PARCO DEI DUE LAGHI

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Il verde, l’ombra, il silenzio del mare in montagna

Nella terra di mezzo tra l’Emilia e la Toscana tra escursioni sulle tracce di cervi e caprioli, un giro in pedalò e una discesa in gommone lungo le rapide del Limentra. Natura incontaminata e tanto divertimento nell’area protetta di Camungnano al confine tra Bologna, Prato e Pistoia

di Annalisa Paltrinieri
(pubblicato nel numero di Nelle Valli Bolognesi del’estate 2009)

Da est a ovest il suo territorio si estende per circa 3.500 ettari in un ondeggiante mantello boscato dalla Valle del Brasimone alla Valle del Limentra, interrotto dalle grandi superfici dei laghi e costeggiato da praterie e coltivi. Una notevole varietà paesaggistica lo contraddistingue nel succedersi degli ambienti dai 465 m. s.l.m. del Lago di Suviana ai 1.283 m. di Monte Calvi, la cima più alta.

L’intervento della mano dell’uomo che ancora modella, coltivandole, le parti basse del Parco non insiste più, se non con interventi di conservazione e recupero ambientale nella zona più alta, dove fino a un recente passato era attiva una fervida agricoltura. Così coesistono i segni antropici nei borghi del XII e del XVI secolo, tutt’ora abitati, assieme a una ricchezza ambientale che viene aumentando e che si manifesta anche nelle presenze faunistiche eccellenti. Da alcuni anni, infatti, sono comparsi daini, caprioli, cinghiali e soprattutto una bellissima popolazione di cervi, animale simbolo del parco. La compenetrazione positiva tra uomo e ambiente si riconosce fin da un primo giro panoramico per le strade che lambiscono il territorio protetto, raggiungibile nel suo cuore da una fitta rete di sentieri. Da Castiglione dei Pepoli risalendo la valle del Brasimone la strada fiancheggia sulla sinistra i castagneti che ricoprono l’intero versante del Monte Gatta, mentre sulla destra, oltre il fiume, il panorama delle colline coltivate viene velocemente nascosto dall’imponente massa del Cigno delle Mogne. Si tratta di una spettacolare conformazione di stratificazioni rocciose che come una quinta sul paesaggio retrostante cala verticalmente sul fondo del torrente. Nel
punto in cui i balzi rocciosi si protendono più avanti, stringendo la valle, la diga delle Scalere unisce i due versanti creando il Lago del Brasimone. Spostandosi nella valle adiacente si nota all’istante l’ampio specchio d’acqua del Lago di Suviana, il più grande e affollato nella bella stagione.
Sovrastano il lago e la valle del Limentra i borghi di Stagno e di Chiapporato e la chiesa di Bargi così come l’oratorio del Cigno delle Mogne sovrasta la valle del Brasimone.

IL MARE IN MONTAGNA
Dall’idroscalo di Milano al lago Trasimeno, non c’è nell’Italia centro settentrionale uno specchio d’acqua più grande del Lago di Suviana: capacità di 42 milioni di metri cubi, superficie di 1,5 Km quadrati. Assieme al lago Brasimone si presta per attività balneari e sport acquatici. Associazioni e club sportivi organizzano manifestazioni di surf, canoa, nuoto pinnato, pesca sportiva e, dal 2004, una gara di triathlon (nuoto, corsa, bicicletta). Il lago di Suviana è la meta di veri amanti della tavola a vela. I migliori specialisti di Emilia- Romagna e Toscana lo popolano anche in pieno inverno. Anche gli appassionati di canoa trovano “acqua per i loro remi” nei due laghi, mentre a valle, nell’emissario di Suviana, il Limentra, ci si può cimentare in discese mozzafiato tra le rapide e praticare rafting e hydrospeed. All’ombra della vetusta pineta di Suviana e lungo la sponda sinistra del lago Brasimone sono state attrezzate aree provviste di fornacelle, tavoli e panche per il riposo e il divertimento di tutti i visitatori che desiderino trascorrere momenti piacevoli immersi nella natura. Per chi invece cerca i comfort di una spiaggia attrezzata può trovare, in località la “Spiaggetta”, strutture ricettive aperte durante l’estate che noleggiano lettini, canoe e pedalò.
LA FAUNA
Tra i mammiferi la specie più rappresentativa è senza dubbio il cervo, tornato ad abitare queste montagne da alcuni decenni. Piuttosto comune è un altro ungulato, il cinghiale, che lascia quasi ovunque le inconfondibili tracce del suo passaggio: scavi sul suolo (“grufolate”) e i sentieri (“trottoi”), bagni di fango (“insogli”). Più raro ed elusivo è il capriolo, qui legato soprattutto ai cespuglieti e ai cedui fitti, dove bruca gemme e tenere foglie. Nella stagione autunnale il Parco organizza suggestive visite guidate all’ascolto del bramito del cervo.
LE GRANDI OPERE
A partire dall’inizio del secolo XX questo settore dell’Appennino bolognese è  stato sede di alcune grandi opere pubbliche che hanno portato a un nuovo assetto del territorio e a notevoli trasformazioni del paesaggio. 
Nel 1910 furono avviati i lavori per la costruzione di una diga nei pressi del mulino delle Scalere, dove la valle del Brasimone si restringeva e il torrente formava una suggestiva serie di salti. La diga venne utilizzata anche per il passaggio di una nuova strada che collegava Castiglione a Riola passando per Camugnano, consentendo di raggiungere la Porrettana e la ferrovia Bologna-Pistoia.
La centrale idroelettrica collegata all’invaso del Brasimone fu costruita più a valle, nei pressi dell’antica chiesa di S. Maria, dove nel 1917 venne realizzata una seconda diga per aumentare la produzione. Dieci anni più tardi le Ferrovie dello Stato ultimarono la costruzione di un invaso a Pavana, nella vicina valle del Limentra di Sambuca, destinato a fornire energia per l’elettrificazione delle linea ferroviaria Porrettana e nel 1928 iniziarono i lavori di sbarramento del Limentra di Treppio ai Cinghi di Bargi e Suviana. La nuova diga, la più alta allora esistente in Italia (97 m), venne completata nel 1933 con ingente impiego di uomini e mezzi: per la sua realizzazione vennero costruite nuove strade e una teleferica di collegamento tra Suviana e la stazione di Porretta per il trasporto del cemento utilizzato per consolidare il materiale lapideo derivato dalla frantumazione della roccia recuperata sul posto.
Nel nuovo grande bacino vennero fatte confluire anche le acque di Pavana attraverso un condotto sotterraneo. A conclusione della stagione delle grandi opere idroelettriche è stato realizzato, all’inizio degli anni settanta, il collegamento tra i due bacini del Brasimone e di Suviana tramite condotte forzate e un impianto in grado sia di generare energia elettrica sia di pompare acqua verso il bacino superiore per continuare il ciclo produttivo.

 

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