All’albanella minore piace il rischio

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Una nuova dispensa con le foto di Vivarelli che ha seguìto la vita di quattro coppie di rapaci delle colline bolognesi 

di Marco Franceschi

Esiste un rapace a cui piace il “rischio”, almeno in periodo riproduttivo. È l’albanella minore.

Vi chiederete che cosa significhi questa affermazione. È presto detto: a differenza dell’aquila, dello sparviere, della poiana, dei falconi, ecc. ecc. che nidificano su pareti rocciose o sugli alberi, le albanelle costruiscono il loro nido sul terreno, fra l’erba e i bassi cespugli di prati, pascoli, barene di zone lagunari, nonché talvolta in campi di cereali.

È facile intuire come questa loro caratteristica esponga le nidiate a molteplici pericoli. Innanzi tutto volpi, cinghiali, faine, se si imbattono nei nidi, sono in grado di uccidere i pulli non ancora in grado di volare. Inoltre, una nostra presenza non troppo discreta può arrecare, in modo del tutto inconsapevole, enorme disturbo: escursionisti, o persone in mountain-bike, che passano troppo vicino a un nido è probabile che inducano gli adulti ad abbandonarlo, determinando così il fallimento riproduttivo della coppia. Come se non bastasse, anche le condizioni climatiche avverse, come violenti temporali con pioggia battente e magari anche grandine, sono in grado di portare alla morte i piccoli di albanella ancora nel nido. Infine, per le coppie che decidono di nidificare nei campi di grano, vi è pure il pericolo derivante dai lavori agricoli, in particolare dalla falciatura. A questo proposito ci si può chiedere: ma per quale motivo delle coppie di albanelle minori decidono di riprodursi fra le spighe?  Semplicemente perché in certe zone, soprattutto in pianura, le aree incolte sono ormai assai scarse o quasi inesistenti, e i campi di cereali rappresentano un ambiente che alle Nostre può risultare molto simile ad una steppa, ad un terreno incolto. Ma un campo di grano è una realtà produttiva, ove i pulli corrono il rischio di essere “affettati’. Da qui, gli interventi attuati da naturalisti e volontari volti a salvare, con vari “escamotages”, i nidi presenti in quelle situazioni.

La consapevolezza per questi rischi che corrono, la inusuale, per un rapace, livrea del maschio adulto (grigio cenere con punta delle ali nera), l’eleganza del volo (in particolare quello a bassa quota su campi e prati) stimolano l’interesse e la “simpatia” di molti ornitologi per questa specie. Tale interesse, per così dire “emozionale ed estetico”, si aggiunge a considerazioni più propriamente scientifiche, legate all’importanza che questo rapace, come tutti I predatori, riveste per l’equilibrio ambientale.

A questo proposito, lo scorso anno, William Vivarelli, ha seguìto per alcune settimane, nel periodo riproduttivo e postriproduttivo, quattro coppie di albanelle minori in un’area alto collinare della provincia di Bologna. Fra le tante (bellissime) fotografie che ha scattato, ne sono state scelte alcune decine, utilizzate per la realizzazione di una Dispensa dedicata proprio all’albanella minore, e che proponiamo ai lettori della Rivista. Speriamo di riuscire a trasmettere a coloro che avranno voglia di sfogliarla le stesse emozioni che si provano “sul campo” e speriamo altresì che la lettura di questa agile pubblicazione invogli molti di noi ad impegnarsi fattivamente per la tutela della natura del nostro Paese, natura ancora, nonostante tutto, così bella e ricca.

Per richiedere la dispensa: franze58@virgilio.it

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