Le specie più rare ed interessanti che popolano la grande area verde pubblica attorno al Reno nel Comune di Casalecchio
A cura di Andrea Morello e Claudio Corticelli* e Michele Vignodelli**
(pubblicato nel numero uscito nell’autunno del 2016)
Il Parco della Chiusa, grazie alla sua conformazione geologica e alla vicinanza col fiume Reno, racchiude, nei suoi 110 ettari circa, una vasta gamma di ambienti naturali tipici della bassa collina bolognese che ospitano specie animali e vegetali rare e soggette a tutela. Entrando nel Parco dall’ingresso principale, a nord, superato il Viale degli Ippocastani, suggestivo colonnato di rami e foglie, si mostra sin da subito al visitatore la bellezza e l’unicità dell’ex podere Sampieri-Talon: un connubio perfetto tra l’opera dell’uomo e la forza prorompente della natura, uno spettacolo che suscita meraviglia e mistero.
FLORA
Il ripido versante collinare attraversato dall’antica Via dei Bregoli è fittamente boscato. Piante decisamente mediterranee come l’Alaterno, l’Albero di Giuda e l’Acero minore vegetano in un contesto dominato dalla Roverella, con un ricco sottobosco. Sul fondo delle vallecole ombrose troviamo imponenti esemplari di Farnia e Carpino bianco.

Allium roseum
Sotto il versante collinare, a destra della villa in rovina, si estende il vasto “giardino all’inglese” (creato dall’uomo con l’intento di imitare un paesaggio spontaneo) che occupa un ampio terrazzo alluvionale con boschetti ad alto fusto che si alternano ad ampie radure, in cui troviamo notevoli esemplari di Carpino nero, Acero campestre, Bagolaro e Tiglio, e un sottobosco caratterizzato da fitti tappeti di Pungitopo, Polmonaria, Anemone dei boschi, Pervinca maggiore. Più in basso, in prossimità del fiume Reno, si trova la fascia ripariale occupata, nella parte più prossima alla Chiusa, da una piccola foresta stratificata di altissimi Pioppi bianchi che, pur nella sua ridotta estensione, rappresenta un ambiente di rara integrità e notevole valore naturalistico. L’area è lasciata a libera evoluzione: la presenza di molti tronchi in decomposizione sul suolo o in piedi crea innumerevoli micro-habitat per la fauna e la flora erbacea, in un contesto di grande suggestione.Nella parte centrale del parco sono presenti, attorno alle corti coloniche delle Montagnole e di Santa Margherita, campi coltivati con metodiche tradizionali per ampliare e preservare la biodiversità.

tulipa oculus solis
Ai margini di questi campi si possono osservare pregevoli fioriture di orchidee spontanee e di bulbose tra cui spiccano quelle del raro Tulipano rosso, del Gladiolo e dell’Aglio roseo. Proseguendo verso sud, là dove il rilievo collinare si addolcisce, affiora una vena gessosa formatasi circa cinque milioni di anni fa che ospita una fitta vegetazione arbustiva composta da Ginestra, Biancospino, Prugnolo, Rosa canina, Fillirea ed il Cisto femmina, rarissimo in questa zona.Ed in ultimo, ma non certo per importanza, nella parte collinare più a sud troviamo un’area di notevole interesse naturalistico per i suoi aspetti geomorfologici, botanici e faunistici: la zona dei calanchi.
FAUNA

Martin Pescatore
Nonostante la sua funzione di parco pubblico della città di Casalecchio, il Talon offre, grazie all’elevata naturalità dei suoi boschi e dei suoi prati, buone opportunità di vita a molte specie di insetti e ad alcuni grandi e piccoli mammiferi, quali il cinghiale, il capriolo, l’istrice, il tasso, il lupo, la lepre e ben 13 specie di pipistrelli. Numerose e interessanti anche le specie di uccelli nidificanti, tra cui ricordiamo il picchio rosso maggiore, l’upupa, il martin pescatore e lo sparviero. Questo diversificato ecosistema annovera una particolare specie di anfibio di alta valenza ecologica: la Salamandrina dagli occhiali rappresentata nel logo stesso del Parco che ha, proprio qui, una delle tre stazioni riproduttive della provincia.
Questo piccolo anfibio endemico dell’Italia vive in ambienti boschivi freschi e umidi attraversati da piccoli corsi d’acqua che formano pozze nelle quali le femmine di salamandrina possono deporre le uova ancorandole a rami o piante sommerse.Dal 2006 il territorio del Parco della Chiusa, vasto corridoio ecologico, è stato incluso nel SIC (Sito di Importanza Comunitario) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) denominato “Boschi di San Luca e del Reno”. Dal gennaio 2014 Il Parco è entrato a far parte del Paesaggio naturale e semi-naturale protetto Colline di San Luca: un’area di 5000 ettari che mette in diretta relazione territoriale il Parco Regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, il Parco Storico di Monte Sole e la Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico.
*Circolo LEGAMBIENTE SettaSammoggiaReno
** WWF Bologna Metropolitana
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