Un anello di nove chilometri e circa 600 metri di dislivello attraverso Bibulano, Cà di Taddeo e Roncobertolo
(articolo pubblicato nel numero uscito nell’inverno 2016)
L’inizio di questo anello si trova nelle immediate vicinanze dell’edificio Consorzio Agrario di Bologna, a Loiano, a nord del paese, verso Bologna. I cartelli sono girati verso il bosco e possono sfuggire alla vista. Il primo tratto (CAI 925), appena partiti, è piuttosto “sporco”: vegetazione poco curata e qualche ramo a sbarrarci la strada. Potrebbe scoraggiare, a prima vista. Forse sono ancora i resti delle nevicate del febbraio 2015, che fecero davvero tanti danni. Ben presto si arriva ad una fontanella che porta il curioso nome di Fonte Nonna Bice. Il sentiero adesso è molto migliorato e fino alla fine dell’anello si manterrà in buone condizioni. Si costeggiano campi coltivati e aie curate, spiazzi per cavalli e stalle, aziende agricole e allevamenti che vendono i loro prodotti in loco; il territorio attorno a Loiano è ricco di questi elementi.
A Bibulano di Sopra passiamo in mezzo alle case e raggiungiamo l’asfaltata. Percorriamo circa 50 metri in direzione Nord Ovest e incontriamo sulla nostra sinistra l’indicazione CAI 925 che ci porta fino all’abitato di Bibulano. La chiesa di Bibulano è pressoché sempre visibile lungo tutto l’anello.
Proseguendo, si arriva di nuovo alla statale, che dobbiamo seguire per un po’. Il 925 prosegue oltre il Savena e ci sarebbe piaciuto descrivere questo percorso: purtroppo alcuni smottamenti del terreno impediscono un passaggio sicuro in questo tratto quindi, finché il CAI non darà disposizioni in merito, è meglio evitare di avventurarsi. Vi consigliamo, quindi, di imboccare una strada bianca, appena prima dell’incrocio suddetto. Questa strada diventa presto un tratturo che vi porterà fino a Cà di Taddeo e poi Roncobertolo, tipici borghetti delle colline bolognesi con alcuni edifici in sasso. A Roncobertolo incrocerete il CAI 901 e lo potrete seguire fino a Loiano, per chiudere l’anello. A dire il vero, in questo ultimo tratto, le indicazioni sono meno chiare ma Ë impossibile perdersi con il profilo loianese ormai in vista. Con la variante di Cà di Taddeo, il percorso è fattibile da chiunque, non presentando alcuna difficoltà né pericoli (bisogna stare attenti solo le auto sull’asfaltata). In particolare la seconda metà dell’anello è molto aperta e soleggiata, rendendolo fruibile agevolmente anche nei mesi invernali.
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