I Longicorni del Contrafforte Pliocenico

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In questa area naturale sono presenti il 30 per cento di tutte le specie di Cerambicidi censite i Emilia-Romagna

di Guido Pedroni

(articolo pubblicato nel numero uscito nella primavera 2018)

Ombrellifere e composite sono gruppi di piante con fiori primaverili e della prima parte dell’estate. Questi fiori ospitano spesso vespe, mosche, coleotteri e farfalle, fino a sembrare scialuppe di salvataggio multicolori, mosse dal vento. In questi periodi di primi tepori non è difficile osservare su queste erbe di prato eleganti coleotteri dal corpo allungato, spesso con antenne lunghe, anche più lunghe del corpo, con elitre di diversi colori e, spesso, con vari disegni. Si tratta dei Coleotteri longicorni (termine un po’ antico che indicava le lunghe antenne), più correttamente indicati, oggi, con il termine Cerambicidi.

Costiera del Contrafforte Pliocenico tra la Valle del Setta e la Valle del Savena

Nell’Appennino Tosco-Emiliano sono numerose le zone a prato, con numerose specie di essenze erbacee floreali, dove è possibile osservare e raccogliere questi insetti. Visitiamo in questo caso il Contrafforte Pliocenico bolognese, in particolare la “costiera” tra la Valle del Setta e la Valle del Savena; le cime che ne descrivono i lineamenti sono Monte Mario (466 m), Rocca di Badolo (476 m), Monte del Frate (547 m) e Monte Adone (654 m). Su questi rilievi già da alcuni anni sono state censite oltre 40 specie di questi Coleotteri.

 

Cerambix walensii

Tra i cerambicidi più interessanti per dimensioni e abitudini ecologiche troviamo: Cerambyx cerdo Linneo, 1758, Cerambyx walensii Kuster, 1846, Cerambyx scopolii Fuesslins, 1775, Parmena unifasciata (Rossi, 1790), Hylotrupes bayulus (Linneo, 1758), Vesperus luridus (Rossi, 1794), Morimus asper (Sulzer, 1776).

Vesperus luridus

Nello specifico, la presenza di tre specie del genere Cerambyx unitamente a Vesperus luridus testimoniano di ambienti con un buon grado di naturalità, stato che è stato riconosciuto con l’istituzione della Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico nel 2006 (757 ettari) a sua volta compresa nel Sito di Interesse comunitario “Contrafforte Pliocenico” (SIC-ZPS IT4050012) che ha uno sviluppo di 2628 ettari ed è parte della Rete Natura 2000.

Parmena unifasciata

Nel bosco si rifugiano in inverno sotto la corteccia della roverella esemplari adulti di Parmena unifasciata, particolarissimo cerambice dalla forma robusta e tozza, con antenne corte, che normalmente si muove sul terreno sabbioso tra le erbe e tra le foglie secche cadute in autunno. Ai primi freddi si rifugia per svernare in piccoli ambienti riparati, proprio come sotto le cortecce degli alberi. Nelle giornate piovose gli esemplari di varie entità si sistemano lungo gli steli delle erbe o nella parte inferiore delle foglie e dei fiori, come nel caso di Rutpela maculata (Poda, 1761). Nelle giornate soleggiate è più facile vedere molto attivi gli esemplari di diverse specie, mentre nelle giornate nuvolose la presenza diventa più rara. Vesperus luridus è una specie crepuscolare-serale che viene attirata dalla luce. Le due specie Clytus arietis (Linneo, 1758) e Clytus rhamni Germar, 1817 data la loro livrea giallo-nerastra a bande trasversali, si mascherano efficacemente per sembrare esemplari di vespa mimetizzando la loro vera natura: tentano di far credere di essere Imenotteri (vespe, api, formiche).

Il popolamento a Cerambicidi del Contrafforte è particolarmente significativo per il numero di specie qui censito (circa 30% delle specie presenti in Emilia Romagna) che, unitamente al numero di specie di altre famiglie di Coleotteri, impreziosiscono questa zona e ne elevano la biodiversità indicando il Contrafforte  Pliocenico come un “concentrato hot-spot” della biodiversità entomologica.

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