Hanno dimensioni fuori dal comune: il Lucanus cervus può addirittura superare i 10 centimetri di lunghezza mentre il Morimus asper arriva facilmente ai 4 centimetri
di Guido Pedroni
(articolo pubblicato nel numero uscito nell’inverno 2018)
In questa occasione parliamo di due Coleotteri “giganti” per la fauna italiana: si tratta di Lucanus cervus e Morimus asper. Sono stati descritti per la prima volta rispettivamente da Linneo nel 1758 e da Sulzer nel 1776. l primo appartiene alla famiglia Lucanidae e il secondo alla famiglia Cerambicidae (questi ultimi sono chiamati anche longicorni per la lunghezza delle loro antenne). Possiamo definirli giganti perché la prima specie può raggiungere la lunghezza di circa 10 cm, mentre la seconda la lunghezza di circa 4 cm. Lucanus cervus (chiamato comunemente cervo volante) è provvisto di due enormi “tenaglie” che sono le mandibole particolarmente sviluppate, utili nelle situazioni di lotta tra maschi per la conquista della femmina. Le differenze di dimensioni sono molto frequenti tra i diversi maschi, e comunemente si trovano contemporaneamente nelle stesse località individui molto grandi, individui di dimensioni medie ed individui di dimensioni paragonabili a quelle delle femmine, quindi più piccoli del solito. Sia gli esemplari maschi, sia le femmine, sono ottimi volatori.
La seconda specie, Morimus asper, è di colore grigio scuro con macchie nerastre dalle forme irregolari disposte sulle elitre simmetricamente rispetto alla lunghezza dell’animale; è provvista di un paio di antenne lunghe quasi il triplo della lunghezza del corpo. Qui le mandibole sono decisamente meno pronunciate e più corte, ma ugualmente efficaci per tagliare e triturare, anche il legno, soprattutto di querce ma anche di tigli, come osservato in Val Dardagna. Sono due Insetti massicci e forti, non comuni ad osservarsi. Nel nostro Appennino sono stati segnalati in alcune vallate e in particolare nella Valle del Dardagna, dalla località di Rocca Corneta fino al Rifugio Cavone poco sotto il Corno alle Scale. Possiamo ben definire questi due insetti dei “super-coleotteri” europei proprio per le loro dimensioni, ma anche per la loro compattezza e le loro fattezze. Il fattore “grandezza” è interessante perché richiama l’attenzione su aspetti fuori del comune per la fauna italiana ed europea. Questo fattore sarebbe più comune per le faune equatoriali e tropicali dove molte specie di Coleotteri. Lo sviluppo del corpo per diversi centimetri di lunghezza, con armature di vario tipo particolarmente sviluppate, sembra riportarci a strutture molto antiche; il tutto colloca queste specie in una realtà spazio-temporale quasi aliena, di ambienti primordiali sconosciuti. Meritano di essere salvaguardati, protetti e ammirati perché sono un prodotto di una evoluzione che in tempi antichi è arrivata a generarli geneticamente arricchendo la biodiversità delle nostre vallate così come quella di altri territori italiani ed europei.