Sotto via delle Moline a caccia di piante rare

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Passeggiando nei sotterranei del centro di Bologna lungo il canale che si alimenta dal Reno si scoprono diverse felci protette e alcune particolarmente rare. Considerate scomparse da una trentina di anni oggi sono in forte espansione. Un buon segno per l’ambiente.

Di Francesco Nigro – Associazione Vitruvio

(pubblicato nel numero uscito nell’estate del 2016)

Bologna: una città di sotterranei e acque nascoste, con un imponente reticolo di condotte e canali che ne attraversano il centro storico e una grande discrezione nel mostrarsi. 

In questo caso siamo sul noto canale di Reno, arteria d’acqua che ha contribuito in modo decisivo a segnare la storia della città, famoso per lo storico affaccio dalla finestrella di via Piella su quella che tanti chiamano la “Piccola Venezia Bolognese”. Il canale raccoglie le acque dell’omonimo fiume alla Chiusa di Casalecchio e di alcuni tributari collinari, per poi trovare accesso nelle mura della città presso la “Grada”, la grata, lungo i viali e continuare il suo percorso nel centro storico subendo un’importante diramazione in via Riva di Reno, proseguire passando nascosto alla vista sotto via Indipendenza e quindi curvare bruscamente In via Capo di Lucca una volta raggiunto in via Oberdan quello che un tempo era l’antico Ponte della Cavaliera, guadagnandosi il nome di Canale delle Moline, il canale dei mulini da granaglie.

In termini naturalistici il sistema di canali Reno/Moline in città si presenta come una vera e propria forra artificiale, un canalone con tratti ipogei, tombati e aperture fra i palazzi, con il suo microclima ed i suoi equilibri, dove fra storici affacci e scorci nascosti, non mancano le zone in ombra, gli anfratti, gli stillicidi d’acqua fra tetti, grondaie e lungo i muri, a simulare condizioni tipiche di vere e proprie pareti naturali. Ed ecco che fra le invasive parietarie e le diverse altre forme pioniere possiamo osservare anche facciate colonizzate da muschi, epatiche e felci: dal più comune capelvenere (Adiantum capillus-veneris), con una prima stazione maestosa nell’affaccio nascosto su via dei Falegnami a monte di via Indipendenza, antica zona di botteghe e segherie, e una seconda decisamente ridotta, visibile dal ponticello di via dei Malcontenti, per poi incontrare il falso capelvenere (Asplenium trichomanes) arroccato fra le grondaie. Rispettivamente a monte e a valle del sistema di paratie che controllava le acque del canale delle Moline sotto l’omonima via, si trovano le rare e più localizzate stazioni di lingua cervina (Asplenium scolopendrium) e Asplenium  adiantum-nigrum con esemplari dalla morfologia talmente singolare da far ipotizzare anche la possibile presenza dell’ibrido A. x ticinense nella colonia. In particolare, per chi non si trovasse all’interno del canale, osservare queste piante sarebbe possibile solo da affacci privati o, nel caso della notevole stazione di asplenium, approfittando dell’ospitalità e del balcone di uno dei due bar con accesso su via Alessandrini.

Chi poi si soffermasse a guardare le tegole degli edifici vicini, camminando lungo via capo di Lucca, potrebbe notare fra i coppi dei tetti e le grondaie alcune piante di polipodio sottile (Polypodium Interjectum), decisamente poco frequenti e ben localizzate in città. Insomma diverse felci protette e alcune particolarmente rare, considerate scomparse a Bologna da una trentina di anni,  piante di particolare interesse non solo  sotto l’aspetto conservazionistico, ma generalmente studiate anche in quanto utili indicatori ambientali. E a proposito di questo potrebbe colpire un ultimo aspetto, foto di una decina di anni fa mostrerebbero l’assenza di alcune delle stazioni recentemente verificate, almeno lungo il Canale Reno/Moline e da un’analisi sul campo, nonostante alcune piante sofferenti, non mancano nuove pareti recentemente colonizzate, anche da specie decisamente rare in pianura come la lingua cervina. Un bel segnale di resistenza ed espansione, sicuramente inaspettato, ma che proviene da una zona anomala, caratterizzata ed aiutata da una gestione idrica artificiale dove, anche nei periodi più secchi, il canale tende ad essere comunque solcato dalle acque. Infine, distribuita abbondantemente lungo le pareti e degna di nota anche per diversi aspetti etnobotanici, una pianta succulenta mediterranea dalla caratteristica foglia rotonda, l’ Umbilicus rupestris,  comunemente chiamato ombelico di Venere, sempre più diffuso nella città di Bologna e che nel Canale delle Moline raggiunge dimensioni da record.

L’Associazione Vitruvio  da anni organizza visite guidate, escursioni, eventi e spettacoli per la valorizzazione del territorio. Si tratta di un patrimonio ricchissimo da comunicare e preservare, anche attraverso musica, teatro, danza, nuovi mezzi espressivi e multimediali, installazioni artistiche e manifestazioni tematiche. Un approccio ad ampio spettro, dove la fusione di competenze diverse genera proposte molteplici che si rivolgono a persone di ogni età: passeggiate, escursioni, spettacoli itineranti, e visite guidate, molte delle quali dal taglio storico naturalistico.
Per info: www.vitruvio.emr.it – associazione.vitruvio@gmail.com 

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