente particolare. Come già accennato respirano attraverso la cute, per lo più liscia e sottile, per cui maneggiandoli si rischia di ucciderli per disidratazione ed asfissia. Il loro apparato boccale è simile a quello delle rane essendo fornito di una lunga lingua estroflettibile (anche alcuni centimetri) con cui catturare le prede (zanzare, ragni ecc.), ne più né meno come fanno i Camaleonti, con una velocissima estrusione di tale organo. Gli odori vengono veicolati attraverso un solco naso-labiale fino all’interno della bocca. Molta importanza ha, infatti, l’organo olfattivo, anche se gli occhi, pressoché frontali, possono individuare la preda addirittura in semioscurità. Hanno (come del resto tutti i cavernicoli) un metabolismo rallentato che permette loro di convertire quasi completamente, l’energia accumulata pur con una scarsa alimentazione, in sostanze organiche. Contrariamente a quanto avviene nella Famiglia delle Salamandre, i Geotritoni (specialmente quelli ad habitat cavernicolo), si possono riprodurre senza essere vicini a pozze d’acqua. Dopo una lunga “danza” nuziale dell’individuo maschile, segue la fecondazione e le uova vengono deposte singolarmente su substrati di sabbia umida. Il periodo riproduttivo è in Primavera ed Autunno. I piccoli si sviluppano senza una vera metamorfosi e da adulti mantengono la coda.

L’ingresso della grotta dove è stato trovato il geotritone.

Lo studio degli esemplari scoperti in Val di Zena, è in corso e permetterà di  verificare a quale specie appartengano. In Italia i Plecodontidi sono rappresentati dal genere Hydromantes che comprende ben otto specie endemiche di cui cinque si trovano nel Sud della Sardegna e tre nella fascia appenninica che va dalla Liguria, alla Toscana fino all’Abruzzo. Sono presenti anche nel Sud della Francia.

Secondo l’ Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) i Geotritoni sono considerati a rischio di estinzione ed è per questo che non abbiamo voluto fornire informazioni riguardante l’ubicazione della stazione scoperta dal GSB_USB nel maggio del 2013. Ancora una volta la magica Val di Zena ha mostrato un’altra delle sue gemme che, come in questo caso ha saputo custodire e proteggere fino ad oggi.

MESOZOICO, CRETACEO, MIOCENE
Il Mesozoico, o era mesozoica o era secondaria, iniziò circa 250 milioni e durò quindi di circa 186 milioni di anni. Nella scala dei tempi geologici, il Cretacico o Cretaceo, corrisponde al terzo e ultimo periodo dell’era Mesozoica ed è compreso tra 145 e i 65 milioni di anni fa, preceduto dal Giurassico e seguito dal Paleogene, il primo periodo della successiva era Cenozoica o Terziaria. Il Miocene è invece l’epoca geologica compresa tra l’Oligocene e il Pliocene ed ebbe inizio 23 milioni di anni fa e terminò poco più di 5 milioni di anni fa
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