In inverno scarseggia il cibo ma in estate è la sete a mettere a dura prova la fauna selvatica. Eccome aiutare i nostri amici pennuti e non solo
foto e testi di Paolo Taranto
(articolo pubblicato nel numero uscito nell’estate 2017)
La bella stagione dopo i rigori dell’inverno è sicuramente molto più piacevole anche per gli animali sebbene in questo periodo la maggioranza delle specie sia impegnata nella riproduzione; vivere senza il problema fisiologico di dover affrontare il freddo, il ghiaccio, la neve e la scarsità di cibo è sicuramente più piacevole. Ma non è oro tutto ciò che luccica e anche la bella stagione, in particolare l’estate, col suo caldo torrido, non sempre offre situazioni piacevoli per gli animali; in alcune annate particolarmente secche/torride e in alcuni ambienti, infatti, trovare dell’acqua a disposizione può rappresentare un grosso problema per la fauna selvatica. Nel nostro piccolo, possiamo aiutare gli animali nei nostri giardini fornendo appunto dell’acqua nel periodo estivo più caldo e secco. Esistono molti modi per fare questo, da quelli più semplici a quelli più complessi ma anche più efficienti come risultati:
Un semplice contenitore con bordi bassi, se non avete spazio o tempo, può essere la salvezza per molte specie animali, Mammiferi e Uccelli. Basta un sottovaso, se possibile di dimensioni generose, per esempio 50-60 cm di diametro, con 2 cm di acqua e qualche sasso all’interno che serva come posatoio per gli uccelli più piccoli; è importante che il contenitore utilizzato non abbia bordi troppo alti che impediscano l’accesso a mammiferi e piccoli mammiferi come i Ricci, e che non ci sia troppa acqua dentro altrimenti le specie più piccole potrebbero affogare. L’acqua fresca va fornita tutti i giorni, anche perché col caldo evapora. Il contenitore va posizionato, se possibile, in una zona poco disturbata e in ombra. Se non avete un giardino, può essere collocato un contenitore più piccolo anche sul davanzale della finestra.
Se avete la fortuna di disporre di un giardino più o meno grande, la realizzazione di uno stagnetto artificiale sarebbe l’ideale; gli stagni artificiali possono avere dimensioni variabili, da 40-50 cm di lato lungo o diametro fino a qualche metro, dipende dai vostri gusti, dallo spazio e dalla vostra disponibilità a costruirne uno. Lo stagno artificiale rappresenta senz’altro una soluzione più naturale e può attrarre molte più specie rispetto ad un semplice contenitore. Va collocato in una posizione nascosta, possibilmente in ombra, dove la fauna, sia di giorno che di notte, possa trovare tranquillità. Esistono in commercio degli stampi in plastica già pronti per costruire gli stagni artificiali, anch’essi di varie dimensioni e prezzi; il modo più economico e naturale invece prevede l’uso di un apposito telo impermeabile per stagni o più semplicemente uno strato di 3-4 fogli di plastica (con spessore non inferiore ai 0,5 mm); usando più fogli sovrapposti si riduce il rischio che in caso di rottura di uno di essi sia compromessa l’impermeabilizzazione dello stagno. La profondità non deve essere eccessiva ma allo stesso tempo deve garantire una quantità di acqua che rimanga sempre disponibile anche senza rifornire lo stagno per diversi giorni; l’ideale è creare una pozza più profonda nella parte centrale (per esempio 20 cm) ma con sponde che degradano dolcemente in modo tale da creare un pendio graduale, dove ogni specie sceglierà la profondità dell’acqua più adatta. Una volta scavata la buca è bene ripulirla da sassi e radici che potrebbero bucare i teli di plastica, riempirla con uno strato di sabbia di 5-6 cm, quindi stendere i teli, e ricoprire nuovamente con un altro strato di sabbia fine di 5-6 cm che proteggerà ulteriormente i teli di plastica, i quali dovranno avere dimensioni maggiori rispetto alla superficie normale dello stagno così da poter essere bloccati ai bordi per 20-30 cm anche al di fuori dello stagno e ricoperti con terra sassi, garantendo in questo modo un’ottima impermeabilizzazione anche sulle sponde. Lo stagno potrà poi essere decorato con sassi, cortecce, muschio e, se di grandi dimensioni, anche con piante acquatiche autoctone.