Donne d’arte che riposano in Certosa

0

Un giro nel cimitero  monumentale tra le opere e le epigrafi di grande pregio che ricordano cantanti, pittrici ed attrici di un tempo, da Clementina Gandolfi  a Fatima Miris

Testo roberto Sarmenghi
Foto irene sarmegnhi 

All’interno della Certosa di Bologna riposano diverse donne che hanno dedicato la loro vita alle arti. Tra queste vi sono cantanti, pittrici ed attrici celebrate con opere ed epigrafi di grande pregio.

Tomba Maria Frassinesi, in arte Fatima Miris, Nuovo Ingresso

Maria Frassinesi, in arte Fatima Miris, ad inizio novecento era conosciuta in tutto il mondo per la sua attività di artista trasformista. Fin da piccola rivelò un estro non comune. Imparò a suonare il violino e a cantare con diversi timbri di voce ed iniziò mettendo in scena spettacolini domestici per i familiari, prendendo a prestito gli abiti trovati in casa, impersonando contemporaneamente diversi ruoli. Nonostante fosse in possesso di un diploma da insegnante, preferì dedicarsi allo spettacolo. La sua abilità, unita alla conoscenza di cinque lingue, la portarono lungamente anche all’estero. Si spense a Bologna il 3 novembre 1954 

Clementina Betti degli Antoni, cella di famiglia, Sala del Colombario

Clementina Betti degli Antoni (Faenza, 1802 – Bologna, 1862), nobildonna, cantante dilettante ed animatrice di salotti. Ebbe tra i suoi ospiti illustri Rossini e grazie a lei Giacomo Leopardi trovò ospitalità ed accoglienza a Imola presso il conte Nicola Gommi Flamini. Cantò in occasione della prima italiana dello Stabat Mater di Rossini che si tenne a Bologna nel marzo 1842 nell’Aula dei Legisti del Palazzo dell’Archiginnasio, oggi denominata Sala dello Stabat Mater in memoria dell’evento. Fu molto attiva anche nel campo sociale. Riposa nella cella di famiglia nella Sala del Colombario. Sulla lapide si legge: “Bella di aspetto d’ingegno di cuore, maestra di soavissimo canto, plaudita in Francia, Italia, Inghilterra, qui giace Clementina De’ conti Betti in Degli Antoni. Donna di arguto grazioso eloquio fiorita, forte nelle avverse, savia nelle propizie venture, patrocinò gl’infermi gl’indigenti dli afflitti. Lasciò caro nome in varie filarmoniche letterarie accademie.” 

Monumento Rossini-Colbran, Chiostro V detto anche Maggiore a Levante, Arco 6

Isabella Angela Colbran, figlia di Giovanni Colbran, maestro di musica presso la corte spagnola, nacque a Madrid il 28 febbraio 1784. Grande soprano, autrice di quattro raccolte di canzoni fu la prima moglie di Gioachino Rossini. Dopo aver iniziato lo studio del canto in Spagna si trasferì a Napoli dove conobbe Gioachino Rossini col quale si sposò il 16 marzo 1822 nel Santuario della Madonna del Pilar a Castenaso dove la cantante possedeva una villa e una cospicua rendita proveniente da proprietà terriere lasciatele in dote dal padre. Abbandonate le scene si trasferì a Parigi con il marito dal quale però si separò consensualmente nel 1837. Morì nella villa di Castenaso il 6 ottobre 1845. E’ sepolta nel portico del campo maggiore a levante accanto a suo padre ed ai genitori di Rossini. Il monumento funebre, realizzato dallo scultore Del Rosso di Carrara, è costituito da una scultura in marmo dove Isabella Colbran, seduta ed appoggiata ad una colonna, sorregge il busto del padre. Il grande bassorilievo in marmo, ispirato ai modelli di Antonio Canova, rappresenta il dolore della figlia per la morte del padre.

Particolare della Tomba della famiglia Pedrazzi.E’ raffigurata Maria Pedrazzi soprano deceduta a causa dell’influenza spagnola il 14 0ttobre 1918.Situata nel Chiostro VIII braccio di lebvante

Maria Pedrazzi, “rapita da fiero morbo, ventiquattrenne si addormentava in Cristo il 14 ottobre 1918 eletta fra le stelle dell’Arte della musica. Fu grande pianista e cantante. Volle il suo battesimo d’arte nella città natale al Teatro Comunale. L’Amneris dell’”Aida” segnò il suo grande trionfo e la sua fine.” La giovane cantante stroncata dalla “spagnola” aveva seguito le orme della madre. La sera del 6 ottobre 1918, a causa di una indisposizione della cantante titolare, venne chiamata a cantare nell’Aida. Il giorno seguente sul Resto del Carlino si leggeva: “Ma l’interesse maggiore di questa seconda rappresentazione era costituito dal debutto nella parte di Amneris della signorina Maria Pedrazzi. ……. Gli applausi che ha ottenuto nel duetto del secondo atto, e che salirono fino all’acclamazione, nelle prime scene dell’ultimo, sono lo schietto e non dubbio riflesso dell’efficacia e della potenza della sua arte”. Accanto a lei riposa la madre Rosina Giovannoni Zacchi del cui esordio si legge sulla “Gazzetta di Parma” del 26 dicembre 1888: “Ma l’attenzione del pubblico era, in maniera speciale, diretta su la signorina Rosina Giovannoni Zacchi, la quale, per la prima volta calcava la scena. Questa giovinetta, che conta appena 19 anni, ha fatto strabiliare il pubblico. Non solo essa canta assai bene, con voce di timbro gradevolissimo e perfettamente intonata, con accento caldo, che rivela un anima d’artista; ma essa si muove su la scena ed atteggia la gentil personcina ed il volto mobilissimo, come molte provette vorrebbero saper fare. ………….. E se ella pensa che si è cimentata, per la prima volta, in una parte tanto scabrosa, come è l’Elsa ed ha ottenuto l’applauso di un pubblico, che passa per essere uno de’ più difficili e che non è solito a far complimenti con alcuno; dovrà convenire che più felice debutto del suo era difficile fare. “

Tomba di Edvige Tebaldi, Campo Nuovo

Edvige Tebaldi (1872 – 1909) “in Amendola, pesarese, discepola prediletta di Mascagni, zia e gloriosa antecessora dell’illustre cantante lirica, Renata Tebaldi,”, di “animo grande, a voce divina, accoppiò arte squisita.”. Sulla sua tomba si trova un bassorilievo in bronzo che la ritrae a figura quasi intera con indosso gli abiti di scena. 

Monumento Borghi Mamo, Galleria degli Angeli

Erminia ed Adelaide Borghi-Mamo riposano nel sarcofago sovrastato dalla grande composizione marmorea realizzata dallo scultore Enrico Barbèri. Adelaide Borghi Mamo, mezzosoprano esordì nel 1846 e fu una delle più celebrate interpreti del XIX secolo. Nel 1849 sposò il tenore spagnolo Michele Mamo dal quale ebbe la figlia Erminia, anche lei cantante lirica. Cantò nei maggiori teatri italiani ed europei. Erminia Borghi-Mamo debuttò a Nizza nel 1873. La sua carriera proseguì con rappresentazioni in vari teatri a Roma (1876), Parigi, (1877), Madrid (1878-79), Lisbona (1879), Buenos Aires (1881) e San Pietroburgo (1891). Nel 1893 si ritirò dalle scene stabilendosi a Bologna, dove morì nel 1941.

Clementina Gandolfi nata a Bologna nel 1795 ed appartenente alla più famosa stirpe di pittori bolognesi attiva tra sette ottocento è stata una delle ultime rappresentanti della cosiddetta “scuola bolognese. Della pittura non ne fece mai una vera professione e venne definita dilettante in pittrice di acquerello colorato. Lavorò principalmente in piccoli formati che produsse in grandi quantità; quasi nessuna delle sue creazioni è firmata o oggi documentabile. L’unica opera a lei certamente attribuibile è una piccola Benedizione di Cristo conservata nella chiesa di San Domenico di Bologna. Morta il 6 agosto 1848 riposa nel Chiostro V.

Condividi con

About Author

Comments are closed.