La terza puntata del corso di Paolo Taranto per riconoscere il passaggio degli animali
di Paolo Taranto
Gli escrementi o fatte degli animali sono costituiti dalle parti solide indigeribili degli alimenti (resti vegetali, ossa, peli, penne etc) e rappresentano ottimi segnali che possono indicare la presenza di una specie in un determinato ambiente; oltre alla presenza di una specie gli escrementi consentono anche di conoscerne le abitudini alimentari poiché spesso al loro interno è possibile riconoscere e identificare i resti indigeriti che aiutano a comprendere le abitudini alimentari dell’animale.
MAMMIFERI
Gli escrementi dei Mammiferi, soprattutto quando sono freschi, hanno un odore forte e pungente, questo odore ha un ruolo molto importante per la comunicazione olfattiva; molte specie di mammiferi hanno, infatti, in prossimità dell’orifizio anale, delle ghiandole odorifere il cui secreto viene trasferito alle feci nel momento dell’espulsione; il secreto delle ghiandole anali può avere tanti significati e trasportare molte informazioni ad esempio segnalare ai con specifici la disponibilità all’accoppiamento ma anche servire all’identificazione di altri esemplari, oppure è utilizzato per la marcatura territoriale come avviene ad esempio nel lupo, nella volpe e in diverse specie di mustelidi; in questo caso, solitamente, gli escrementi vengono lasciati in posizione elevata ad esempio su un sasso o un tronco o un cespuglio in modo tale che il segnale olfattivo si diffonda meglio.
Le specie che si nutrono di vegetali, a causa del loro scarso valore nutrizionale, sono costrette a consumare grandi quantità di cibo e di conseguenza producono molto materiale fecale (ad esempio ungulati o roditori). Le specie carnivore invece producono minori quantità di fatte perché la carne ha valori nutritivi maggiori.
In linea generale gli escrementi degli animali erbivori sono piccoli e di forma arrotondata e al loro interno sono riconoscibili solo resti vegetali come fibre, semi, noccioli etc, mentre quelli dei carnivori sono solitamente cilindrici e di forma allungata spesso con una estremità appuntita e al loro interno sono riconoscibili ossa e/o peli delle prede.
UCCELLI
Mentre i Mammiferi espellono le scorie azotate (urina) separatamente dalle feci solide, negli uccelli invece i resti solidi del cibo e i prodotti urinari vengono espulsi da un unico orifizio, detto cloaca. Nella classica fatta di un uccello, infatti, è possibile distinguere due parti di diversi colori, una parte più scura che è costituita dai resti indigeriti del cibo e una parte bianca, più liquida o cremosa (quando la fatta è fresca) che invece contiene le scorie azotate, dunque equivalente all’urina dei mammiferi. Le scorie azotate degli uccelli contengono urati che non sono tossici come l’urea dei mammiferi e dunque non hanno bisogno di essere lavati via dal corpo con abbondante acqua come, appunto, avviene nei mammiferi con l’urina.
Le fatte degli uccelli si possono suddividere in tre tipologie principali:
a) Deiezioni
Gli uccelli che si nutrono di carne o pesce (rapaci diurni, rapaci notturni, gabbiani, cormorani, aironi solo per fare degli esempi) espellono delle fatte molto liquide e bianche, dette anche deiezioni, che non contengono parti solide; le parti solide, cioè i resti indigeriti (squame, peli, penne, ossa etc) del loro cibo, dal ventriglio (dove il cibo viene triturato) risalgono lungo la cavità orale dopo essere state pressate e vengono rigurgitate sotto forma di borra (o bolo). Per questo motivo gli uccelli carnivori e piscivori hanno escrementi molto liquidi che non contengono parti solide ma solo gli urati; queste deiezioni creano delle striature bianche ben visibili ad esempio intorno ai nidi o nei posatoi più frequentati.
b) Fatte classiche a forma di uovo al tegamino
Sono i classici escrementi della maggior parte degli uccelli, soprattutto i passeriformi; questo tipo di fatta è composta da due parti: una parte bianca liquida composta dagli urati (il corrispondente dell’urina dei mammiferi) che una volta caduta a terra si appiattisce diventando simile alla parte bianca dell’uovo al tegamino, l’altra parte invece è più solida e di colore più scuro, contiene gli scarti intestinali. Il colore della parte scura può variare in funzione della dieta cioè del cibo di cui si è nutrito l’uccello e visi possono riconoscere anche parti in digerite come semi o parti di insetti.
c) Fatte fibrose compresse, solide e cilindriche
A volte capita di trovare sul terreno delle fatte cilindriche e compatte che somigliano a quelle di mammiferi ma in realtà appartengono a uccelli, in particolare a specie che si nutrono principalmente di vegetali duri e fibrosi come ad esempio molte specie di galliformi (ad esempio il fagiano) o le oche selvatiche. Quando sono fresche queste fatte presentano una parte bianca (contenente gli urati) che però può scomparire quando si seccano e in questo caso può essere più facile confonderle con fatte di mammiferi.
LE BORRE
Abbiamo già accennato a cosa sono le borre (o boli): materiale indigeribile composto da ossa, peli, penne, chitina di insetti, rigurgitato sottoforma di una “pallottola” compatta dalla cavità orale degli uccelli. Sono soprattutto i rapaci notturni e diurni a rigurgitare le borre dopo ogni pasto.
Per il loro contenuto e la loro forma a volte le borre possono somigliare a escrementi di Mammiferi, ma un occhio attento e allenato può facilmente distinguerle. Le borre, ad esempio, non puzzano, non hanno odori sgradevoli, cosa che invece succede con le fatte dei mammiferi (anche se una vecchia fatta ormai non avrà più alcun odore), inoltre gli escrementi dei mammiferi hanno una struttura attorcigliata e almeno un’estremità è appuntita e assottigliata, cosa che non avviene nelle borre;
I rapaci hanno uno stomaco diviso in due camere dove il ventriglio, grazie alle sue pareti muscolose, comprime i resti non digeriti sotto forma di una pallottola (la borra appunto) che verrà poi rigurgitata. Quando un rapace sta per espellere una borra non può assumere altro cibo; in genere i rapaci espellono circa 2 borre al giorno (un gufo di palude per esempio espelle una borra ogni 30-90 grammi di cibo).
I rapaci diurni hanno succhi gastrici molto acidi che permettono loro di digerire in parte anche le ossa delle prede; essi inoltre tendono a spiumare e spezzettare le prede grazie al loro becco adunco e per questo nelle loro borre sarà difficile ritrovare resti riconoscibili. I rapaci notturni invece non hanno succhi gastrici molto acidi e soprattutto ingoiano le prede per intero e per questo nelle loro borre è molto più facile riconoscere con precisione le prede di cui si nutrono. L’analisi delle borre, infatti, attraverso l’identificazione dei resti in esse contenute, consente agli studiosi e agli appassionati di studiare le abitudini alimentari delle specie ma sono anche molto utili, nel caso dei rapaci notturni, per studiare le popolazioni di micromammiferi che vivono in una determinata area.
Tipicamente le borre sono più conosciute nell’ambito degli uccelli rapaci, diurni e notturni ma, in realtà, sono numerosissime le specie di uccelli che rigurgitano borre, in generale tutti gli uccelli che si nutrono di altri animali (carne, pesce, insetti) rigurgitano borre contenenti i resti indigeriti delle loro prede, quindi, ad esempio i gabbiani, gli aironi, il martin pescatore, i corvidi, i turdidi, le averle etc.