Il nome di questi splendidi Odonati deriva dal termine latino libelluls che significa piccolo libro
foto e testi di Tiziana Lorenzini
(articolo pubblicato nel numero uscito nella primavera 2018)
Insetti di colori stupendi, con addome assai lungo, che possiedono sei zampe, quattro ali e due occhi piuttosto grandi: di libellule stiamo parlando. Appartenenti all’ordine degli Odonati, distinti nei due sottordini degli Zigotteri e degli Anisotteri, che comprendono numerose famiglie, si riproducono sulla faccia della terra ormai da milioni di anni.
Il nome deriva dal termine latino libellus, cioè piccolo libro: le ali di questi insetti posati, sia congiunte che aperte, somigliano infatti alle pagine di un libro; fornite di una reticella assai sottile e delicata, hanno l’aspetto di un brillante velo, con forme molto raffinate. Le varie tinte delle libellule, spesso eleganti e vivaci, le rendono meravigliose e in grado di decorare sempre ogni stagno, torrente e qualsiasi altro luogo ricco d’acqua e relativa vegetazione, con un grande senso di legame riguardo al loro territorio, che provvedono spesso a difendere da altri invadenti. Si posano sulle piante acquatiche che circondano le paludi, sui cespugli, sui ciottoli dei fiumi, ma spesso rivolte verso il sole, a volte con abitudini solitarie, altre volte in compagnia come accade durante il periodo degli amori, quando i maschi con molta rivalità inseguono le femmine.
L’ampiezza visiva delle libellule è praticamente perfetta e i loro occhi, di struttura piuttosto complessa, sono in grado di scorgere le prede a molti metri di distanza, riuscendo così a inseguirle con la certezza della loro cattura; anche l’ottima mobilità del collo permette a loro di catturare sempre assai abilmente. Si tratta di insetti del tutto innocui per l’uomo, ma formidabili cacciatori e feroci guerrieri: le loro prede, normalmente altri insetti di piccole dimensioni, sono catturate direttamente in volo o con veri e propri agguati, e vengono divorate grazie alle possenti mandibole e mascelle (la cosiddetta “maschera animata”). A loro volta, le libellule costituiscono poi un boccone prelibato per gli uccelli più svelti capaci di catturarle, come le rondini, le albanelle o il cuculo; ghiotti di esse sono anche i pesci, e varie volte sono pure imprigionate dai ragni nelle proprie tele ricamate sui cespugli dei corsi d’acqua. La struttura degli organi riproduttivi degli Odonati è caratteristica, e piuttosto singolare la loro fecondazione: il seme non passa direttamente dal maschio alla femmina, bensì viene prima depositato dal maschio in un’altra parte del suo proprio corpo, e soltanto successivamente è trasferito in quello della femmina. Durante il loro accoppiamento, la forma del cuore che assume la loro unione ne mostra una smisurata eleganza e una infinita raffinatezza.
Le uova vengono deposte in acqua, inserite nelle foglie o negli steli delle piante, oppure facendole direttamente cadere dall’alto, ma sotto una gelosa sorveglianza del maschio, assai battagliero in caso di necessità, anche se una grossa percentuale delle uova solitamente cadono in pasto agli animali d’acqua dolce; una volta schiuse, le larve trascorrono i loro primi mesi di vita sul fondo, sotto forma di ninfa, respirando attraverso un apparato branchiale o la punta caudale. In maniera graduale, avverranno poi varie mute con le quali viene rigettato non solo l’involucro esterno, ma anche diverse parti interne, fino a giungere alla vera e propria metamorfosi della larva in adulto che, trascinandosi fuori dall’acqua, in pochi minuti esce attraverso una lacerazione dorsale, sbarazzandosi della pelle esterna; a contatto con l’aria inizia poi un veloce sviluppo delle zampe e delle grandi ali. Considerati elementi vitali degli habitat naturali cui appartengono, sono protetti anche dalla Comunità europea