La millenaria Rocca di Bazzano

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Eretto prima del Mille è stato distrutto e ricostruito più volte. Nel 1473 l’edificio fu donato a Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna. Nei secoli seguenti svolse funzioni differenti: da carcere a caserma, da scuola ad abitazione privata

di Manuela Goldoni

(articolo pubblicato nel numero uscito nell’inverno 2016)

Arrivando a Bazzano, oggi frazione del grande comune di Valsamoggia, nell’Appennino a sud-ovest di Bologna, di giorno come di sera, lo sguardo cade inevitabilmente sull’imponente ed affascinante edificio che domina il paese, dall’alto di una collina adiacente il centro storico. Si tratta della Rocca dei Bentivoglio le cui origini risalgono a data incerta, ma sicuramente anteriore al Mille, all’epoca quindi dell’incastellamento in Emilia Romagna. Il castrum viene infatti menzionato nel 1038, quando il vescovo di Modena lo concesse in enfiteusi a Bonifacio di Canossa, padre della celeberrima Matilde, che lo ereditò a sua volta, fino alla sua morte nel 1115.
Già comune rurale nel 1180, Bazzano passò nel 1204 al contado bolognese, divenendo oggetto di contrasto tra i due comuni. Dopo il fallimento di un primo assedio al castello nel 1228, i Bolognesi tentarono nuovamente di espugnarlo nel 1247, questa volta con successo: fu così che nel 1250 venne raso al suolo come punizione esemplare per gli oppositori di Bologna. Parte della struttura attualmente esistente (la torre e l’adiacente palazzo) risale alla fine del ‘200, quando il marchese Azzo VIII d’Este, allora in conflitto con Bologna, lo fece riedificare. I Bolognesi, preso nuovamente possesso di Bazzano, questa volta non distrussero il castello ma lo rafforzarono. Nel 1304 le mura perimetrali furono terminate e nel 1310, oltre alla torre vennero edificati due casseri, uno dei quali è l’attuale Torre dell’Orologio.

Gestita dalla Fondazione Rocca dei Bentivoglio, la Rocca oggi accoglie iniziative pubbliche e private, mostre temporanee, eventi teatrali e musicali, convegni, rassegne di vario genere, corsi, attività didattiche ed è sede della locale Mediateca Intercomunale, del Museo Civico A. Crespellani e della Scuola di Musica G. Fiorini, oltre ad essere sede della stessa Fondazione. Per rendere la visita dell’edificio e del Museo ‘family friendly’ recentemente l’apparato didascalico è stato ampliato con una pannellistica dedicata ai bambini e con una mini guida che accompagna le famiglie alla scoperta della Rocca (progetto “I castelli dei ragazzi” patrocinato da IBC-Emilia Romagna). Info: www.museo.roccadeibentivoglio.it – tel. 051.836.442/05

Alla metà del ‘400, le nuove tecniche di assedio e soprattutto l’utilizzo delle armi da fuoco resero obsolete strutture come la Rocca di Bazzano, che andò così incontro ad un rapido decadimento. Fu allora – nel 1473 – che l’edificio venne donato a Giovanni II Bentivoglio, signore della città fino al 1506. A quest’epoca risale l’aspetto attuale della Rocca che venne trasformata in elegante “delizia”, ovvero residenza signorile e luogo di svago in campagna. Al corpo trecentesco vennero aggiunte tre ali per creare un cortile interno e la facciata del castello venne ingentilita da affreschi. Le sale della Rocca presentano splendidi affreschi, decorazioni e dettagli che svelano ai visitatori la storia e le vicende di quel luogo. A piano terra, nelle due sale dell’edificio trecentesco si possono ammirare alcuni stemmi a tempera: sulle pareti campeggia l’arma bentivolesca (la sega rossa a sette denti) entro una cornice vegetale affiancata dalla sigla formata dalle iniziali di Giovanni II Bentivoglio “Ms Zo” (= Messer Zoano), mentre sulle volte sono dipinti uniti gli emblemi della famiglia Bentivoglio e quelli della famiglia Sforza di Milano (in un caso le onde azzurre e bianche e nell’altro il drago con un uomo in bocca): Giovanni II Bentivoglio, infatti, aveva sposato Ginevra Sforza, nipote di Ludovico il Moro, signore di Milano ed illustre alleato dei Bentivoglio.

La Sala dei Giganti, la maggiore fra le sale della Rocca, è posta al primo piano e le originali pitture tardo quattrocentesche sulle sue pareti testimoniano la lunga e movimentata storia dell’edificio.

C’è poi la Sala del Camino presenta un abbellimento che crea un effetto “a tappezzeria” con i motivi che continuano anche a cavallo degli spigoli senza interruzione: qui il motivo decorativo ripetuto, intercalato dalle iniziali di Giovanni II Bentivoglio, è costituito dall’arma bentivolesca inquartata con l’ondato azzurro degli Sforza.

Il motivo a “tappezzeria” che decora la Sala dei Ghepardi mostra invece un ghepardo entro una cornice di melograni che regge un cartiglio con il motto “per amore tuto ben volgo soferire”, riferito alle millantate origini del capostipite dei Bentivoglio: la leggenda vuole infatti che fosse figlio illegittimo di Re Enzo, prigioniero a Bologna che, alla sua vista, proferì la frase “ben ti voglio”.

E ancora, nella Sala delle Ghirlande le pareti presentano lo stemma dei Bentivoglio inquartato con quello primitivo degli Sforza, entro losanghe di rami di ginepro intrecciati: sotto al coronamento a cornice delle pareti, le iniziali di Giovanni Bentivoglio si alternano a quelle “Ma Za” (Madonna Zinevra) dell’amata moglie Ginevra Sforza dalla quale Giovanni ebbe undici figli.  Successivamente, la Rocca divenne sede del Capitanato della Montagna e, nei secoli seguenti, svolse funzioni differenti: da carcere (dove fu rinchiuso nel giugno del 1799 il poeta Ugo Foscolo) a caserma, da scuola ad abitazione privata.

Nella Rocca dei Bentivoglio ha sede il Museo Civico “Arsenio Crespellani”, da anni attivo nell’ambito della didattica museale. Questo spazio offre un’ampia gamma di percorsi educativi indirizzati alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Tutte le proposte sono state concepite sulla base della metodologia “hands-on” (toccare con le mani, conoscere attraverso il fare) che consiste nel presentare i contenuti in modo interattivo, affiancando ad una parte introduttiva teorica un’attività “pratica” di rielaborazione dei concetti in corso di apprendimento. Di recente, poi, l’offerta si è arricchita ulteriormente con attività di ambito naturalistico–scientifico grazie alla formazione di un unico polo museale di Valsamoggia, con l’entrata dell’Ecomuseo della Collina e del Vino di Castello di Serravalle all’interno della Fondazione Rocca dei Bentivoglio. Info: tel. 051.836.442/05 – 3397612628.
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