Due secoli fa il soggiorno all’allora Albergo del Pellegrino del poeta inglese
di Paolo Piccinno
Nato Londra nel 1778 da una famiglia di antica nobiltà, a dieci anni ereditò la proprietà di Newstead Abbey, presso Nottingham, e il titolo di Lord dal pro zio. Non ebbe un’educazione regolare, trascorse la sua fanciullezza ad Aberdeen, affidato alle cure di due tutori. Studiò ad Harrow (1801) e a Cambridge (1805). Non ancora ventenne pubblicò una prima raccolta di versi, Ore d’Orazio (1807), che fu vivacemente criticata dalla Edinburgh Revieuw; egli rispose a questo attacco con violenza satirica: viaggiò per l’Italia abitando di volta in volta a Roma, Ravenna, Bologna, Pisa, Genova e Venezia.
A Bologna, dove gli è stata intitolata anche una via, quest’anno cadono i duecento anni in cui lo scrittore inglese è stato nella nostra città nell’Albergo del Pellegrino, in via de’ Vetturini, antica denominazione di via Ugo Bassi. Il Pellegrino cominciò a venir citato nel 1861 col nome di “albergo della Posta” e vantato come “bell’edificio, allestito con tutte le comodità”. Ultimo degli ospiti più insigni è stato Lord Byron, come ricorda la lapide posta nell’atrio dell’albergo con l’epigrafe dettata dal Carducci e voluta dal proprietario Rivaldi. Il soggiorno bolognese non fu lieto: notizie dall’Inghilterra, qualche sofferenza fisica, la relazione appena iniziata e già oscillante tra distacchi e riprese resero amari quei giorni. La città disse poco o nulla al poeta, specialmente quando fallì il grande raduno di intellettuali che egli stesso aveva sollecitato. All’Hotel il Pellegrino alloggiarono anche Casanova e Dichens e Wolfang Mozart nel 1770, quando aveva 14 anni.