Inespugnabile Sterlino: il fortino in pendenza dei rossoblù

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In 14 anni in cui ha ospitato il Bologna FC si contano solo 5 sconfitte. Qui, in amichevole nel dicembre del 1920, ha perso anche il Real Madrid. Nel 1927 l’ultima partita di pallone poi toccò al rugby e oggi a nuoto e pallanuoto

Di Claudio Evangelisti

(pubblicato nel numero uscito nell’autunno del 2017)

Dopo i Prati di Caprara ed il campo della Cesoia, lo Sterlino è stato il terzo campo da gioco del Bologna Football Club e ne ha ospitato 14 memorabili stagioni. Costretto all’abbandono del “catino” della Cesoia (così denominato perché in caso di pioggia si trasformava in un acquitrino), l’eccentrico presidente del Bologna, Rodolfo Minelli, individuò la zona dove sarebbe sorto il nuovo stadio dei rossoblu: poco fuori porta Santo Stefano e sottostante la villa dei principi Hercolani. Precisamente, lo stadio Sterlino sorgeva in località Ragno, in via Toscana 79, l’attuale via Murri. Il nuovo campo di gioco del Bologna F.C. fu inaugurato in pompa magna, il 30 novembre 1913 con un appassionato discorso del poeta e tifoso Giuseppe Lipparini. Lo stadio venne inaugurato al modo delle navi, con tanto di bottiglia di champagne infranta su un palo della porta dalla madrina della manifestazione, la signora Sbarberi, mentre Bologna e Brescia, le due formazioni in procinto di affrontarsi, lanciavano al cielo un triplice hurrà. Alle 14, quando Giuseppe Lipparini, cominciò a parlare, tutto il recinto del campo nereggiava di spettatori e l’ampia tribuna era letteralmente gremita di folla elegante, con una larghissima rappresentanza del sesso gentile.

 Il campo si trovava lungo il pendio che scendeva dalla villa dei principi Hercolani. L’unico inconveniente era dato dalla leggera inclinazione del terreno: fra le due porte, c’era un dislivello di oltre un metro. Questo difetto del campo fu furbescamente utilizzato a vantaggio del Bologna F.C. che al lancio della monetina, preferì sempre utilizzare la metà campo in salita nel primo tempo, per poi utilizzare la parte in discesa quando gli avversari erano più stanchi. Con la conquista del primo scudetto (e le due finali di Lega Nord del 1920-21 e del 1923-24), il Bologna era ormai diventato una grande squadra. La folla dei supporters cresceva anno dopo anno. Nel primo dopoguerra il Bologna giocò in totale allo Sterlino 85 partite di campionato, con un ruolino strepitoso: 72 vinte, 10 pareggiate e solo 3 perse. Il che alimentò la fama del “Mitico Sterlino”, dal quale in 14 anni solo cinque volte il Bologna uscì sconfitto in incontri di campionato. Inoltre in un’amichevole giocata il 26 dicembre 1920 il Bologna sconfisse 3-0 il Real Madrid.

Nel 1918, quando la follia della guerra si arrestò, la situazione del club e dello Sterlino era a dir poco disastrosa. Il terreno era in condizioni precarie, la tribuna era crollata, scomparso lo steccato in legno che delimitava il terreno di gioco. Il vecchio presidente, Rodolfo Minelli, si fece da parte, l’organismo societario venne ampliato e alla sua guida si impose Cesare Medica, genovese, industriale del caffè con interessi nel ramo alberghiero e della ristorazione, nonché degli spettacoli (di sua proprietà il cinema-teatro di via Monte Grappa che porta il suo nome). Medica volle fare le cose in grande stile, senza badare a spese: sventato lo sfratto, venne allestita una complessa operazione finanziaria, con la costituzione, l’8 novembre 1919, di una società cooperativa: “Bologna Sportiva”. Fu una vera e propria anticipazione dell’azionariato popolare – chiunque poteva acquistare azioni [massimo 500]con garanzia di ottenerne un dividendo periodico – e consentì l’acquisto in proprietà dell’impianto, dopodiché se ne avviò la ricostruzione. Nel giro di poco più di un anno, lo stadio fu completamente ricostruito. La nuova tribuna, molto più ampia della precedente, fu realizzata, su progetto dell’ingegner Baulina, completamente in cemento armato e con tanto di terrazza pensile, la prima assoluta in Italia. Due anni dopo, nel 1921, il campo fu intitolato ad Angelo Badini, capitano, fuoriclasse e prima bandiera del Bologna F.C. Nello stesso anno venne aggiunta una gradinata popolare (scoperta, sull’altro lato lungo del campo di gioco), interamente in cemento armato, capace di accogliere diverse migliaia di spettatori.

Da un punto di vista architettonico, l’impianto dello Sterlino era uno dei più sfarzosi dell’epoca: l’ingresso al campo di gioco, posto sulla via Toscana, era maestoso, con due enormi colonne bianche a sorreggere dieci grandi lettere rossoblu che componevano la scritta: Bologna F.B.C. (Bologna Foot-Ball Club). La tribuna, in stile tardo Liberty, con il suo elegante colonnato e la terrazza pensile – che consentiva a una parte di pubblico di godersi la partita da una postazione privilegiata -, era architettonicamente un unicum nel panorama degli stadi per il football dell’epoca. Un particolare curioso della terrazza pensile era che, nelle giornate più assolate, poteva disporre di un velarium che proteggeva gli spettatori dalla canicola.

L’8 maggio 1927, il Bologna F.C. disputò la sua ultima partita al glorioso Sterlino: fu una vittoria netta, 3-0 all’Internazionale, con rete di Pozzi, e doppietta di Bernardo Perin. Fu un bel congedo per lo Sterlino, un omaggio ad uno stadio che aveva vissuto mille battaglie sportive ed era entrato nel cuore degli sportivi bolognesi. Leandro Arpinati, podestà di Bologna, da sempre vicino alle sorti della squadra rossoblu e che ideò La Bologna Sportiva (riunendo il meglio dello sport bolognese), da tempo pensava ad un nuovo grande stadio per il Bologna F.C. Il 12 giugno 1925, alla presenza di Sua Maestà il re Vittorio Emanuele III, venne posata la prima pietra dello Stadio Littoriale, situato ai piedi del Santuario della Madonna di San Luca. Nel 1928, allo Sterlino nasce la squadra di Rugby più antica d’Italia: il nucleo originario del Bologna Rugby vide la luce quando Livio Luigi Tedeschi, dirigente sportivo appassionato di atletica pesante e arti marziali formalizzò la nascita di una formazione rugbistica facente parte dell’organizzazione “Bologna Sportiva” che includeva anche l’omonimo club calcistico. I primi rugbisti erano muscolosi lottatori della Sempre Avanti! e atleti della Virtus. Giuseppe Tognetti prestigiosa firma del Rugby italiano così ricorda quel periodo: “Poca tecnica, molto vigore fisico e soprattutto molta disinvoltura. Dove non arrivava la classe subentravano alcune doppie ancate e qualche colpo segreto che facevano schizzare gli avversari come noccioli di ciliegia.”

Sono in pochi a sapere che nel 1945 il Bologna F.C. del dopoguerra, ricominciò l’attività agonistica sul campo dello Sterlino. Lo Stadio (non più Littoriale) fu risparmiato dai bombardamenti, ma fu utilizzato prima dai tedeschi e poi dagli alleati come deposito militare. Molti locali furono inoltre trasformati in abitazioni di fortuna per i tanti bolognesi che avevano perduto la casa a causa dei massicci bombardamenti che colpirono la città tra il luglio del 1943 e l’aprile del 1945. La prima partita fu arbitrata da un militare e fu preceduta dalle cornamuse scozzesi.

 Nel 1969 lo Sterlino venne demolito. Un pezzo di storia gloriosissima della città di Bologna sparì per sempre. Al suo posto, nel 1972, venne edificato il Centro Sportivo Sterlino, intitolato allo storico presidente del CONI Giulio Onesti, una struttura polisportiva che occupa l’intera area che fu dello stadio (20.000 m²), e che comprende una piscina da 25 metri coperta omologata per la pallanuoto con tribuna da 300 posti, dove ha sede la Rari Nantese Bologna, la società di pallanuoto più antica di Bologna, fondata nel 1946.

Inoltre il Centro Sportivo Sterlino era dotato dell’unica vasca da 50 metri della città, (nel 2016 è stata finalmente inaugurata la nuova piscina olimpica della Stadio Comunale), di una palestra attrezzata come centro di alta specializzazione per la ginnastica artistica e di una pista di atletica a 4 corsie di 50 metri. 

Le piscine dello Sterlino sono state gestite dall’AICS di Bologna per  oltre 20 anni. Nel 2014, sono state acquistate dal Comune di Bologna, che le ha date in gestione ad una Associazione Temporanea d’Impresa costituita dai principali Enti sportivi di nuoto. Attualmente la conduzione operativa dell’impianto è stata affidata alla 2000 Service srl, società di riferimento dell’AICS e di alcune sue associazioni sportive. Più volte minacciato di chiusura e grazie anche all’intervento del comune di Bologna, l’impianto dello Sterlino rimane probabilmente il più bello della città.

Le foto sono pubblicate provengono dall’archivio di collezionisti bolognesi pubblicate da Siamo Bologna

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